ma io non voto

Non ho molto da dire. Ho deciso di non votare alle prossime amministrative (primarie giammai, almeno, queste qua, truffette da quattro soldi). Per via della delusione di Pisapia, zombie fagocitato dagli zombie del Pd, la sodomizzazione di Expo, da cui viene questo funambolo simpaticamente agghindato nella trasfigurazione del mio giudizio.
Sala assomiglia al padre maestro che avevo in seminario, ma m'inquieta per ben altro. Vincerà le primarie, comunque non le elezioni. Avremo un sindaco di destra, ancora. Certo il mio voto è uno, lo so e parlarne qui non muoverà neanche dolci fili d'erba. Ma sono esasperato e quasi mi prometterei di non votare mai più, pensando solo al maestro Franco.
Di tutte le letture, abbastanza disilluse, su questo circo di sinistra, che farà festa a Carnevale e piangerà a primavera, trovo efficace la visione del Comitato No Canal
Per quanto mi riguarda, trovo giusto astenermi. E il lavoratore sociale che è in me è d'accordo.
Un'ultima sciocchezzuola: ho sempre messo le foto nei post in modo un po' manicheo, cioè il "buono" a sinistra, il cattivo a destra e quindi Sala non potevo proprio, piazzarlo a sinistra...

La Casa di Paolo

" Caro amico
nella ovvia impossibilità di scrivere singolarmente ai più di 8.000 iscritti al Movimento delle Agende Rosse dal 2010 al 2015, invio a ciascuno di voi i miei più sinceri auguri, nella speranza che abbiate trascorso un sereno Natale e che ci attenda tutti un anno nuovo che, più di quello finito, si avvicini agli ideali di Verità e di Giustizia per i quali combattiamo la nostra lotta.
Da anni, con nel cuore la rabbia e la speranza, per affermare questi ideali. Stiamo combattendo una lotta di RESISTENZA senza tregua, senza fine, senza mai arrenderci o scoraggiarci, ma anzi moltiplicando le nostre forze quando gli ostacoli appaiono più alti e più difficile da superare.
La nostra bandiera è una AGENDA ROSSA che non vuol essere soltanto un ricordo di Paolo e dei suoi ragazzi, ma il simbolo della lotta per la loro memoria, per realizzare il SOGNO per cui hanno sacrificato la loro vita. Levando in alto questa bandiera da anni combattiamo la nostra lotta di RESISTENZA, ma gli anni passano e il tempo che mi rimane si assottiglia sempre di più.
È per questo che ho impegnato questo anno per realizzare un mio sogno, quello di fare tornare Paolo alla Kalsa, il quartiere dove siamo nati e dove abbiamo vissuto da ragazzi. In questo quartiere, insieme al nostro movimento, ho voluto fare nascere un posto dove chiunque, negli anni che verranno, possa venire a trovare Paolo, non al cimitero o nella via dove lo hanno ucciso, ma nel quartiere dove siamo nati, dove abbiamo giocato per le strade, dove siamo andati a scuola insieme a tanti bambini, alcuni dei quali sono poi finiti nella perversa spirale che dalla povertà e dall’emarginazione porta alla criminalità e alla mafia, quel cancro che da sempre ha corroso la nostra terra e che ora, entrato in metastasi, ha intaccato l’intero tessuto del nostro paese.
Per fare nascere la Casa di Paolo ho utilizzato i locali della nostra vecchia farmacia in via della Vetriera, che ho dovuto recuperare dal loro stato di degrado, e dei locali attigui, sottostanti al balcone della casa dove Paolo è nato, che sono riuscito ad acquisire a mie spese. I locali sono stati riadattati grazie ad una sottoscrizione pubblica, nata per iniziativa della poetessa siciliana Lina La Mattina, alla quale hanno partecipato sia gli aderenti al Movimento sia tanti comuni cittadini che hanno voluto dare il loro aiuto. Ha cominciato così a vivere un posto nel quale la gente, anche quando io non ci sarò più, potrà andare a cercare e a trovare Paolo. Non una “casa di memoria”, ma qualcosa di vivo, dove i ragazzi a rischio del quartiere potranno trovare una alternativa a quella perversa spirale che che potrebbe inghiottire tanti di loro come i nostri compagni di giochi di un tempo.
Nella Casa di Paolo, grazie ai volontari del Gruppo delle Agende Rosse di Palermo, è già nato ed è attivo un doposcuola e a breve, grazie ai computers che ci sono stati donati, nascerà una scuola di informatica nella quale io stesso potrò insegnare ai ragazzi il mio mestiere, l’uso dei computers come strumento di lavoro.
Per potere vivere e sostenersi la Casa di Paolo ha però bisogno dell’aiuto di tutti, sia a livello di volontariato sia a livello economico, e per questo ho realizzato al suo interno una foresteria, piccola ma indipendente, con 8 posti letto, bagno, cucina e locali per il pranzo e per il soggiorno, dove chi vorrà aiutarci potrà prestare dei periodi di volontariato alloggiando nella Casa per tutto il periodo dello stesso. Le risorse economiche necessarie per il mantenimento e l’accrescimento delle attività della Casa di Paolo, poiché ho deciso di non chiedere nulla alle Istituzioni, dalle quali pretendo solo Verità e Giustizia, dipenderanno dalle libere contribuzioni da parte di tutti quelli che vorranno aiutarmi. Basterebbe che ciascuno degli iscritti al nostro Movimento offrisse anche solo un piccolo mattone, una piccola offerta volontaria, per rendere la nostra Casa più grande e più solida. Chi volesse farlo potrà fare la sua donazione, tramite Paypal o Carta di Credito, accreditando l’IBAN dell’Associazione le Agende Rosse, che ha breve assumerà la statuto di ONLUS:
IT19D0335901600100000116925
indicando nella motivazione “Casa di Paolo” (vedi sito www.19luglio1992.com). Mi spiace essere costretto, approfittando di questi auguri, a chiedervi anche questo piccolo sacrificio ma da solo non potrei mai farcela. Rinnovandovi il mio più sincero augurio per l'anno iniziato spero di potere incontrare un giorno ciascuno di voi nella nostra Casa di Paolo."

Salvatore

87 ore

Franco era il maestro più alto del mondo. I disegni dei suoi scolari mostravano un affetto profondo. Ma Francesco Mastrogiovanni era anarchico e manco fossimo ai tempi di Lombroso, era sotto la lente della psichiatria. Guarda un po'.
Per questo è stato crocifisso in un letto. Crocifisso, sì, perché tra contenzione, farmaci e nutrizione mancata, è morto soffocato, proprio come in croce.
Sequestrato con un TSO illegale, del sindaco "pescatore", che evidentemente poteva temere più un maestro anarchico che la camorra, ma è la seconda a uccidere. E a volte anche un sindaco.
Franco si butta in mare. Canta "Addio Lugano Bella". Urla che se lo portano a Vallo non ne esce vivo. Poi, la sua agonia, lunga 87 ore, riprese da telecamere silenziose. Il suo corpo che non è un astrazione filosofica, legato fino a sanguinare. Franco muore come un pesce fuor d'acqua, come racconta il medico legale alla fine del film di Costanza Quatriglio.
Mastrogiovanni non era pericoloso per sé e per gli altri, come vorrebbe l'art. 54 c.p. Ma forse, un anarchico lo è. A prescindere.
Ancora una volta, un morto di Stato. Una pasionaria, sua nipote Grazie Serra, a combattere per giustizia. Un'altra Antigone, come Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferrulli, Patrizia Moretti, Ornella Gemini...
Nessun perdono. Mai.