Luciferino 2014

Qualche anno fa avevo istituito ironicamente un premio, il Luciferino d'oro, che avevo assegnato ai vertici dell'Atm. In questi giorni in cui sono state conferite le decorazioni comunali, m'è tornata in mente quella boutade con un sicuro vincitore: matteo salvini.
Motivazioni della designazione: il salvini è un grande studioso (12 anni fuori corso alla Statale). Genio in erba, entra a Palazzo Marino a 20 anni e vi resta per quasi altri 20. Statista del calibro di un Formentini, arriva persino a Bruxelles, dove viene ribattezzato affettuosamente dai colleghi con l'epiteto di fannullone. Non si può infatti pretendere che 'sto coso sia sempre presente alle riunioni degli organi politici in cui è eletto e giganteggia tra gli assenteisti. Primeggia il salvini pure nel doppio incarico, tra parlamento meneghino, europeo e italiano.
Sex-symbol, come da recente servizio su "Oggi" in versione Malgioglio, il salvini è talmente addentro la politica da sistemarvi le sue donne, tra comune di Milano e Regione Lombardia. Naturalmente, con lavori a chiamata. Poi se in una scuola non mettono il santo presepio, arriva lui a donarlo, posando per l'occasione, non si sa in che ruolo (bove, mulo, san cornuto o pecorella?). Ma il climax l'orso Yoghi l'ha raggiunto alleandosi con la destra più retriva, assestando un colpo definitivo alle balle pluridecennali su secessione, federalismo et similia. Credibilità, novità, agonismo politico!
E' pertanto con viva e vibrante soddisfazione che assegno il premio luciferino d'oro 2014 a cotanta iattura d'uomo. Lo dicono premier, gli daranno qualche ministero. Poi farà la fine dei suoi predecessori, perché si sa, il cerchio magico è simbolo di continuità.

Condannata Expo per mancata trasparenza

Vorrei spendere alcune parole per i generosi resistenti del comitato "No Canal".

         
Dalla loro pagina facebook gli aderenti chiedono di diffondere una notizia che, guarda un po', non è passata sui media: Expo è stata condannata per mancanza di trasparenza. Esprimo quindi la mia piccola ma sincera solidarietà a chi si è fatto 28 presidi, 7 cortei, decine di azioni e ora non ottiene questo infimo, dovuto, miserabile atto di giustizia: mostrare queste maledette vie d'acqua dove cavolo passano, che scempi vogliono fare, le mappe insomma. Lo chiedeva un consigliere comunale, quindi regolarmente eletto dai cittadini. Ma niente.
A seguito della sentenza, Marco Cappato ha dichiarato: "ll 'Vie d'acqua' sono un'opera tanto inutile quanto devastante, uno spreco di danaro che abbiamo denunciato prima ancora che la magistratura se ne interessasse. Dopo tutto quello che è successo, il minimo sarebbe stato da parte di Expo 2015 di rispettare la legge nel fornire puntuale accesso agli atti ai consiglieri comunali, ma anche ai comitati e ai cittadini. Invece, non è bastato nemmeno un ricorso davanti al Tar per ottenere i documenti richiesti".
Queste le notizie rintracciabili dai radicali, non dal corrierino, dal repubblichino o dal tgR. 
Un grazie di cuore a chi combatte per tutti noi.

#difendiparcotrenno

Benedette telecamere

Le telecamere, ormai disseminate ovunque, sono uno strumento di controllo demonizzato per via del sapore da "Big Brother" (certo, poi bisogna che qualcuno le controlli...). Eppure possono anche servire per scagionare innocenti. Lo è il caso del barista di Acireale, picchiato e calunniato da poliziotti, come ha raccontato "Chi l'ha visto" nella puntata del 5 novembre.
Oltre alla causa del fatto (venti fottuti centesimi), alla prevaricazione di divise indegne, la cosa più inquietante è il pensare, come fa lo stesso sventurato barista, che se non ci fosse STATO l'impianto di videosorveglianza, la parola di quest'uomo a fatica sarebbe valsa contro quella di un poliziotto. Non importa se ti fai il culo dalla mattina alla sera, tutta la vita: una sera arriva un pischello in divisa e per una minchiatina può anche rovinarti la vita (aveva ragione Bukowski!).
Non dovrebbe nemmeno importare se il culo te lo fai dietro le tue cose, qualsiasi esse siano. Così, se ci fosse STATO uno straccio di telecamera nelle celle e nelle camere di sicurezza, probabilmente si sarebbe saputo cosa accadde, quando cercarono l'anima a forza di botte a uno, che pensavano fosse senza dimora (quindi senza diritti), quello Stefano Cucchi a cui furono persino spente delle sigarette addosso. Oppure, si sarebbe appreso come Giuseppe Uva è stato eliminato per una relazione con la donna di un carabiniere. Con quelle benedette telecamere, forse questi omicidi di Stato non si sarebbero nemmeno avuti. Ma fa male pensarlo, un po' come il periodo ipotetico dell'irrealtà del signore del bar di Acireale.
Nel caso del maestro anarchico Franco Mastrogiovanni, proprio le telecamere del reparto psichiatrico hanno ripreso la sua feroce agonia, lunga 82 ore, non lasciando dubbi su quella che fu una vera esecuzione capitale. Così come gli "occhi elettronici" di una farmacia e di una passante mostrano che Michele Ferrulli è STATO giustiziato per strada. Da dei poliziotti.
Le telecamere hanno "salvato" anche chi è rimasto vivo: Filippo Narducci, pestato dalle divise  presso un distributore di benzina, il cui impianto di sorveglianza ha contraddetto i verbali degli agenti; Stefano Gugliotta, ripreso innocente dai telefonini degli abitanti della zona; Luigi Morneghini, che riportò sui Navigli 40 fratture ad opera di due poliziotti, incastrati da una telecamera stradale.
Eppure la giustizia fatica a punire chi lo STATO lo serve e anche solo affermarlo attira denunce. Devo scrivere grazie ad Acad per aver segnalato, dalla sua preziosa pagina facebook, questa ennesima storia di violenza totale, ma grazie soprattutto per la lotta volta a ottenere giustizia per chi non c'è più, nella speranza che valga per chiunque, in futuro, l'habeas corpus, sancito all'articolo 13 della nostra Costituzione.

