Lavori idioti

Cercando lavoro negli annunci dei siti specializzati, ci si imbatte in definizioni professionali alquanto pittoresche. Gli ibridi tra inglese e italiano poi, mostrano una bizzarria comica se non grottesca. Ecco degli esempi, commentati da me medesimo.
Junior Account Manager - Sfido Umberto Eco a capire di che lavoro si tratti. O è una mail umana?
Sales manager italia - Chissà, magari mettere Italy alla fine faceva pensare a un fast food.
Tester - Ohibò, si tratta di misurare la corrente infilando le dita nelle prese elettriche?
Commerciale Edilizia On Site - Site sta per luogo fisico o sito web? E poi, si devono vendere cemento e mattoni?
Back office titoli/settlement - Meglio lasciare la parola chiave in italiano, non si sa mai...
Analisti funzionali soluzioni custom - Una moto? No! Ma scrivere "personalizzato" era troppo banale.
Manager SEEMEA Media Management Team YouTube and Display - Record!
Family banker - Ah, questo è famoso (e mafioso). Molto marxiano.
Programmatori remedy junior - Si tratta di cambiare pannolini?
Hr generalist - Mi viene in mente Rai 1, però che ribrezzo l'uso di hr per definire il settore del personale...
Consulente telefonica outband - Cercano una groupie?
Debt solver - Sarà mica per un usuraio?
Procedural Specialist Odyssey Southern Europe - Occhio a sirene, maghe e ciclopi!
Field engineer e tecnico di sede - Meglio il secondo, più stanziale, no?
Meccanico senior packaging  - Ma quant'è figo l'inglese, nevvero?
Brillante neodiplomato - Facile, sicuramente dirà anche "astenersi trote".
Subsea umbilical engineer - Uhm... Danza del ventre sottomarina? Ma che orrore scrivere "ingegnere"!
Serious Developers :-)  - Il faccino era compreso nell'annuncio.

