La bellezza delle Liberazioni

Ho un ricordo nitido dell'angoscia che provai in piazza il 25 aprile 1994. Il corteo, sterminato, era a Loreto, doveva ancora prendere tanta pioggia e tristezza. Guardai verso il punto doveva erano stati appesi mussolini e tutte quelle carogne. Voltandomi nuovamente al corteo pensai: "Chissà quando ce ne libereremo". Ora che sembra, finalmente, che ce ne siamo liberati, resto con un'amarezza profonda. Due mesi dopo avrei perso mio padre, il che era anche peggio, ma mi rimane la sensazione di aver visto incenerire gli anni in cui ero giovane e quelli in cui sarei diventato uomo, sopravvivendo in un paese drogato, vampirizzato, annichilito. E' stato un ventennio terribile. 
A ben vedere però ci sono ancora molte liberazioni da fare. Chissà se la fierezza di Pisapia, contro il Pd che gli rinfaccia la conferma di Rota all'Atm, non sia un fuoco di paglia. Ma sarebbe bello, finalmente...! Ci sarebbe da liberarsi di quel sistema che non ha fermato il boia di Arcore. Ma se i fascisti si riciclarono nella Democrazia Cristiana, se il Pci è servito a castrare qualsivoglia rivoluzione, non so quanto ci sia da sperare, qui. In effetti, ci sarebbe da lottare. I manifesti del Pd però, i primi così giganteschi per le Europee, ripongono felicemente ogni istanza nella delega. Sì, certo, ti delego a rovinarmi la vita. Ancora.
Ci siamo liberati di un pupazzo, perché i burattinai non si sporcano la faccia di sputi comparendo al telegiornale. Chissà quando gli elettori del Pd si libereranno del proprio psico-sbirro. Forse sarà più facile che si liberino dei loro oppressori palestinesi, siriani, ucraini, gli europei dall'euro e dalle Merkel di turno. C'è una bellezza in ogni Liberazione, ma affascina solo quando la si può vivere.