La divisa del tranviere

Gli scioperi degli autoferrotranvieri dell'Atm non sono certo visti di buon occhio, ma al di là di un'unità sindacale latitante che porta a una concorrenza insipiente, resta che la situazione dei conducenti meneghini non è delle migliori. Un esempio viene dalla distribuzione delle divise. Che non c'è. Ora per esempio dovrebbe essere fornito il kit invernale, ma in azienda non hanno freddo. Così, il tranviere cosa fa? Dopo aver atteso invano, compila un modulo, una "informativa" dove comunica che se non riceverà il vestiario di servizio, userà i propri indumenti. Tempo due, tre settimane e gli arriva il kit. Il fatto è che da su "ci provano". A togliere diritti, a cercare di indebolire un insieme di lavoratori ancora in numero massiccio e che svolgono un servizio essenziale.
Il caso delle divise è già risolto, in realtà. Da gennaio o giù di lì dovrebbero arrivare quelle nuove. Come mai? Ma per l'Expo, mon dieu! Gira già qualche disegnino, mi pare, ma sicuramente saranno tenute altisonanti, manco fossero da aviazione, adatte certo per contesti tipo la 90 alle 3 di notte.
Scrivo queste righe pensando a chi, contestando il governo, è stato manganellato ultimamente a Roma e Brescia. La polizia ha infierito su lavoratori e cittadini, cioè chi li paga. Non è schizofrenico, amministrare uno Stato e massacrarne, mi viene da dire a questo punto, i sottoposti, i sudditi? C'è uno scambio da azionare, così non va, chi vuole altri Stefano Cucchi? Date le divise  a tutti i tranvieri, ma toglietene qualcuna tra le forze dell'ordine!

Carogne razziste

Quando accomunavo Casapound alla Lega quali fautori di razzismo legalizzato, non pensavo di vederli in piazza insieme. Oggi è successo, in Duomo - e ne sono agghiacciato o.O
Dopo aver partecipato al corteo antirazzista, colorato, festoso, ho dato un'occhiata ai "nemici", anche perché arrivavano voci della presenza massiccia, nazionale, del movimento che si rifa a un poeta che voleva saperne anche di economia(!).
Il Duomo non era stracolmo, c'era molta più gente a vedere Elio a Capodanno, tanto per fare un esempio. Inoltre la piazza era gremita di mummie. Se posso dirlo, il popolo leghista appare un centro Alzheimer in gita. Invece il corteo "anti" era quasi assolutamente composto da giovani. Per trovarne in Duomo bisognava guardare alla "liga veneta", ala dura, che infatti ascoltando i vari capipopolo aveva un'aria delusa. Bandiere via via arrotolate, la sensazione era che i capoccia sul palco non avessero in mente alcuna secessione. Per forza, e poi chi glieli dà quegli stipendi d'oro, con la possibilità di pattuire con le 'ndrine sui grandi appalti? La liga poi pareva schifata proprio dalla presenza delle pantegane fasciste, piazzate davanti alla Galleria, mentre i veneti s'erano rintanati a bordo piazza. 
Dal palco ha parlato Salvini, con lo stile di un piazzista di aspirapolveri. Ha avuto elogi per i disabili presenti, per forza, se è vero che fino alla terza elementare, come si vocifera, il cattivo Matteo ha avuto bisogno dell'insegnante di sostegno. C'è stato pure l'intervento del rottame Bossi, che quando parla pare l'ispettore Kemp di "Frankenstein Junior". Solo che per puro pietismo, invece di rispondergli con un "EH?!?!?" collettivo, lo si applaude, anche se magari ha detto "Mi puzzano le ascelle".
Il migliaio di fasci in piazza erano inquietanti. Da tutta Italia, con i loro slogan deliranti, come quello sull'autarchia. Giovani, per lo più piazzati, delusi a loro volta perché è gente impotente, con orgasmi da picchiatori che oggi è rimasta a cuccia. Saluti romani a nastro, in barba alla legge e a tenerli d'occhio molta meno polizia che per gli "anti". Che poi come si fa a dire "Prima gli italiani", quando il vicepresidente di Casapound, Di Stefano, parla un italiano stentato, orfano di congiuntivi, molto coatto? Più che un politicante, pare un pitbull buono a strappare bandiere. Stop.
Immancabile il figuro in foto, tutto festante per l'inedito braccetto tra neri e verdi. Oddio il Borghezio è ormai un vecchio obeso che, se mangerà il panettone, non arriverà certo ai 70, ma la cosa inquietante non è che abbia due, dico due, poliziotti di scorta (come il tizio dall'aria assonnata, primo da destra): lo scandalo è questo suo gongolare all'odio razziale, quest'aria di sodalizio su temi dal sapore nazista. Gli ominidi fascisti sono braccia (di testa sembrano più un'associazione di borderline) pronte alla violenza squadrista e infatti, c'erano alcuni stranieri ai bordi della piazza che ascoltavano il comizio con terrore: "stop all'invasione" per me è un'istigazione imperdonabile, demente. La legittimazione odierna è nefasta e se mai dovesse portare a sangue, i capi della Lega dovranno risponderne.
Il sentimento di mero orrore avuto dai ratti di destra mi si è smorzato tornando a casa, ogni volta che incontravo uno straniero. Mentre mi spintonava per salire sul tram, o mi chiedeva dov'è Paolo Sarpi o, sempre un'orientale ma in inglese, dov'è Mac Mahon, o era qualche bambino al seguito di mamme velate e latine, chiassoso ma vivo, vivissimo. Se Milano non è neramente vomitevole, se ancora vale la pena di viverci, è proprio perché oggi è ricca di colori, di pelli di ogni parte del mondo. Milano è meticcia e mi auguro che per chi vuole il contrario, qui non ci sia né spazio né futuro.

