Voi

 Voi e i vostri cani, più importanti di bimbi e barboni.

Voi e il vostro consumare all'inverosimile, fino a restare senza ciò che è vitale.

Voi e la vostra obbedienza, cieca, fascista.

Voi e le vostre strade, per cui uccidereste, per una manovra, un parcheggio.

Voi che lasciate i malati che non fanno notizia a crepare da soli, di dolore.

Voi che chiamate eroi anche i lestofanti.

Voi che votate il cane del gregge.

Voi che bollate come sfigato o rompicoglioni chi ha sete di giustizia.

Voi che sfottete chi è anarchico o comunista, senza avere il fegato per lottare.

Voi che temete di andare incontro alla morte, ma la avete già, nelle vostre mura, nel vostro intimo.

Voi.


la delinquenza di Trenitalia

 Sabato 22 agosto il Regionale 1754 in partenza da Pescara verso le 16 è arrivato a Milano Centrale alle 2 di notte. Si trattava dell'ultimo convoglio a tariffa "normale" per Milano e il ritardo finale accumulato è stato di 150 minuti, visto che l'orario di arrivo era previsto alle 23.30. Alcune testate hanno accennato alla cosa ma il viaggio è stato un vero inferno. Si parla di un guasto sulla linea, di overbooking di biglietti. Ma i viaggiatori venivano avvisati laconicamente quando le fermate in stazione si prolungavano spasmodicamente, lasciando ovviamente transitare prima i treni più costosi, cioè le varie Frecce e Italo, i cui rimborsi, per altro, sono certo più cospicui - e anche più facili, visto che la vidimazione del biglietto su quei convogli è più sicura. Sul nostro fottuto Regionale, invece, il personale si nascondeva. Il capotreno, dopo Bologna, ha fatto un rapido giro di controllo per verificare l'affollamento ma è fuggito a gambe levate temendo un prevedibile linciaggio. Quindi, niente vidimazione dei biglietti, ergo, niente rimborso.

L'acme viene raggiunto a Piacenza, città a cui si riferisce la foto: partenza prevista alle 22.50, mentre il ritardo era ormai di 140 minuti. Poco prima di giungere in stazione, il capotreno comunica che il convoglio termina e bisogna spostarsi su un altro treno. Lo facciamo tutti, disperatamente, ma una volta sul nuovo convoglio non partiamo. Nessun ferroviere visibile, solo l'altoparlante che, dopo un po', avvisa di dover ritornare sul treno precedente. Alcuni di noi lo fanno: quando finalmente siamo divisi su due treni, si riparte. Arriviamo così a Milano Centrale dove la stazione è rimasta aperta solo per noi. Ci lasciano ai binari 23 e 24, quelli più in fondo, quasi fossimo dei deportati. Lungo il percorso fino all'uscita troviamo alcune guardie giurate, impaurite e stupite dal nostro essere in tanti e disfatti da un viaggio che richiederebbe un processo penale, visto che l'articolo 340 del codice penale prevede che chi cagiona un'interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito con la reclusione fino a un anno. Fuori dalla stazione non ci sono più taxi né tram o autobus, a parte le linee notturne, che però non sono utili a tutti né rispettano gli orari stabiliti.

Trenitalia è un'associazione a delinquere. L'ultima tangentopoli che la riguarda è partita a Luglio. Incidenti e disservizi non si contano e app che ne vendono i biglietti, come Trainline, sono campioni di spam. Complimenti davvero. Ho sempre amato i treni. Mi mancheranno.

Heil Google!

Sarebbe stato bello rimediare ben altro tipo di regalo per gli 11 anni del blog, che ricorrono questo mese. Invece, Google da tempo segnalava che queste pagine non fossero ottimizzate per i dispositivi mobili. Niente di male, se non fosse che oramai 9 visite su 10 vengono effettuate con gli apparecchi "leggeri". Quindi, la scelta per non scomparire, dopo aver tribolato diverse volte per tentare di risolvere (invano) il problema della visibilità, era quella di cambiare tema del blog. Radicalmente.

Così, com'era prevedibile, è finita al macero la colonnina laterale, che riportava i post più letti, un "muro" con gli aggiornamenti di blog seguiti, tra cui quelli dei "morti invano" (Rostagno, Luca Rossi, Cucchi, Aldro...) banner di siti vari e altro ancora. Ho cercato comunque di recuperare alcuni elementi con il menu a comparsa, in alto, a sinistra del titolo del blog.

Google domina la Rete e questo banner, nella foto a sinistra, viene dall'estensione di DuckDuckGo per Firefox, che monitora il tracciamento su Internet. Come si può vedere, la mail di Google lascia poche speranze di riservatezza. Figuriamoci il resto e infatti  questa estensione sarebbe da consigliare, anche se spesso non lascia vedere determinati siti o video incorporati perché ne rileva la malevolenza

Il nuovo "template" sarà accattivante, ma rattrista aver perso del "lavoro", una parte cospicua del blog che ora appare come... circonciso. 

Non c'è più il verde di sfondo, che voleva rivendicare l'uso di quel colore come non esclusivo della Lega. Che tanto, oramai, veleggia su un'anima più nera, quindi la tinta va bene così. Visto anche che la tentazione totalitaria sia sempre più diffusa, in Google, in Salvini e anche nel governo attuale, che, guarda un po', salta fuori che avrebbe imposto il lockdown per eccesso di zelo: Giuseppe Conte aveva paura di subire processi per eventuali morti da virus. Così, lui e i suoi picciotti, hanno scagliato il paese in un baratro di miseria. Che ci dicono di combattere a colpi di proroghine fiscali e bonus disparati. Un vero trionfo del nero.