Il suono di una sola mano

Il libro costa 15 euro, ma è ricco, ricchissimo: c'è Mauro Rostagno e quindi un papà raccontato dagli occhi della figlia, ci sono gli anni '70, Lotta Continua, c'è Curcio, ci sono le incomprensioni, c'è Macondo, Osho, c'è la musica, c'è Saman prima che venisse derubata e infine svuotata del discorso di Mauro, c'è la mafia, la massoneria, c'è Paolo Borsellino e c'è qualche poliziotto sveglio e molti carabinieri "distratti".
Questo libro esce non a caso mentre è in corso il processo che potrebbe accusare una volta per tutte i mafiosi che uccisero il giornalista, terapeuta, sociologo... Ma si può etichettare un uomo come Rostagno, che ha sfidato la mafia guardandola negli occhi?
Per questo è bello che le presentazioni in diverse città siano partecipate, che il libro si legga e che si parli di Mauro, il che dimostra che non sono riusciti a cancellarlo.
La prossime data in cui Maddalena presenterà il libro è giovedì 24 novembre, alle 16.00 a Trento, alla Biblioteca della fondazione Museo storico, via Torre d'augusto 35, con Marco Boato , Vincenzo Calì e Fiammetta Balestracci.

Il 28 settembre riprende il processo che vede imputati due mafiosi quali esecutore e mandante dell'omicidio. Per avere aggiornamenti, sia sulla presentazione del libro che sul processo, ci si può unire al gruppo aperto su Facebook "Processo per l'omicidio di Mauro Rostagno - Trapani Aula Falcone -"
Una raccomandazione finale: il libro andrebbe letto con sottofondo musicale, possibilmente quello indicato a pag. 172 da Maddalena, perché lo scanzonato Mauro non esisteva senza musica...

Togliendo la speranza dagli occhi

Il titolo è il negativo di quello del libro, di recente uscita, scritto da Pierfrancesco Majorino; è questa infatti la sensazione che provo dopo essermi sciroppato una sconcertante ora di intervista al neoassessore alle politiche sociali.
Majorino dice di non essere intollerante sia verso il lavoro svolto precedentemente  che verso i membri di Cl: mi chiedo, allora significa "viva la Moioli" e "viva i dirigenti", incluso quel Salvato lì con uno dei famosi sitpendi d'oro coi quali la Moratti ripagò la Cricca Laida dei voti ricevuti?
Giova ricordare, visto che non sembra averglielo tributato correttamente il Majorino, che finora sono stati gli operatori dei servizi sociali a occuparsi di dare assistenza a persone in stato di bisogno, per quanto possibile tra tagli e dirigenti incapaci: gli stessi con cui va a braccetto l'assessore perché lui dialoga con chi è di Cl(!).  
Deo gratias, l'esponente del Pd dice che innoverà l'accoglienza agli immigrati, si curerà di famiglie, disabili, anziani e promuoverà l'assegnazione di case e sussidi anche alle coppie gay. Nonostante la sua vocazione intellettuale (ma anché lì, è una graziosa fanciulla, la ghost-writer che scrive drammi e romanzi per lui) al tristanzuolo va benissimo l'idea di famiglia alla Ruini, mentre tutti sanno che ormai l'istituzione è quanto mai liquida: parlare di famiglie in questo senso è un crimine verso i nuclei monogenitoriali (dove il genitore è quasi sempre una donna), le convivenze, le condivisoni, i puzzle che questo schifo di vita costringe a creare per avere un tetto e un letto. Quanto a disabili e anziani, parlarne genericamente è da politico del menga, senza un briciolo di accenno a servizi esistenti o da proporre. Il Majorino sembra un bravo boy-scout: sciura, ghe pensi mi! Sì ma, testina, fai il professionista, oppure dimettiti che i Servizi Sociali non ti devono servire da trampolino per i tuoi sporchi giochetti...
Esagero? Il nuovo capoccia di largo Treves, parlando dell'operato pregresso in assessorato difende, tra l'altro, il bonus bebé, una mera pratica assistenzialista: non un servizio, né un diritto, ma un contentino occasionale, in denaro, dettato da calcolo elettorale e compassione. Sussidi che sanno di elemosine. Dice il neoassessore che da fuori lui non capiva simili misure: allora in commissione politiche sociali del comune cosa ci stava a fare? Quando nel 2009 quella commissione, Majorino compreso, visitò il dormitorio pubblico di Milano in viale Ortles e i giornali riportarono il giudizio evidente che due assistenti sociali fossero pochi per quasi 600 utenti, dopo non cambiò nulla. Lavoravo per la cooperativa in supporto al personale comunale di Ortles e avevo sperato in uno spiraglio. Ma l'unico che ho visto, alla fine di quel periodo, è nella foto che apre il blog (che purtroppo non è presente nella versione per smartphone): uno spiraglio che dà sul mare d'Istria, raggiunto dopo essermi licenziato. E Majorino naturalmente si dimenticò di Ortles...
Mi chiedo se ora il neoassessore avrà mantenuto i 3 addetti stampa che aveva la Moioli. Per carità, una era bravissima: ma che ci azzeccano 3 addetti stampa coi servizi sociali? E poi indaffarato com'è, Majorino ora ha il portaborse, a 5000 euro al mese... Prove tecniche di Montecitorio.
L'assessore dei temporali esalta il piano anticaldo, una vetrina politica inutile:  accenna al pre-esistente elenco di anziani fragili (alcune migliaia, mentre la popolazione senile è ormai di un milanese su 4) e al fatto di aver smembrato il pranzo di ferragosto, sì da averlo derubricato da passerella elettorale: benissimo, ma guarda caso Majorino ammette che andrà in vacanza il 16 agosto.
Quel che più mi sconcerta, visti i proclami del baffetto per combattere il precariato, è che per il piano anticaldo anche quest'anno il comune di Milano ha assunto assistenti sociali in somministrazione con un livello più basso di quello di legge. Non si tratta tanto di soldi (capirai che risparmio per le casse civiche, qualche centinaia di euro): l'art. 44 del codice deontologico della professione stabilisce che "L’assistente sociale deve esigere il rispetto del suo profilo professionale, la tutela  anche giuridica nell’esercizio delle sue funzioni professionali...".  Come scrissi in un post, l'anno scorso accettai quel livello C, da amministrativo nel contratto Enti Locali, pur battendomi per ottenere un briciolo di giustizia. Invano. Ma c'era la Moratti. E ora, cos'è cambiato? Però c'è chi mi sputa i semini d'anguria addosso perché faccio la fame e da bravo don Quijote (in milanese si traduce pirla) ho preferito non accettare l'offerta di lavorare per il piano anticaldo 2011. Ho osservato la deontologia professionale. Anche se sono stanco di fare l'assistente sociale disoccupato. Tanto vale fare il disoccupato e basta.
Quando ho saputo che ai Servizi Sociali avrebbero messo Majorino, ho avuto i brividi: passi per la mia - e non solo - cronica disoccupazione, ma che ne sarà del sistema dei servizi, già bombardato duramente dal duo letale Moratti-Moioli?
Perciò, davanti a questo avvezzo trombone (che nell'intervista fa tutto l'accorato per Filippo, dopo averlo scaricato bellamente su Facebook), non mi pento e anzi rivendico che quando, qualche mese fa, in piazza Scala si lanciavano verdure marce contro palazzo Marino, dominato ancora dalla carampana, io invece mirai solo a Majorino: una foglia di lattuga può capitare, sulla guancia di uno che si definisce "scrittore per passione", quando passa davanti a un compilatore per disperazione...