pochezza ciellina

Tra le pieghe di google news, svetta spesso una testata che, evidentemente, ha il solo merito di essere come il prezzemolo: il sussidiario.net. Non ne parlerei se non fosse che ieri, leggendo il loro post sull'equinozio (notiziona!) mi sono sentito insultato come lettore. L'articoluccio, bello raffazzonato, con frasi aberranti (tipo: "Equinozio d'Autunno 2014 Avviene due volte all’anno (...)") e corredato da una foto fuori tema (macchie solari), ci racconta persino il doodle di google. Oh, grazie, come avremmo fatto altrimenti?
Quel che mi stupisce, invero, è che il post rispetto al mattino sia rimpolpato di nuovi paragrafi, merito del copia e appiccica. Poi mi faccio gli scrupoli quando limo i miei... Be', ma è proprio la strategia del prezzemolo. Di ore in ore la notizia viene ingrassata e ogni aggiornamento la fa risaltare nell'aggregatore di notizie più noto. 
Sono banalmente a non scoprire nulla: Cl, l'organizzazione che sta dietro ilsussidiario.net, occupa militarmente, grazie alla politica, media, banche e insomma potere. Lo fa parassitando il sociale, che tanto è un non-morto per eccellenza ormai. La pochezza della Cdo fa sì che non importi informare, essere buoni imprenditori, amministrare onestamente etc etc. Lo sa bene pure la 'ndrangheta, come mostra il folkloristico accostamento della "fotina". Niente di che, l'ho presa da dagospia, un boss e un cardinale (di Milano, e magari futuro papa). Come canta Marnero, "E quindi tutto bene dai, a parte la vita".

Altro che GDO!

La mia banalità vuole essere diversa da quella à la page - con un'accezione sana, al limite del sacro. Allora, visto che il blog eccelle sui pomodori, i datterini in foto sono stati raccolti un mese e mezzo fa. Certo, li ho conservati in frigo e ho fatto fuori cuor di bue, ciliegini e san marzano che erano più "avanti". Sono cresciuti a Milano (mi fa sempre strano scrivere Milano in maiuscolo) e solo questo dovrebbe far rabbrividire. Invece, sono gustosissimi. La polpa è polpa, il bianco acquoso del "super" un lontano ricordo, il colore e la lucentezza della buccia, il profumo, hanno un che di vero :) 
Tempo fa ho comprato delle fragoline della GDO. Le pregustavo quasi quanto una notte d'amore. Dopo due giorni ho dovuto jettarle nel compost : ( 
Insomma, non sto a ricopiare i discorsi sul buono di autoprodurre, la longevità data dalla cura di un orto, i microclima che possono creare degli insiemi di piante... Ma quando vedo, specie nell'ortofrutta, alimentari che hanno viaggiato più di quanto abbia fatto io in tutta la vita, li snobbo per invidia principio. 
Pare però che i consumatori si siano fatti più "etici". I due termini mi paiono abbastanza contrastanti, un po' come se Gesù, invece di cacciare i mercanti dal tempio, gli avesse chiesto il pizzo. A proposito, quando vado al lavoro vedo un faccione sulla porta di un palazzo di uffici, con una frase: il consumatore non è uno stupido, il consumatore è tua moglie! Uh, ho 44 anni e sono celibe... Vorrà dire che sono vaccinato?

P.S. I pomodori erano stati tutti rigorosamente scacchiati! :D

Senso versus sensazionalismo

Martedì sera Italia 1 ha trasmesso "Blog notes - La povertà come malattia". In qualche frammento della puntata c'ero anch'io e così, quando ogni tanto finisco invischiato in qualche media, mi prendo la rivincita qui. 
Che si tratti di carta stampata o elettronica, mi colpisce sempre scorgere che il giornalismo cerchi l'emozione forte, arrivando a stravolgere il senso della realtà o a dare per buone quelle immagini che, pur false, sono appetitose per il sensazionalismo. Così, se il significato di parlare di povertà come malattia, presuppone che esista un antidoto al morbo, cercare di far colpo passa un po' sopra le teste di chi viene in qualche modo usato. Non volevo farmi intervistare, ma voglio troppo bene al collega che, a sua volta, era restio a farsi "utilizzare". 
Il fatto però che più però mi rincresce è che mi era stato detto che quel servizio non sarebbe andato in onda. Invece, "Blog notes" era già stato trasmesso all'inizio dell'anno su Tgcom 24 e l'ho scoperto quando ho cercato la puntata in streaming. Be', se uno presta la propria immagine, magari vorrebbe sapere se questa verrà adoperata, e quando... Tanto è vero che, tempo dopo, mi sono rifiutato di parlare con l'inviata di Ballarò.
Riguardandomi in quei brandelli televisivi, mi sembra che, a più di un anno da quelle riprese, rispetto ad allora ormai mi sia rimasta solo la camicia azzurra. Tutto il resto sta svanendo, i retroscena dell'assistenzialismo sono orribili. E i media si accodano a sciacallare...

