Trafficanti di persone

C'è una categoria di persone contro cui sfogherei tutta la mia violenza repressa, la mia aggressività da codice penale: i trafficanti di uomini (e donne, e bambini). Questi esseri immondi fanno soldi sulla vita altrui. Tanto, loro, rischiano un po' di carcere. Un carico di arance ha più rispetto di uno di esseri umani; i responsabili del trasporto rispondono anche solo di una cassetta di frutta distrutta, mentre della vita di chi fugge da guerra, fame, tortura, morte, sembra importare poco. Ogni volta che qualcuno agita lo spettro dell'invasione straniera, è come se facesse vilipendio del dolore, delle lacrime, dei corpi di chi subisce questa ignobile schiavitù. Diffusa come neanche ai tempi delle colonie, la tratta come "business" è seconda solo al traffico di stupefacenti. Un giro di soldi calcolato in miliardi di euro, esternalità positiva (per i mercanti) dello sterminio attuato vendendo strumenti di guerra, vaccini inutili, latte in polvere, semi ogm a scadenza... 
Le responsabilità internazionali sono alquanto evidenti. Il sistema Eurosur per la sorveglianza in mare non ha fatto molto, ma se è vero che l'operazione "Mare Nostrum" ha preso in carico più di 30.000 persone, salvandole, be', si potrebbero criticare i fondi spesi? Dalla fine degli anni '90 più di 20.000 individui hanno avuto per tomba il Mediterraneo.
Chi tra noi inneggia ai paesi che respingono calpesta migliaia di morti, in un nazismo inconscio, ignorante, miserabile.
Guardando invece alla maggioranza degli stranieri che vivono ormai qui, che non sono arrivati come rifugiati, ma con permessi turistici e ricongiungimenti, con il loro pagare le tasse, affittare e comprare case, aumentare i consumi, l'economia ne ha ben da guadagnare. Senza gli italiani di adozione, sarebbe dura pagare le pensioni. Ai nostri anziani.
Quanto ai rifugiati, come su tutta la questione c'è ampia letteratura, specie in rete. Oltre le Alpi è il loro futuro mentre il nostro paese è rinomato per faticare ad avere un avvenire radioso. Peccato solo che la procedura Dublino obblighi a chiedere asilo nel paese di ingresso. Va abolita, come è stato soppresso il nostro premier - non a caso - di allora. Tanto però, l'Italia non ha una legge sui rifugiati. Gestendo la cosa come emergenza, alla Bertolaso, prosperano truffe, ai danni dello Stato, a vantaggio di politici e corollari amici di albergatori, enti religiosi e immancabili onlus. E con le fobie guadagnano i razzisti istituzionali, invece di denunciare che nel traffico di umani sono coinvolte le 'ndrine. Non vado oltre, per il raggelante pensiero che, come racconta l'ANSA, la 'ndrangheta lucra persino sulla pedofilia...

piazza cemento armato

E' stata inaugurata la più grande piazza di Milano. Giustamente, è anche la più grande distesa di cemento della città. Anche se la mia "rilettura" dell'immagine del cesso di piazza Gino Valle (già fautore dell'abominio della Bicocca) esagera nel grigio, il verde è davvero inesistente. E' evidente e mi sento persino stupido ad affermarlo. Questa piazza ha il sapore della sconfitta, di un'intera città, della giunta che la governa, sepolto ormai il vecchio socialismo meneghino nella toponomastica, i ghisa in una sorta di corpo "forestale", i tram nei colori ingannevolmente sgargianti della pubblicità. Una Milano che ha venduto il cuore al miglior offerente e ora scopre che non ce la fa più a ricevere tutti i profughi in arrivo dal Sud del paese - e del mondo. E' inevitabile, se ti voti al demone del denaro, quando hai bisogno di solidarietà scopri che hai le casse vuote.
Sarebbe stato coraggioso fare una parco, una piazza d'alberi al Portello, lasciando solo come nuova costruzione il centro commerciale. Sarebbe stata una bella sfida se Milano non avesse ceduto agli interessi mafiosi nel costruire fino a livelli vomitevoli, se, forte di una cittadinanza che la sosteneva, l'Amministrazione avesse sfidato i boss del cemento. Sarebbe stata una giunta di sinistra, Milano avanguardia della lotta alle mafie. Ma sognare non ha più senso qui.
Ha vinto la mafia e dopo l'Expo ci ritroveremo un sindaco inesistente, alla Albertina. Milano è un gigantesco girone infernale, un torace da percorrere senza amarlo, senza desiderio, un ciclopico portafogli per pochi. Un generatore di incubi e polmoniti, uno dei peggiori posti al mondo dove vivere.

Un pedone vale 8 punti

Ammetto che amo sentirmi un bastian contrario. Per questo cerco sempre di rispettare i pedoni sulle strisce di attraversamento. Questo mi pare però un puro delirio: è mai possibile che a quattro anni dall'istituzione della sanzione di 8 punti, decurtati dalla patente, la situazione sia la medesima?
Ammuffendo qui non so come sia altrove, ma a Milano spesso il pedone ringrazia l'autista quando si ferma a lasciarlo passare sulle strisce o_O Come se un vigile ti dovesse sorridere ogni qualvolta transiti col verde! 
Io quando mi fermo prima delle "zebre" non guardo davanti (difficile che il pedone mi venga addosso) ma dietro, per vedere se mi stiano per tamponare o, peggio, qualora vi sia un'altra corsia, che si apprestino a superarmi stile "prove libere", facendo rizzare i capelli al pedone e i peli del naso a me, che oltre che amareggiato eticamente devo pure aspettare che il ciula svanisca all'orizzonte.
Le moto spesso sembrano abbiano il numero 46, ma le auto non sono da meno. Però trovo aggravante quando a farlo è un tassista, cioè uno che guida di mestiere. E trovo altrettanto grave quando il terrore ai pedoni riguardi mamme con passeggino, invalidi in carrozzina o col bastone (anche bianco), anziani*. Certo, i narcisi che al cellulare rallentano sono antipatici, ma il pedone è debole per definizione. E ha ragione 94 volte su 100.
Nota di...colore: quando sulle strisce passa uno "straniero", il ringraziamento è spesso più caloroso. Il fatto mi stupisce sempre, non potendo allontanare il timore che il razzismo si manifesti persino qui, nelle regole più elementari di vita associata. D'altronde, se ripenso alle categorie elencate sopra*, non posso non pensare che, in qualche modo, siamo tutti sullo stesso barcone...