Il mio conflitto di interessi

- Nooo, gionni, nooo, un altro post autoreferenziale...! Nooo...!
- Ma frenz, 60.000 visitatori, dovrò pur stappare una bottiglia di inchiostro!

Mi duole un po' non parlare di politica meneghina. Scrivo meno avendo inferiori spazi di tempo, voglia ma soprattutto di estraneità. Non si tratta di "timor hominis", piuttosto è una questione gustosamente etica. Sopra e insieme alle abilità specifiche dei mestieri sociali, credo che quel che conti sia la deontologia, come testimoniato dalla formazione in questo campo. Certo, un ausiliario socio-assistenziale deve saperne di igiene e mobilizzazione, un assistente sociale di processi di aiuto, ma la condizione fondante è l'etica professionale. Non è facile, di fronte a scelte amaramente politiche. E di budget, di convenienza, di logiche che io vedrei estranee all'aiuto professionale: ha senso parlare di appalti o di progetti-concorso? Ma io, oltre a dovere rispettare gli individui, non pacchi inanimati, che, poveretti (come mi scriveva su questo verde un certo guru), si ritrovano ad avermi come "operatore", devo sottostare ai doveri contrattuali di fedeltà e riservatezza.
La mia testa calda non mi impedirà di tornare a strepitare, ma è davanti agli occhi di tutti la situazione contingente e poi non mi piace atteggiarmi a grillo parlante, alla "mi spiega che penso e bevimm'o café".
Alla vigilia di Expo, sono un po' preoccupato per le notizie di scontri annunciati al May-Day. Corre voce pure che ci scappi il morto, ma, per quanto sia vero che oggi e qui sia molto facile dipartire, non sento quell'odore triste dell'estate del 2001. Forse è più una speranza, ma preferisco il sole, sempre meno scatenare tempeste. Invecchio? Sicuro, tutto è sottoposto alla caducità. C'è un tempo per mangiare pomodori e un altro per gettarli. Grazie per essere passato nel mio "prato" elettronico, anche se non la pensi proprio come me - non lo pretendo, sarebbe fascismo.

La casa di Paolo



Salvatore Borsellino ha un sogno.
"Voglio fare tornare Paolo alla Kalsa, il quartiere dove siamo nati, dove abbiamo giocato per le strade, dove siamo andati a scuola insieme a tanti bambini alcuni dei quali sono poi finiti nelle spire perverse della mafia, del cancro che corrode la nostra terra.
Voglio fare tornare Paolo nella casa dove è nato in maniera che, quando neanche io ci sarò più, ci sia un posto dove la gente possa andare a trovare Paolo, un posto che non sia però una “casa di memoria” ma qualcosa di vivo, dove i ragazzi problematici del quartiere possano trovare una alternativa alla perversa spirale dei quartieri poveri di Palermo. (...)
Per la “Casa di Paolo” utilizzerò i locali della nostra vecchia farmacia in Via Vetriera e dei locali attigui, sottostanti al balcone della casa dove Paolo è nato, che ho già acquisito a mie spese. Ho già iniziato i lavori necessari per adattare i locali, che si trovavano in un pessimo stato di conservazione...
Per questo motivo è stata avviata col tesseramento delle Agende Rosse una raccolta fondi, con info sul sito 19luglio1992.com (da cui è tratto il corsivo sopra). Ci saranno iniziative, come in questi giorni la mostra a Rozzano del pittore sociale Gaetano Porcasi. Cascina Grande, via Togliatti 1, dalle 9 alle 19, fino al 19 aprile.