La capitale dell'indifferenza

Stanno arrivando in rete i comunicati sulla morte di un cittadino romeno, trovato senza vita nel primo pomeriggio in Stazione Centrale. Lo hanno identificato grazie alla tessera della mensa dei frati di viale Piave. Quello che però non dicono le agenzie, al contrario del passaparola dei senza dimora, è che quel corpo era lì, nella zona dei pullman che vanno agli aeroporti, da stamattina. Ha avuto il sole a picco tutto il giorno, ma soprattutto l'indifferenza della "fauna" locale: viaggiatori, ferrovieri, poliziotti pubblici e privati, autisti di taxi e pullman...
Nessuno aveva il tempo di fermarsi, di chiedersi se quel tizio steso ad arrostire al sole, con la bocca aperta, il materasso arrotolato lì a fianco, non avesse avuto un malore, o peggio. Lo so, pecco di moralismo e forse pure di ingenuità, visto che "radio clochard" non è sempre attendibile. Ma non è sconcertante che in uno dei luoghi più affollati della città, un cadavere possa rimanere ore ed ore alla vista di chiunque, senza che nessuno intervenga? 
La miseria non va in vacanza e infatti l'allarme è stato dato da altri clochard. Si parla di decesso per cause naturali, ma quell'uomo sembrava, dicono, dimostrare sui 60 anni. Logorio della strada, del malessere, certo, però il fatto che potesse apparire anziano aggrava il giudizio sull'indifferenza di cui Milano è capitale. Penso che non si troverà mai una politica sociale contro questa bastardaggine alla moda, quella dei cattivi samaritani.

Leggi patologiche

La richiesta di qualche giorno fa della consigliera regionale Baldini, che chiedeva a Pisapia di intervenire sulle possibili malattie infettive legate all'arrivo dei rifugiati, non è purtroppo tanto peregrina. Si vocifera che a Milano si sia registrato un caso di febbre gialla e l'afflusso di profughi potrebbe condurre altro: colera, tubercolosi, vaiolo e la tanto temuta Ebola. Ora non è che io voglia soffiare su terroristici allarmismi né colludere con facili razzismi, di cui peraltro la Baldini è stata campionessa in passato, ma purtroppo i rischi ci sono. Così come è pur vero che non c'è solo da scomodare il comune di Milano, visto che l'autorità sanitaria principe è proprio la Regione, ma soprattutto è il protocollo di Dublino a mettere a repentaglio la nostra salute. Sì perché se i richiedenti asilo non avessero l'obbligo di rivolgersi al paese di ingresso per ottenere tale "status", probabilmente sarebbero incentivati ad essere aiutati, a non nascondersi, mentre il timore di persecuzioni da parte di nemici politici è già un terribile deterrente a lasciarsi curare. Perché, è evidente, soffrire di mali atroci al punto di lasciarsi morire, come accaduto ai due rifugiati morti a Roma settimane fa, non può che derivare dal timore di essere schedati, costretti a rimanere in un paese che la solidarietà si ritrova a fornirla più per necessità che per spirito filantropico. Sembra che il governo non abbia affatto in agenda una revisione del protocollo di Dublino. Ancora una volta, il sospetto è che uno come Renzi non si preoccupi della nostra salute, anzi...

Anti Fifa

I mondiali di calcio volgono finalmente al termine. Grazie alla rete è giunta anche a noi eco delle proteste, che sono continuate anche dopo l'inaugurazione, nonostante il silenzio colluso dei media nostrani, tolti il Fatto, RaiNews24 e pochi altri. Del resto, un movimento anti-Fifa si era già formato, tanto che manifestazioni in Brasile se ne erano avute: la foto qui a fianco è scattata a San Paolo il 26 gennaio 2014 (tratta da grr.rai.it).
Al Jazeera si domanda se l'anti-Fifa rappresenti l'inizio di un nuovo movimento internazionale. In fondo proprio dal Brasile era partito quel pensiero comune ribattezzato "no-global". Che oggi si parli di "anti-global" o altro, quel che importa è che c'è un dire un "No!" che tocca diversi paesi, che supera le miopie locali, come la nostrana.
Comunque, per me moralmente in Brasile ha vinto la nazionale dell'Algeria: ha donato tutti i guadagni ai bambini di Gaza. Ancora ieri notte, la città palestinese è stata bombardata da Israele. A Roma, ieri sera giovani ebrei assalivano chi veniva trovato a indossare la Kefiah.
Personalmente sono contento che ci sia chi non ha fifa di lottare, ancora, di nuovo, per la prima volta. Sono passati 13 anni dalla morte di Carlo Giuliani. Aveva visto una pistola e voleva combatterla con un estintore. Una pistola brandita da una divisa, indegna. Qualcuno provi a insinuare che i black bloc della foto fossero infiltrati della polizia. Qualcuno provi a dire che Acab è una sigla sbagliata, ora che i poliziotti "presenti" alla morte di Michele Ferrulli sono stati assolti. Questa sera a Milano c'è una puzza tremenda, ad andare in giro; la fifa di mettersi per strada, con birra, musica e amici, perché si può morire per strada, per colpa della "natura"... Il brano in chiusura è una minuscola dedica a Michele e alla "sua" coraggiosa Domenica.
da "Pazzia notturna per le strade", Charles Bukowski  

