Ciaone elezioni

Tanto per non scostarmi dalla mia calma banalità, ribadisco l'intenzione di non votare. Non lo farò alle amministrative. 
Sono banale perché già Crozza aveva ironizzato sul "ciaone" elettorale. Mi vergogno a usare 'sto termine, ma penso al ritorno d'immagine dell'ideologia, alla Laibach e mi cheto.
Sulle comunali basta vedere il calciomercato di nomi. Quando mi chiedono che ciufolo c'entri la Meloni con Milano, provo a dare una spiegazione ma poi abdico, pensando a cose più amene. E Parisi? Un omino dal faccino così buono da essere il target ideale di un borseggiatore. Quanto a Sala, il sale sulle ferite di Expo fa ancora male, direi.
Per il referendum ci sarà tempo. E a Boschi non si può che rispondere "No!". Tanto per restituire lo sbeffeggio al primo partito italiano, che vanta un presidente del consiglio abusivo. Ma è il terzo e quindi, a che è servito votare? Contro la corruzione sistemica, potrebbe essere il momento di rinfacciargli una delegittimazione popolare. 
Ecco, restituisco la banalità che viene dal potere. Stronzate, ma quante stronzate...

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