Morti invano

Pasolini, Edo e Sole, Carlo Giuliani, Aldro, Giuseppe Uva, Giorgiana Masi, Stefano Cucchi, Niki Aprile Gatti, Gabbo, Stefano Frapporti, il maestro di scuola Francesco Mastrogiovanni e Pinelli, hanno tutti avuto una fine tragica, ad opera di individui in divisa, membri dei corpi di polizia, operatori psichiatrici nel caso di Mastrogiovanni, persone ignote (Pasolini) o un'intera istituzione (il carcere, sotto una montatura colossale) per Edo e Sole. Sono stati servi dello stato a uccidere tutti costoro e tanti altri, per lo più sconosciuti. Ma la memoria può servire per chi nel futuro rischia un'identica esecuzione. E può essere chiunque. I tanti morti delle stragi da piazza Fontana in poi, i caduti degli anni '70, quelli per mano della mafia,  potevano essere persone prese a caso o individui precisi da colpire, da punire. L'impunità degli assassini, perseguita a ogni costo, è ciò che accomuna queste persone nei loro tragici destini: colpire un'intellettuale come Pa' o due ragazzi come Edo e Sole ha lo stesso significato, la stessa valenza di violenza e ingiustizia, per cui qualsiasi fosse la divisa indossata, compresa quella in borghese di chi lavora nei servizi segreti (Pier Paolo forse fu trucidato da membri della banda della Magliana, ma è evidente che ci fu la presenza di membri dei servizi) il messaggio che passa è "uccido sicuro di non essere incolpato". Cucchi fu scambiato per un senza fissa dimora - il che prefigura un'aggravante, la crudeltà: ti faccio fuori perché non sei nessuno.
Allora, nel secondo blog-roll, nella colonna a destra del blog, il titolo "Morti invano", che rimanda alla poesia di Primo Levi, vuole essere una provocazione: questi individui, condannati a morte in un paese che ripudia l'esecuzione capitale per mano dello Stato, non devono essere dimenticati, devono ottenere la giustizia che viene richiesta disperatamente dai loro cari, da chi, mantenendone la memoria, li fa vivere nel proprio cuore, perché ogni persona con una divisa dello Stato, sia essa di polizia, in borghese o un camice bianco, sappia che va punito severamente chi non rispetta la Costituzione, l'habeas corpus dell'articolo 13, per cui la libertà personale è inviolabile. "E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà". Pasolini patì diversi tentativi di imprigionarlo: almeno una quindicina i processi a suo carico, dai quali non si sottrasse e anzi ne uscì sempre innocente. Ma sta al di qua di un provvedimento restrittivo della libertà personale la terribile sorte  che accomuna diversi di questi nostri martiri: Giorgiana Masi, colpevole del solo fatto di manifestare coi radicali per i referendum, fu uccisa per colpa di Cossiga, mandante dei famosi falsi autonomi e anche nel suo caso non ci fu nemmeno bisogno di chiederle un documento. Si può morire in una caserma dei carabinieri, della polizia, in un reparto psichiatrico o semplicemente per strada, come accadde ad Aldrovandi.
Perciò i blog dei "morti invano" sono importantissimi: urlano "GIUSTIZIA!". Eppure c'è chi le divise le porta ancora. Armi comprese. Il blog della mamma di Niki Aprile Gatti è quasi sempre in cima, perché è il più aggiornato: ogni volta che vedo le parole di Ornella Gemini ritrovo il suo dolore straziante, la sua sete di giustizia, il suo grande amore per un figlio che si è trovato in una cosa troppo grande e che, volendo collaborare, è stato "suicidato" in carcere. Poi ci sono blog per ricordare e chiedere giustizia per persone come Aldo Bianzino, condannato a morte per delle semplicissime piante di marijuana.
Non dico nulla di nuovo, ho solo messo insieme storie diverse ma uguali nell'ingiustizia patita. E oggi, ricorrenza posticcia dell'Unità dìItalia (l'anniversario è in realtà del Regno d'Italia!) non vedo nessun tricolore da festeggiare, se non macchiato del rosso del sangue innocente. Napolitano, presidente della Repubblica, oggi onora un personaggio monarchico, avo di un'altra mummia, quel Vittorio Emanuele che non dovrebbe essere in Italia, ma piuttosto in carcere per prostituzione, riciclaggio, gioco d'azzardo e omicidio. Questo mi fa presagire che l'impunità resterà ancora a lungo una legge non scritta, un privilegio tutto italiano, ad appannaggio di chi lo stato non lo serve ma lo parassita, che si chiami Napolitano, Savoia, Spaccarotella o Truglio.

Il rottame

"Sono abbastanza pietoso, con questo disgustoso cerotto sulla mia faccia? Anche se, devo dire, la scena della statuetta del Duomo è stata la mia recita migliore! Però... Sono così stanco. Sono già passati 40 anni da quando avvicinai i mafiosi perché avevo paura per i miei figli...  Ma cosa vogliono tutti questi forcaioli? Manco avessi pagato io lo champagne con cui i boss al 41 bis brindarono alla morte di Borsellino! E che non avrebbero comprato anche loro i terreni agricoli di Segrate a 500 lire al metro quadro, con Craxi a cambiare la destinazione d'uso in residenziale per fare Milano2?! Ma non farò la sua fine, io non me ne vado, ho già la tomba ad Arcore e lì finirò. Cazzo vogliono, manco fossi l'unico 70enne che ama la carne fresca... Ho imparato bene da Licio, ho fatto pure una loggia personale, mi sono arricchito con Gheddafi, con Putin e con le leggi italiane; ho fatto soldi coi film, col mattone, con la tv, con la stampa... Saprei fare soldi anche con la merda! Adesso li inculo tutti io, con la riforma della giustizia. Col cazzo che sarò prosciolto per "morte del reo"! Ma che cazzo guarda 'sta giornalista, le mie rughe?... Bah, guarda pure troia, possono fare tutte le manifestazioni che vogliono ma io resto in sella, sono più figo del duce io..."