Trafficanti di persone

C'è una categoria di persone contro cui sfogherei tutta la mia violenza repressa, la mia aggressività da codice penale: i trafficanti di uomini (e donne, e bambini). Questi esseri immondi fanno soldi sulla vita altrui. Tanto, loro, rischiano un po' di carcere. Un carico di arance ha più rispetto di uno di esseri umani; i responsabili del trasporto rispondono anche solo di una cassetta di frutta distrutta, mentre della vita di chi fugge da guerra, fame, tortura, morte, sembra importare poco. Ogni volta che qualcuno agita lo spettro dell'invasione straniera, è come se facesse vilipendio del dolore, delle lacrime, dei corpi di chi subisce questa ignobile schiavitù. Diffusa come neanche ai tempi delle colonie, la tratta come "business" è seconda solo al traffico di stupefacenti. Un giro di soldi calcolato in miliardi di euro, esternalità positiva (per i mercanti) dello sterminio attuato vendendo strumenti di guerra, vaccini inutili, latte in polvere, semi ogm a scadenza... 
Le responsabilità internazionali sono alquanto evidenti. Il sistema Eurosur per la sorveglianza in mare non ha fatto molto, ma se è vero che l'operazione "Mare Nostrum" ha preso in carico più di 30.000 persone, salvandole, be', si potrebbero criticare i fondi spesi? Dalla fine degli anni '90 più di 20.000 individui hanno avuto per tomba il Mediterraneo.
Chi tra noi inneggia ai paesi che respingono calpesta migliaia di morti, in un nazismo inconscio, ignorante, miserabile.
Guardando invece alla maggioranza degli stranieri che vivono ormai qui, che non sono arrivati come rifugiati, ma con permessi turistici e ricongiungimenti, con il loro pagare le tasse, affittare e comprare case, aumentare i consumi, l'economia ne ha ben da guadagnare. Senza gli italiani di adozione, sarebbe dura pagare le pensioni. Ai nostri anziani.
Quanto ai rifugiati, come su tutta la questione c'è ampia letteratura, specie in rete. Oltre le Alpi è il loro futuro mentre il nostro paese è rinomato per faticare ad avere un avvenire radioso. Peccato solo che la procedura Dublino obblighi a chiedere asilo nel paese di ingresso. Va abolita, come è stato soppresso il nostro premier - non a caso - di allora. Tanto però, l'Italia non ha una legge sui rifugiati. Gestendo la cosa come emergenza, alla Bertolaso, prosperano truffe, ai danni dello Stato, a vantaggio di politici e corollari amici di albergatori, enti religiosi e immancabili onlus. E con le fobie guadagnano i razzisti istituzionali, invece di denunciare che nel traffico di umani sono coinvolte le 'ndrine. Non vado oltre, per il raggelante pensiero che, come racconta l'ANSA, la 'ndrangheta lucra persino sulla pedofilia...

piazza cemento armato

E' stata inaugurata la più grande piazza di Milano. Giustamente, è anche la più grande distesa di cemento della città. Anche se la mia "rilettura" dell'immagine del cesso di piazza Gino Valle (già fautore dell'abominio della Bicocca) esagera nel grigio, il verde è davvero inesistente. E' evidente e mi sento persino stupido ad affermarlo. Questa piazza ha il sapore della sconfitta, di un'intera città, della giunta che la governa, sepolto ormai il vecchio socialismo meneghino nella toponomastica, i ghisa in una sorta di corpo "forestale", i tram nei colori ingannevolmente sgargianti della pubblicità. Una Milano che ha venduto il cuore al miglior offerente e ora scopre che non ce la fa più a ricevere tutti i profughi in arrivo dal Sud del paese - e del mondo. E' inevitabile, se ti voti al demone del denaro, quando hai bisogno di solidarietà scopri che hai le casse vuote.
Sarebbe stato coraggioso fare una parco, una piazza d'alberi al Portello, lasciando solo come nuova costruzione il centro commerciale. Sarebbe stata una bella sfida se Milano non avesse ceduto agli interessi mafiosi nel costruire fino a livelli vomitevoli, se, forte di una cittadinanza che la sosteneva, l'Amministrazione avesse sfidato i boss del cemento. Sarebbe stata una giunta di sinistra, Milano avanguardia della lotta alle mafie. Ma sognare non ha più senso qui.
Ha vinto la mafia e dopo l'Expo ci ritroveremo un sindaco inesistente, alla Albertina. Milano è un gigantesco girone infernale, un torace da percorrere senza amarlo, senza desiderio, un ciclopico portafogli per pochi. Un generatore di incubi e polmoniti, uno dei peggiori posti al mondo dove vivere.

Un pedone vale 8 punti

Ammetto che amo sentirmi un bastian contrario. Per questo cerco sempre di rispettare i pedoni sulle strisce di attraversamento. Questo mi pare però un puro delirio: è mai possibile che a quattro anni dall'istituzione della sanzione di 8 punti, decurtati dalla patente, la situazione sia la medesima?
Ammuffendo qui non so come sia altrove, ma a Milano spesso il pedone ringrazia l'autista quando si ferma a lasciarlo passare sulle strisce o_O Come se un vigile ti dovesse sorridere ogni qualvolta transiti col verde! 
Io quando mi fermo prima delle "zebre" non guardo davanti (difficile che il pedone mi venga addosso) ma dietro, per vedere se mi stiano per tamponare o, peggio, qualora vi sia un'altra corsia, che si apprestino a superarmi stile "prove libere", facendo rizzare i capelli al pedone e i peli del naso a me, che oltre che amareggiato eticamente devo pure aspettare che il ciula svanisca all'orizzonte.
Le moto spesso sembrano abbiano il numero 46, ma le auto non sono da meno. Però trovo aggravante quando a farlo è un tassista, cioè uno che guida di mestiere. E trovo altrettanto grave quando il terrore ai pedoni riguardi mamme con passeggino, invalidi in carrozzina o col bastone (anche bianco), anziani*. Certo, i narcisi che al cellulare rallentano sono antipatici, ma il pedone è debole per definizione. E ha ragione 94 volte su 100.
Nota di...colore: quando sulle strisce passa uno "straniero", il ringraziamento è spesso più caloroso. Il fatto mi stupisce sempre, non potendo allontanare il timore che il razzismo si manifesti persino qui, nelle regole più elementari di vita associata. D'altronde, se ripenso alle categorie elencate sopra*, non posso non pensare che, in qualche modo, siamo tutti sullo stesso barcone...

