la "civilità" di casapound

L'incursione di casapound in quello che dovrebbe essere il tempio della città, il consiglio comunale, è una ferita, un affronto, un'onta per Milano, medaglia d'oro della Resistenza. Ma tant'è, ormai, Milano vive una decadenza tutta sua.
Sono perplesso sulla facilità con cui la provocazione abbia avuto luogo dando, tanto per cambiare, visibilità a chi ostenti saluti romani come fosse niente (e nega pure di averli fatti, che coraggio).
Mi spaventa vedere com'è stato gestito l'ordine pubblico, sembrando all'inizio che si volessero fare uscire i fascisti dall'ingresso principale - né c'è voluto molto perché gli altri aggirassero il Palazzo quando si è optato per il cancello di via Marino.
Sono indignato dalla pochezza di Majorino, che a "Repubblica" bolla gli squadristi come quattro pirla. Ma anche lui, come il sindaco, non c'era, l'aula era semivuota. Minimizzare occulta un'attenzione necessaria, ora che sta esplodendo il problema dei rifugiati: la pagina facebook di casapound Milano ha circa 17.000 sia "mi piace" che "seguaci". C'è da pensare che dalle prossime ceneri del movimento di Grillo molti confluiranno in quello che è già stato il servizio d'ordine dei 5 stelle.
Chissà se subirà conseguenze Angela De Rosa (a sinistra in foto), per avere patrocinato e favorito la violenza di ieri. Comunque, per quanto a pezzi, non sono ancora bruciato del tutto, "civilità" lo ha detto proprio lei, di professione giornalista (pure). Mi fa sempre senso vedere gente che rivendica di essere italiana, quando non sa usarne decentemente neanche la lingua...

Nessun commento:

Posta un commento