A Mario Malagamba

Mario, voce fuori campo ai tempi della Domenica sportiva (anni '70)
Alcune ore fa mi hanno detto che Mario è mancato. E sono rimasto a pezzi. E' successo dopo ferragosto, nella "sua" Vernazza, dove lo chiamavano la "Voce".
Mario Malagamba era un giornalista della Rai, nella quale aveva fatto di tutto, dalle cronache sportive al "Gazzettino Padano", alle introduzioni ai brani della filodiffusione (IV canale, quello della musica classica).
Di ciò che ha compiuto si trovano molte notizie in rete, compresa quella di aver pronunciato lui la frase "Ieri 29 settembre..." nella nota canzone dell'Equipe 84. Ma io qui voglio ricordare il Mario che ho conosciuto in strada.
I suoi aneddoti sulla Tv di Stato erano tanto spassosi quanto inquietanti, per la funzione di gestione del potere del mezzo televisivo. Nonostante questo, Mario non si pavoneggiava. Era tremendamente umile, tanto che in corso Sempione, dove gli idioti abbondano, spesso faticava anche solo per passare i tornelli del "Servizio pubblico". Schivo ma cordiale, estremamente serio eppure pronto alla boutade, con un'etica che manco il grillino più sfegatato potrebbe accampare, Mario sapeva molto bene come va il mondo. Me lo spiegava, mi metteva in guardia. Ed era delizioso ascoltarlo con la sua voce profonda, dal timbro bassissimo e però molto caldo.
Mario mi parlava spesso di un suo amico di estrema sinistra, che al momento della repressione più dura si era ritrovato nella merda più totale, prima in carcere e poi libero ma senza più niente e nessuno, a differenza degli altri "compagni" figli di papà. Me ne parlava temendo una sorte simile per me, con affetto malcelato, con spirito di classe, però senza fare il trombone. Mario infatti sapeva più di fisarmonica e di contrabbasso...
Forse ho imparato più cose da Mario che in tutti gli anni di Università. Col tempo cedevo sempre più alla sua visione della natura umana pessimista; non volevo, ma la sua logica era ferrea. Lui mi diceva, con la sua pacatezza invidiabile, quali siano veramente i regali della vita. E mi dava l'immagine di un padre esemplare, il che non è poco, nossignore, nella cosiddetta "società senza padri"; mi diceva: ...possono venirmi a dire qualsiasi cosa dei miei figli, che han fatto questo o quest'altro, che sono in un certo modo o in un altro, che a me non fa né caldo né freddo. L'importante è che mi vengano sempre a dire che stanno bene.
Mario sapeva di questo blog e, pur comprendendomi, se ne domandava il perché, visto che mi espongo in qualche modo e non ci guadagno granché.
Mi viene da sorridere, in mezzo a tutto questo pianto, pensando che Mario mi avrebbe bacchettato perché, per cercare di avere l'ultima foto scattatagli e pubblicata su "Il secolo XIX", ho rischiato di spendere diversi euro - e lui sapeva quanta fatica faccia per racimolarne. Solo che il sistema di pagamento di quel giornaletto non funziona, quindi ho risparmiato e mi sono "accontentato" di questa bellissima immagine di un Mario d'annata. Che molti "sansiresi" stronzi non riconoscerebbero, ma chi se ne frega, Mario non c'è più e questa cosa mi fa incazzare come una bestia, anche se certo giovane non era...
Chiedo scusa alla famiglia Malagamba se ho parlato di Mario in modo così scanzonato e senza autorizzazione. Ma belàn, come sono vuote le strade del quartiere senza il suo passo silenzioso...