Piazze e voti

E' passato quasi un anno da questo scatto, ma piazza Leonardo è ancora più o meno così. Balletti di voci su parcheggi, riqualificazioni, si sono susseguiti con la sola novità, significativa, delle auto sfrattate dal piazzale davanti a Ingegneria. Sì, la vista ne guadagna, le casse languono e così, a parte i faraonici lavori per Expù (aumentano le defezioni dopo lo scandalo tangenti), Milano cambia con opere striminzite, come le ciclabili dipinte. 
Persino queste ultime votazioni vedono scarsi i cartelloni elettorali di metallo, già a dire dalle istituzioni quanto si possa credere a un'Europa sulla carta, una consultazione declinata a sondaggione pre-politiche, in un disgusto generale, incalzante a ogni campagna elettorale. 
Piazza Leonardo non ha nulla di aranciato, la democrazia... e chi ce l'ha....

Giustizia per Mauro

         
 L'abbraccio tra Chicca Roveri e Maddalena Rostagno, dopo la lettura della sentenza che riconosce che Mauro fu ucciso dalla mafia, ha la dolcezza di una liberazione attesa da decenni. 
La commozione nell'abbraccio di due donne coraggiose, unite nell'amore per un uomo rarissimo, è la vittoria di una giustizia che finalmente riemerge da nebbie e paludi di Stato. Proprio Chicca ricorda il ruolo di depistaggio avuto dai Carabinieri, mentre è grazie al contributo di resistenza di poliziotti onesti come Germanà e Linares che si è giunti al processo. Non dimentichiamo i testimoni bugiardi, che la stessa corte di Trapani accusa, rimandandoli alla Procura per le false deposizioni.
Ricordiamo il cronico distrarsi dei media, che in questi tre anni e passa hanno citato vagamente il processo, magari morbosamente con false piste, con una complicità subdola, analoga alle intimidazioni, che non sono mancate dopo tutti questi decenni: in particolare ai danni di un giudice popolare e di Rino Giacalone, giornalista e fedele cronista del processo, condannato per aver diffamato il sindaco dell'omicidio Rostagno, quel Girolamo Fazio che - ricorda Chicca - negava l'esistenza della mafia a Trapani. L'avvocato del boss Virga, Galluffo, aveva perfino chiesto di punire Giacalone per i resoconti del processo, ma pm e presidente non hanno avallato l'intimidazione.
Maddalena dopo la sentenza va al mare, col dono (è il suo compleanno) di una giustizia sofferta, insperabile, ma sorta come una luna piena a rischiarare un pezzo dell'enorme buio della nostra disgraziata Repubblica. Mauro Rostagno è stato ucciso dalla mafia, perché aveva tanto, troppo coraggio.

Esibizionismo mentale

Ho sempre qualche remora in questi benedetti post autoreferenziali. Però ci tengo a scriverli, forse perché a volte sento tutta questa cosa un po' traballante, il senso del blog.
Sto per raggiungere le 50.000 visite. {Ma possibile non abbiano di meglio da fare?} :D 
Con l'estate la statistica del blog si dopa, grazie al post sui pomodori. Il che mi commuove, perché non c'è nulla di più sacro di un frutto della terra. Le piante hanno qualcosa di divino.
La pubblicità, sì ne ho già scritto troppo. Mi ha fruttato finora circa 21 €, quando arriverò a 70 Google me li verserà. Penso nel 2024 o giù di lì. Poi continuo a bloccare gli annunci che odio (il turismo israeliano si conferma il più corrivo e subdolo), eppure così dico la mia nel sistema che vincola, insomma, tutto Google. Cioè il web o quasi, oramai. Sì, il mio minuscolo rifiuto conta poco. Sì, insieme ai mercanti nel tempio ci metto la politica, i morti invano. Serantini morì 42 anni fa, di carcere e di mancata assistenza. Ma soprattutto morì di guardie. Guardie. Si dice che non ci fosse un solo punto intaccato dal sangue, cioè dalle botte. I morti invano sono il male oscuro delle democrazie. Sarò pirla, ma in fondo per questo scrivo qui.
Scrivo qui soprattutto per espormi. Ai tempi era leggendario il controllo. Indubbio che vi fosse, ma a volte si esagerava. Ecco, allora io mi espongo. Tanto la digos, la polizia politica, non ha da penare a trovarmi. A ricordarmi ancora che sarei pericoloso. Tranquilli, a parte la sensibilizzazione ai cortei (troppi), piuttosto che  vedervi, permettervi di verbalizzare che c'ero, faccio altro. E forse scrivere qui, in qualche modo è più efficace che andare in un corteo...

 Volevo solo ricordare i compagni nel sogno. Tra poco ci sarà la sentenza del processo Rostagno. Il mio pessimismo, questa giustizia malata... Quel dolce angelo bianco di Mauro è stato ucciso dalla mafia. Come il compagno Peppino, folletto nella stessa terra di agrumi. E' un filo rosso, che arriva al sorriso, l'ultimo, del giudice Paolo. Non avrei mai pensato di amare tanto i giudici. Ma li sterminano, perché lo stato non deve guarire dalle metastasi. Ora però l'esplosivo è virtuale, legale. "Ti tolgo l'inchiesta, Nino: ti sei ritrovato i bazooka sotto l'ufficio ma che vuoi, cosa pensavi, la droga più grande è la democrazia."