Con questo post il blog intende smettere di parlare di questo essere immondo. Costui è già morto anche se cammina, è uno zombie, è carne per vermi... Requiescat in pace!

Batpirla

-"Mamma mamma! Mi compri la casa di Batman?! Eh, mamma?"
-"Cosa?! M'hai preso per la Moratti!? Invece, guarda che bella 'sta macchinina."
- "Uh... Guardia di... Finanza? E che fanno?"
- "Arrestano i ladroni... E molto più di Batman!"

Che il figlio di Moratti abbia voluto una casa con batcaverna e altre amenità simili, per quanto mostri un livello mentale da ritardato, è evidentemente secondario rispetto alla gravità degli illeciti su cui sta indagando la magistratura. Il familismo immorale è una metastasi  dell'etica pubblica: considerare i legami familiari come unico vincolo sicuro per mantenere un ricco potere è lo stesso pensiero che informa il capitalismo familiare come pure i gruppi mafiosi. Le grandi aziende di famiglia guarda caso sono quelle che hanno ottenuto maggiori vantaggi dai diversi partiti politici, che hanno così favorito interessi privati, a scapito del benessere collettivo: oltre agli Agnelli, è il caso di Benetton, Del Vecchio, Pirelli, Ligresti, Impregilo e, ovviamente, Berlusconi. Il paradosso è che tra favori politici e rampolli deficienti, spesso i vegliardi faticano a lasciare in eredità il timone ai giovani della famiglia: a parte l'ottenebrato cronico Lapo Elkann, vale la pena ricordare il figlio di Caprotti, padrone dell'Esselunga, che stornò per sé soldi dell'azienda ottenendo così di essere diseredato dal padre (che pure minacciò di vendere tutto a una società americana).
Il meccanismo mafioso permea quindi la criminalità organizzata vera e propria come quella rivestita di una patente di legalità. Nelle mafie il senso della famiglia è fondamentale e lo si vede già da termini e rituali: padrini, famiglie, vendette bianche, il ruolo delle donne sia per stringere allenze tra clan con matrimoni che per inculcare ai piccoli l'etica mafiosa (omertà, fedeltà, etc) oltre a essere, le più giovani, le nuove menti delle famigghie, con notevoli competenze informatiche o economiche per gli studi compiuti spesso all'estero. Quindi, di nuovo un discorso di managerialità che accomuna famiglie capitaliste e mafiose. 
Da questa faccia immorale del familismo discendono poi il nepotismo, le raccomandazioni, le parentopoli...
Anche nelle piccole imprese c'è un capitalismo familiare; ma oltre a chi, per  formazione e impronta familiare, si danna onestamente e con buoni risultati, c'è chi si ritrova invece un piccolo tesoro che crede di poter trasformare in un impero, portando presto al fallimento la piccola azienda, con buona pace dei pochi dipendenti gettati sul lastrico, nonostante la decantata laurea alla Bocconi del figlio (d'androcchia).
Se possa esser giusto che un panettiere passi il negozio al figlio, nella speranza che l'attività non fallisca e anzi rimanga florida, è dannosissimo che le grandi aziende si affidino a elementi spesso cresciuti così viziati da essere degli emeriti imbecilli: lauree più o meno comprate, stage in aziende clienti, master farlocchi fanno sì che i nuovi manager consanguinei debbano costantemente ricevere favori politici per non ritrovarsi a fare i lavapiatti. Il figlio di Moratti non è da meno: nottambulo, spaccone fino alla rissa, con uno sguardo non acutissimo, si ritrova costretto giudizialmente a pagare i maxilavori  eseguiti in via Ajraghi, e forse, in futuro, a dover corrispondere quel milione di euro per una variazione di destinazione d'uso non richiesta. Sarebbe stato bello se si fosse parlato del ripopolamento dei pipistrelli a Milano, che, mancandovi, hanno reso le invasioni zanzariche terribili, ma sicuramente più preoccupante è la riforma giudiziaria che bolle in pentola a favore del malato di mente di Arcore; perché, anche in questa storia, senza la magistratura non si sarebbe avuta giustizia...