Le sventure di San Siro

10/9: Piazza Esquilino invasa dalla fogna "destata" dal cantiere M5
Oltre al Garibaldi, violentato anche da altro cemento, la linea 5 ha reso San Siro un quartiere degradato. E' il prezzo da pagare per un servizio che impreziosirà(?) l'area. Eppure i cantieri sono malvisti. Critiche vengono mosse da diversi abitanti su come sono stati impiantati e la foto a fianco potrebbe confermarlo. Un episodio (quasi come la sparatoria di una settimana fa) che non ha fatto notizia perché forse San Siro ultimamente non ama molto il sindaco.
Non bastava un evento calcistico o d'altro genere ogni 3 giorni (un terzo di smog in più), il traffico, anche pubblico, impazzito, i parcheggi inesistenti (per la gioia dei residenti), la militarizzazione, gli atti di microcriminalità e violenza durante le partite - e per quanto ufficializzata da poco, la partenza dell'Inter che snellirà il Meazza e la zona dai suoi match è ancora tutta da "costruire".
Intanto il quartiere vive una situazione alla Quarto Oggiaro di una volta, spaccato com'è dai cantieri. Capita che i mezzi di soccorso fatichino a raggiungere il luogo di un'emergenza, e mica solo durante le partite. Poi, soprattutto i topi d'auto hanno imparato che a San Siro si frega bene anche senza calcio.
Il Palazzetto dello Sport, o meglio l'area su cui sorgeva, resta una bomba ecologica, abbandonata a sé; il 7/11 verrano sfrattati i cavalli delle piste ippiche contigue al parco di Trenno, un gran bel pezzo di verde a rischio, come del resto le altre appetitose aree della Snai che, con in giro grandi delinquenti come un D'Alfonso, non si può mai sapere che fine faranno, all'uscio i Berlusca&Moratti (Ligresti ha già pasteggiato in zona, grazie); questo, nonostante la vocazione che si vorrebbe ecologista della giunta Arancione scolorito.
La preoccupazione più grande resta il termine dei lavori della linea fantasmilla: se il Lotto 1 non ha ancora visto l'inaugurazione (dopo ferragosto la sorpresa dell'ennesimo rinvio), il 2, Garibaldi-San Siro, verrà terminato nel 2017?

Sparatoria in via Capecelatro

Il luogo della sparatoria (immagine tratta da Maps)
Ieri, lunedì 1° ottobre, nel pomeriggio dopo le 15 si è verificata una sparatoria in via Capecelatro, a pochi passi dallo stadio San Siro. Pare che non vi siano stati feriti e anzi a terra, davanti al carrabile delle scuderie dei cavalli è rimasta una pistola. Questo denoterebbe inesperienza, dato che l'arma non viene certo abbandonata sul luogo di un crimine da un professionista, per la possibilità che fornisce di rintracciarne il possessore. Sarà per questo motivo che sui media, a quanto pare, non è stato dato risalto al fatto. 
Forse c'è il timore di non poter arginare un allarme violenza in città. Ma qualcosa sta succedendo, come, può essere, già accaduto a Roma. Fortunatamente non siamo di sicuro in una situazione "all'americana" perché da noi procurarsi armi è ancora difficile. Ma non impossibile. 
La criminalità organizzata nel mettere le mani sulla città sta travalicando un confine. Il silenzio sulla sparatoria, se ci risparmia dalle accuse infondate del colpevole clown De Corato, non ci mette però in guardia da un aumento di violenza che andrebbe compreso e combattuto. D'altro canto, è indubbio che quando non si contrasta ma invece si privilegiano le mafie, come con l'Expo, c'è da aspettarsi di tutto. Proprio ieri il Monti s'è augurato un "cammino sollecito" della preparazione della manifestazione(!). Intanto Pisapia lodava Milano quale capitale della cooperazione internazionale. Sì, tra le mafie, appunto...
Magari salterà fuori che l'episodio in questione non andava gonfiato, maturato com'è, chissà, nella decadente camurria del mondo dell'ippica.
Comunque teniamo gli occhi aperti. Questo inverno potrebbe essere ancora più duro, per tanti motivi.

Aggiornamento del 5 ottobre - E' stata resa nota la vicenda dai media: una rapina di sigarette, tentata con una pistola finta ma senza il tappino rosso; l'autore del gesto, arrestato dalla polizia dopo diversi spari, lavorava all'Ippodromo, dove viveva. Resta comunque il mistero per cui siano passati almeno due giorni prima che la notizia diventasse di dominio pubblico.