Stavolta non voto

Ho appena bloccato negli annunci pubblicitari del blog un candidato della lega. In campagna elettorale ne arrivano spesso di banner odiosi. E sì che Scacchiatore mi è servito a sublimare l'odio per il partito che del razzismo fa bandiera.
Sembra che alle prossime europee l'astensione sarà alta, addirittura sopra il 50%. Mi sono sforzato a cercare qualcuno che mi ispirasse, ma niente. Perciò non voto. E forse sarebbe ora che un rifiuto di delega di massa, servisse a smuovere le istituzioni politiche dalla loro insensibilità, le nostrane come quelle europee, BCE in primis: quante anime s'è portato e si porterà via quel demone di Draghi?
Neanche a Grillo importa delle europee, i giochi sono fatti e lui non si sogna affatto di sconvolgerli, lui è il pupazzo "buono"; i risultati gli serviranno come test, e chissà che isterie avrà se il Pd diventerà il primo partito in Italia. Già vedo la boria di Renzi.
Comunque io non voto, contro questa Europa genitrice di disperazione. Non voto, contro il capo del MIO stato, fortemente sospettato di essere parte delle trattative tra Stato e mafie. Non voto, contro questi partiti che mi sembrano meno onesti di un venditore porta a porta di aspirapolveri. Non voto e tu potrai commentare "e chi se ne...", ma io mi aspetto di essere in tanta, buonissima compagnia.

La bellezza delle Liberazioni

Ho un ricordo nitido dell'angoscia che provai in piazza il 25 aprile 1994. Il corteo, sterminato, era a Loreto, doveva ancora prendere tanta pioggia e tristezza. Guardai verso il punto doveva erano stati appesi mussolini e tutte quelle carogne. Voltandomi nuovamente al corteo pensai: "Chissà quando ce ne libereremo". Ora che sembra, finalmente, che ce ne siamo liberati, resto con un'amarezza profonda. Due mesi dopo avrei perso mio padre, il che era anche peggio, ma mi rimane la sensazione di aver visto incenerire gli anni in cui ero giovane e quelli in cui sarei diventato uomo, sopravvivendo in un paese drogato, vampirizzato, annichilito. E' stato un ventennio terribile. 
A ben vedere però ci sono ancora molte liberazioni da fare. Chissà se la fierezza di Pisapia, contro il Pd che gli rinfaccia la conferma di Rota all'Atm, non sia un fuoco di paglia. Ma sarebbe bello, finalmente...! Ci sarebbe da liberarsi di quel sistema che non ha fermato il boia di Arcore. Ma se i fascisti si riciclarono nella Democrazia Cristiana, se il Pci è servito a castrare qualsivoglia rivoluzione, non so quanto ci sia da sperare, qui. In effetti, ci sarebbe da lottare. I manifesti del Pd però, i primi così giganteschi per le Europee, ripongono felicemente ogni istanza nella delega. Sì, certo, ti delego a rovinarmi la vita. Ancora.
Ci siamo liberati di un pupazzo, perché i burattinai non si sporcano la faccia di sputi comparendo al telegiornale. Chissà quando gli elettori del Pd si libereranno del proprio psico-sbirro. Forse sarà più facile che si liberino dei loro oppressori palestinesi, siriani, ucraini, gli europei dall'euro e dalle Merkel di turno. C'è una bellezza in ogni Liberazione, ma affascina solo quando la si può vivere.

PRA ≠ privacy

Banalmente, dati pubblici non danno privacy. Ma perché, se devo fare la revisione dell'auto, mi giungono lettere di officine che mi ricordano la scadenza e mi invitano da loro?
Una sibillina circolare del 2010 del (presunto) garante della privacy legittima l'uso del Pra da parte di società del settore auto o di ricerca statistica, per comunicazioni di interesse come la scadenza della revisione. Peccato che la circolare vieti alle stesse società di usare i dati per finalità di comunicazione commerciale e per l'invio di materiale pubblicitario, in assenza di consenso dell'interessato. Le risate! Chi mai mi scriverebbe per ricordarmi un impegno, così, gratis et amore dei? Solo il buon portale dell'automobilista, non per nulla emanazione del ministero dei trasporti, quindi un servizio pubblico, non dedito al profitto (in teoria). E' invece evidente che la proposta commerciale c'è, se le officine mi invitano ad andare da loro con una chiarezza comunicativa ineguagliabile: tariffa, orari, mappe, contatti e persino l'informativa sulla privacy!
Dubbi: se a me una visura al PRA (ottima onomatopea) costa 8,83 euros, quanto cavolo spendono 'sti qua per avvisare il prossimo della revisione, calcolando pure il costo di personale, stesura, stampa e invio delle missive? Non sarà che all'Aci c'è... compiacenza? Tanto interesse non potrebbe celare pratiche truffaldine? La revisione costa sui 70 euros, ma che ne sa un automobilista, magari senza un meccanico per la vita come il mitico Renzo di Affori, quando ascolta discorsi tipo: "Guardi, deve cambiare gomme, marmitta, freni e ammortizzatori, il tutto per... E' debole di cuore? Soffre di svenimenti? Il tutto per... [un salasso]. Su, non pianga, ha in omaggio i tappetini [costo 10 euros all'emporio cinese]. No, il tagliando è a parte. No, niente pagamenti in natura... Piuttosto, a reni come sta? Scherzo! Sarà mica nel Crif, eh?"
Che poi il Pra sia un sistema inutile (W la Motorizzazione!), costoso, fascista (di nascita) e poco trasparente l'ha già spiegato Sergio Rizzo sul Corriere. La santa Corte dei Conti lo diceva già decenni.
In definitiva, le letteracce mi hanno un po' intimorito, come se non avessi alcun firewall a proteggere la mia sferetta privata. Ma, mi domando, in generale quanto sia utile quel registro. E se il PRA fosse utile a uno stalker? Troppo pindarico? Chissà che non sia già accaduto...

