ora che finisce

In piena emergenza mi angosciavo quando dovevo andare in giro per il mio lavoro. La città vuota, i negozi chiusi, la disperazione venuta a galla - perché sembravano essere rimasti solo i senza dimora per strada.
Così mi ero ripromesso di aspettare la confusione e di apprezzarla. E lo sto facendo. Non so quanto durerà, ma anche se la tizia nella macchina davanti andava pianissimo e perdeva i semafori, a differenza di quelli dietro non le ho suonato, non le ho neanche "fatto i fari".
Non sto usando il clacson. Non mi gonfio il fegato per il traffico. Non mi inviperisco per chi mi taglia la strada.
Ogni saracinesca finalmente alzata mi fa sorridere. E mi sembra che le persone si ipnotizzino meno sui telefonini. Ci guardiamo in giro, in viso, anzi, negli occhi viste le mascherine d'ordinanza, come se cercassimo un brandello di senso di umanità, quasi che stessimo tutti uscendo da un incubo collettivo.
All'orizzonte ci sono nuvole scure, agitate dagli spettri di chi ha voluto tutti gli ecomostri, il bosco(?) orizzontale, i palazzoni storti, enormi, inutili. Ma sono le ultime. Abbiamo imparato tutti qualcosa, il valore di essere liberi, di uscire di casa anche solo per bere un caffè o salutare degli alberi.
Mi sarebbe piaciuto fare una parodia del sindaco che si "incazza" per gli assembramenti. Ma sono pigro, anche se mi viene l'orticaria quando vedo il Sala voler fare quello che ci vuole bene, che lavora(?) per noi.
Buonasera Milano, bentrovata e bentornata al nostro solito casino: chi l'avrebbe mai detto che mi sarebbe mancato?

"E quando sarà finito questo periodo, torneremo a suonare i clacson più di prima!"
Il Nano del Milanese Imbruttito

Lo chef de' noantri

Max Mariola è lo chef de' noantri: lo scrivo con tutta l'accezione positiva del termine, vale a dire "uno di noi". Nonostante faccia televisione da 20 anni, sul canale Gambero Rosso, non è mai precipitato nel sensazionalismo che ha spettacolarizzato in modo nefasto e presuntuoso il termine "chef", che invece significa cuoco altamente specializzato e competente su tutti gli aspetti del cibo.
Da un paio d'anni il canale Youtube Chef Max Mariola sforna ricette prelibate e sfiziose, superando così i 100.000 iscritti. Nei video Max si mostra finalmente sciolto, rispetto ai programmi televisivi, allegro come un ragazzino ma proprio da quando è diventato padre sfodera una contagiosa verve. Mariola ha aperto così le porte della sua casa, creando un formato avvincente: lui, la sua partner, che gira i video ed è la fan numero uno e il figlioletto Mariuccio, che vediamo letteralmente crescere e che, con Camerawoman, sapientemente protetta da un alone di mistero (per cui molti si chiedono che volto abbia), sono i principali estimatori della cucina di Max. Più rare sono poi le presenze della mamma Fiorella e del papà, evocato nei racconti di vinificazione di quando Max era piccino.
Mariola comunica una grande umanità. Lo ha mostrato in questo periodo di emergenza, dove si è prodigato a distrarci con ricette fenomenali. Max rende la cucina qualcosa di raffinato ma alla portata di tutti, anche dei vegetariani, quando propone varianti e rivendica il fatto di fare come voglia a casa propria (e quindi idem per ognuno di noi) e di evitare pericolosi fondamentalismi (alla Sky). Lo chef insegna come cucinare con gusto e libertà, scegliendo prodotti genuini, in quanto di stagione e italiani, quindi possibilmente più vicini di filiera e migliori. In questo senso è patriottico ed "ecologista" perché tocca tante zone del Paese ma usando la sua romanità sa essere diretto, simpatico e molto chiaro sull'effetto che la preparazione del cibo debba raggiungere. Nemmeno manca di sapere, quando spiega la filologia di certe ricette ma soprattutto come  distinguere la genuinità degli ingredienti e il senso nel prepararli in un determinato modo. In questo è un grande insegnante, per cui al di qua della singola ricetta il suo è uno stile di cottura avvincente.
Un altro punto di forza è l'ambiente fisico della sua cucina, con isola, piastre a induzione e insomma quello che ci si aspetterebbe da uno chef - mentre di altri mi è capitato di vedere spazi così tristi che mi hanno fatto adorare la mia cucina. Insieme però quella di Max è un ambiente vivo, con tanti spazi non mummificati, come un frigo incasinato ma ricco, sia dentro che fuori e la musica in sottofondo che spesso indica tutta la voglia di vivere di un personaggio umanissimo.
Le critiche contro Max si sprecano ma penso sia normale, quando ci si costruisce un piccolo successo senza voler dimostrare a tutti i costi di essere "er mejo". L'umiltà di Mariola è per me infatti la sua ricchezza più grande. Gli sono grato soprattutto per avermi riconciliato con un termine che ho sempre sentito lontano: chef.