Milano da ricchi

Un uomo dorme in duomo, vicino al ruffo
E' inverno, ma niente paura, Majolino lancia il nuovo piano anti freddo. Il comunicato del comune è però inesatto, i posti in dormitorio a viale Ortles non sono 500 ma molti di meno, visto che quella è la capienza totale e i letti sono per lo più già assegnati. In ogni caso, strombazzare un centinaio di posti in più rispetto all'anno scorso è troppo poco: significa incapacità, mascherata da propoganda. Si può stimare il numero di chi ha bisogno di non dormire per strada d'inverno sulle migliaia, quindi... il comune non farà abbastanza!
Il sindaco pare lo stesso dell'anno scorso. Milano è una città per i ricchi, votata al profitto. Continua a esserlo e amen se qualche pedone e ciclista per strada ci muore, o se tante persone non hanno un tetto e per strada ci devono vivere. E le case popolari sfitte da assegnare dove son finite? Intanto giungono tante stangate su trasporti pubblici e privati, che non vanno certo a impensierire chi ha censo elevato. Noi, cioè tutti gli altri, au contraire soffriamo, con un sacro timore delle prossime mosse di giunta. In pochi mesi il comune ci ha reso più poveri, chissà lungo tutto il mandato (brrrr!!!).
La grande truffa, che mi fa rimpiangere l'astensionismo, è lasciare le cose come stavano: fare i barlafuss sul book-crossing (le povere biblioteche non sono alla moda), impiantare nelle aiuole pubbliche migliaia di piantine che morirarnno ai primi geli (ma chi li smercia tutti quei fiori... baciamo le mani), fare lavori di facciata per l'expo ridipingendo l'orribile cavalcavia Bacula (o Monte Ceneri che dir si voglia). Intanto Citylife e l'ecomostro del Garibaldi sono realtà. 
Continua così il miniculpop del nulla, che lascia immacolato lo "statu quo", specie in periferia, dove il blob di striscie gialle e blu ha esondato raggiungendo zone impensabili. 
Ma non dimentichiamoci di portare coperte, vestiti e materiale culturale così che il comune lo dia alle persone senza dimora. Majorino non è pago di fare il boyscout (i quali rispetto, soprattutto i laici) e di mostrare una terribile superficialità, con immancata ipocrisia: come sul caso del ragazzino ucciso in bici, tutti a dire, dal sindaco agli assessori competenti (per giurisdizione, non per capacità): ma non è colpa nostra! Invece è colpa vostra, ora che amministrate la città, se l'aria è pesante come piombo, se la vita non vale un fico secco, se i dané restano l'obiettivo a scapito del benessere collettivo. Né valgano le scuse che cambiare è complesso, lungo e così via, ormai la melodia che suona Pisapia è evidente (Requiem).E basta strepitare che “Per la prima volta il Comune di Milano coinvolge direttamente le associazioni che lavorano sul territorio...". Questa è una palla, grossa quanto gli emolumenti che date ai vostri amichetti, già quest'estate Majorino millantava di aver cambiato le cose coi rifugiati politici ma era solo burocrazia - il Comune invece della Prefettura a rilasciare le carte - visto che i soggetti in rete erano gli stessi della giunta Moratti, cioé il solito Ortles e via Barzaghi. Pure nel piano freddo non ci son grandi novità, gli enti sono i medesimi degli altri anni (Caritas, Angelicum, etc.).
So di ripetermi, e mica per la prima volta, ma chiedo una cosa sola: riaprire e attrezzare al minimo, per tutte le notti invernali, il sottopassaggio della stazione Centrale, quello esteso sotto Duca D'Aosta, come ai tempi di Pillitteri, così che tutti quelli che ne hanno bisogno sappiano che almeno lì non moriranno di freddo. Majorino smetta i panni del volenteroso animatore da oratorio e sia serio, c'è bisogno di risposte d'emergenza concrete, non di pennarelli o di Bibbie.
Non aspetto che qualcuno finisca di respirare assiderato per strada - e poi di sentire le solite parole di finto rammarico dell'assessore del meteo, visto che a gentucola come lui fa commuovere solo la (propria) carriera, il cadreghino.
Io dunque non aspetto il morto, io le chiedo subito le sue dimissioni, se Majorino e il suo staff (circense) non sono in grado di assicurare un'accoglienza massiccia e certa. Se no, poi capita come in questi giorni, che la prima notizia di un arrivo di profughi scopre tutta l'inefficacia del piano anti-freddo e dei proclami senza fondi né sincerità del Wanna Marchi & Co. di Largo Treves...

Postilla. Le feste volgono al termine, ma a qualcuno il piano freddo 2011 non è servito: a Natale una donna ecuatoriana è morta. Si era rifugiata con un connazionale in un edificio disabitato; per scaldarsi, un braciere, che ha consumato tutto l'ossigeno. Il comunicato di Majorino sul sito del Comune ha un che di cinicamente propagandistico. Senza vergogna.

Nessun commento:

Posta un commento