Scelte amare

Ieri sera un ragazzo si è suicidato alla fermata Gioia. 22 anni e come un messaggio atroce, visto il nome della stazione. Poco più tardi una donna ha tentato di finirla sotto un treno, in viale Monza, riportando l'amputazione di un arto.
Non c'è gioia e questo traspare sempre più ferocemente. Giusto ieri l'Atm annunciava nuovi abbonamenti gratis a precari e disoccupati. Soliti tamponcini, ammortizzatori estemporanei. Un po' utili, per carità ma sarebbe meglio intervenire ben più in alto. Però proprio ai livelli maggiori non c'è la volontà di cambiare. Mi chiedo che parte possa avere sull'umore generale l'insediamento del nuovo governo, col circo replicato di manfrine, promessucce, pregiudicati e "segnalati" al seguito. I pupazzi che ci mostrano non sono magari i decisori finali, quelli occulti - ma, mi domando, quanta istigazione al suicidio vi sia in chi, palesemente, sbeffeggia un popolo stanco, devastato e saccheggiato.

Binari marci

Ieri sera verso le 20, un tram della linea 33 ha deragliato, mentre curvava da via Lazzaretto in viale Tunisia. Placidamente, come sviato da un bambino che gioca, il carrello posteriore è uscito dai binari. Immediati i disagi, visto che oltre alla propria, il mezzo ha bloccato anche l'altra direzione. 
Il sito dell'Atm non ha parlato dell'accaduto, né ho letto la notizia in rete. Per fortuna, nessun ferito, anzi i passeggeri erano piuttosto increduli.
Meno lo era la tabaccaia di quell'angolo: "Per forza, qui i binari sono tutti  marci!". In effetti, se nella foto si nota appena il graffio prodotto dal carrello sull'asfalto, proprio però dove è fermo si vedono un bel po' di crepe a fianco del binario. E' quello che può aver fatto deragliare una vettura con massa a vuoto di 15 tonnellate?
Difficile non pensare che questo incidente sia tra i tanti causati dai tagli economici, dalla riduzione di sicurezza che vive l'Azienda. Sospettabile ancora di più, visto l'imbarazzato(?) silenzio sull'accaduto.
Cosa serve di più a Milano, l'Expù o un trasporto pubblico efficiente e a prezzo sociale? Comunque esprimo un piccolo plauso al tranviere che ha saputo evitare il peggio, con prudenza. Aveva anche un'aria abbastanza avvilita: il primo collega accorso gli chiede se stia bene. Lui si volta verso il fondo del tram, si piega un po' a guardare il carrello e risponde: "Sì, ma... hai visto che roba...?"
 
Estate 2020: ben sei anni dopo aver scritto questo post, finalmente il Comune ha cambiato i binari dell'incrocio Lazzaretto/Tunisia.

L'inferno dei dormitori

Lavoro da quasi un anno in alcuni dormitori. Sarà imperdonabile il titolo ma il dormitorio resta un trauma, condizione difficile, faticosa, destabilizzante, imbastita su violenza, furti e in generale una potente e inevitabile spersonalizzazione.
A volte parlando con gli ospiti, alcuni si fanno scrupoli a definire negativamente la situazione, quasi a temere di subirne le conseguenze. Io invece incoraggio la critica, perché purtroppo c'è chi si fossilizza e considera questo tipo di aiuto una situazione di arrivo, invece che di partenza. Lo so, è molto meglio avere un tetto, un letto e insomma non rischiare freddo e aggressioni per strada, sulla filovia che percorre la notte o sui treni che sonnecchiano negli scali. Ciò non toglie che il dormitorio dovrebbe restare una soluzione temporanea. Non lo è, mancando politiche sulla casa, sull'inclusione sociale, su reddito e occupazione. La carenza di interventi sociali crea così cronicità, assistenzialismo, al limite di un patologico opportunismo di chi eroga e di chi riceve. Sofferenti mentali parcheggiati, stranieri in cerca di comunicazione di ospitalità per il permesso di soggiorno, un esercito di persone affette da dipendenze e, soprattutto, chi ha perso tutto per carcere o immiserimento, scontano la pena di trovare un aiuto esclusivamente d'emergenza. Progetti e personale conseguente latitano, ma si sa, il sociale è una Cenerentola, campo principe per tagli finanziari.
La mia stanchezza non nasce tanto dalla fatica del picco di lavoro invernale, quanto dalla frustrazione derivante dal non avere le spalle coperte, vale a dire la mancanza di qualsiasi tipo di prevenzione e, a valle, quasi un marchiare a vita persone col fuoco dell'emarginazione.

No Canal!

La politica è spesso un colossale apparato di tortura, come quando stupra l'ambiente e la popolazione che lo vive. Criminalizzare chi, ad esempio, è contro il Tav, è ingiuriare chi vede la dissennata, collusa volontà di distruggere, in nome di una gigantesca menzogna, ma soprattutto del denaro, degli amici degli amici. Trenno era uno dei tanti paesi che circondavano Milano. Nella mia infanzia proletaria era la villeggiatura, sia il parco che l'abitato. In verità mi pareva strano lo si dicesse "parco", il verde non mancava intorno. Ora invece sembra che tutto quel bellissimo verde possa finire in un unico fiume di cemento fino a Pero.
Con l'Expo ci si è ingegnati a far percorrere il parco da delle fantomatiche vie d'acqua. Stupefacente, perché le rogge del parco sono state messe in secca o ricoperte da decenni e anche questo ammorbato progetto non prevede navigabilità, piuttosto, ruspe e cemento. Ma, per la prima volta, Expo e il commissario Sala vengono bloccati e messi in discussione. Il merito è di un valoroso comitato di cittadini, No Canal, che in due mesi ha organizzato iniziative, mani, presidi all'alba e raccolto firme, a migliaia come i "like" su fb e ha ottenuto un temporaneo stop ai lavori, che termina proprio oggi.
La cosa più singolare è che il progetto (rifatto più volte) tangentando zone da bonificare, exporterebbe veleni in un'area molto vasta, da Baggio al Gallaratese. Vorrei che il comune non riducesse l'arancione alle reti di recinzione cantieristiche. Altrimenti,  ancora una volta, ribellarsi è giusto.