Virusback

 E così dopo un anno il virus è ancora lì. Cassandre e zanzarologi gongolano, c'è ancora lavoro per loro. Ma crisantemi a parte, sembra ormai che la pandemia abbia creato dei punti di non ritorno. O svelato semplicemente quanto sia malefico il capitale.
In primis, la pochezza dei politici: da Bolsonaro a Johnson, da Conte a Trump, dal presidente slovacco ai draghi di ritorno (purtroppo non Grisù), tutti si dimostrano imbelli, egoisti, incapaci. La sanità si svela campo di potere e denaro, per cui le bufale sulla sacralità della vita si polverizzano come vampiri all'alba. Perché se, per carità umana, il problema principe resta quello dei morti, il secondo è la prevenzione (?), la ricerca (??), una sanità universale, pubblica e funzionante (???). Per dire, alla ospedaletti in fiera, riciclati come vaccinatoi. O da campo, in fondo a via Novara o alla Locride. Non di sola emergenza vive l'uomo...
Ma c'è di peggio. Baristi e ristoratori sognano il momento di ripresa, dicendo che schizzeranno i ricavi. Davvero? Le grandi aziende scoprono che il lavoro a distanza aumenta la produttività. Seleziona i più forti (se scleri scei aut!). Tutti i corollari infatti che rendono il lavoro digeribile, socialità, pause, viaggiare, persino nel traffico, scompaiono. A quel punto, che fine fanno colazioni, pranzi e pure cene? Spariscono. E con loro esercenti, e filiere, e indotti. 
Le compagnie di sicurezza si moltiplicano. I palazzi delle major si riducono, Sky ne aliena uno a Rogoredo. 
Si profila un futuro disperato. I ragazzi, tra un tiktok e un "bitch", vedono un buio  vuoto. E si divertono, e si fanno del male. Il crack non è solo il male dei giovani di Napoli, lo si sta sparando a Milano, per esempio all'ex mattatoio, a fianco di Macao.
Se era chiaro che tutto non sarebbe tornato come prima, ora però sembra di stare in guerra. E infatti si parla di soldati. Solo che non sappiamo quando arriverà la Liberazione, e come sarà il dopoguerra.