Ristretti fino alla morte

Simone La Penna, morto di carcere
Simone La Penna aveva un residuo di pena per possesso di stupefacenti e l'anoressia. Per questo è morto che pesava 49 chili. Ora verranno processati i presunti responsabili, ma sembra che la pena di morte non sia abrogata. Tra "suicidi", omissioni sanitarie e quant'altro le carceri distruggono migliaia di persone, che muoiono dentro e spesso anche fuori. Ma fuori di sé, non fuori da un'istituzione che non funziona e che così com'è serve solo a creare recidiva, malattie infettive e psichiatriche. Sì, perché i detenuti per non impazzire, per dormire, vengono bombardati di psicofarmaci. E' quello pressoché l'unico vero presidio medico presente in carcere.
Avevo scritto due anni fa delle gabbie per uomini: allora sembrava improponibile parlare di amnistia, oggi persino il governo vi accenna. Il Severino dice che lo svuota-carceri non è una resa: certo che non lo è, se andrà a tagliare soltanto del 5% la popolazione ristretta.
Le notizie che arrivano quotidianamente dal mondo degli invisibili mostrano che serve ben altro. Bossi, autore di leggi criminogene, Grillo e Di Pietro, dovrebbero piantarla di frignare che si premiano i rei. Questo già avviene e penso sia pure la sensazione finale del ventennale odierno di Mani Pulite: delinquere conviene ma a grandi livelli, a marcire in cella finiscono i più sprovveduti.
Dieci anni fa Junker, figlio della Milano-bene, uccideva la morosa. Poi usciva di casa, nudo, urlando di essere Bin Laden. Complimenti all'avvocato, quel fatto per me è il paradigma di come sia facile l'impunità per chi ha denari, e tanti.
Spero vivamente che il governo approvi l'amnistia, ma ne dubito. Le riforme strutturali che occorerrebbero, per risolvere il problema sia del carcere (misure alternative in primis) che della grande criminalità sono ben distanti. Ma intanto, non si può continuare a condannare più di 65.000 persone a vivere quasi tutto il giorno in due metri quadri. I morti in cella solo per suicidio nell'ultimo decennio sono stati 1.023: per il 63% erano detenuti in attesa di giudizio...

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