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Beppe Orfei

 Aridatece Majorino! Mai avrei creduto di rimpiangere i suoi tempi alle Politiche sociali, ma almeno allora i posti letto per homeless durante l'inverno era centinaia. Davvero.
A leggere quanto riportato da Comune e cronaca, al momento Milano non ha nemmeno 400 posti letto per il "Piano Freddo".
Si è detto: ma ora il Comune tiene aperti dormitori durante l'anno, e questo richiede una un impegno, principalmente di spesa. D'accordo, e chi rimane in strada? Chi è pronto ad andare in posti improbabili, tipo il mezzanino, con operatori, spesso, "pittoreschi", tra magari cimici da letto, mancanza di riscaldamento, cibo e docce? Oh certo, questi citati sono episodi. Eppure c'è chi almeno non vorrebbe stare all'aperto col gelo. Non c'è bisogno di citare DE Corato, che prima di natale aveva ricordato che il filobus della 90-91 di notte si trasformi in dormitorio.
L'aspetto più aberrante non è tanto e solo che Sala parli di numeri dicendo che ci sia posto per tutti(?), ma che squalifichi lo stesso sistema che, alla fine, fa proprio capo a lui, al Comune! A Milano ci sono una ventina di associazioni riconosciute che coprono il territorio cittadino ogni sera. Per lo più volontari, qualche sparuto (spaurito?) operatore sociale, ma un impegno forte e che è pure finanziato (poco) dall'Amministrazione Municipale.
Che si incacchi pure il Gabrielli, che dice non sono un commissario e non faccio politica. La realtà milanese è sotto lo sguardo di tutti. Da un lato fashion, chef e dané, dall'altro crimine, mafia, loculi per vivere, inquinamento e tutti incacchiati, autisti, ghisa, operatori sociali...
C'è una domanda che serpeggia un po' ovunque in città: ma quand'è che te ne vai, Beppe? Nel 2026? L'è longh 'me ona quaresima!

gelo sugli homeless

 La notizia è già scomparsa dalla homepage di MilanoToday, forse perché imbarazza.

Eccone qui la schermata. Il Piano Freddo prevede cento posti in più per persone senza casa, di cui 50 nel mefitico mezzanino. Infatti, il comunicato sul sito del Comune è ancora più laconico, parla genericamente di posti che verranno creati successivamente. Sì, ma quando, quanti? Intanto, cento accoglienze sono un insulto di fronte alle migliaia di homeless di Milano. Che in maggioranza neanche ci vogliono andare, in dormitorio, come già detto in altri post. Ma quelli che almeno per l'inverno vorrebbero non rischiare la vita per strada?
Dal Comune viene risposto che ora si fanno più sforzi perché anni fa non esistevano posti in più in dormitorio, al di fuori del piano freddo. Va bene, ma quindi tutelare vite umane è, ancora una volta, una semplice questione di soldi? Per mano, poi, di una giunta di "sinistri"?
Proprio dall'ennesima incapacità di affrontare un problema cronico, viene un sospetto: non è che si voglia regalare la città alla coalizione di destra? Che peraltro, candidando personaggi inesistenti ha già ceduto, in passato, l'amministrazione del Comune agli avversari. Perché? Perché Milano è una città difficile da governare, ancora più di Roma, che al confronto è sterminata quanto a territorio, 1287 km2 contro i 181 meneghini. Milano è grande come l'Eur, ma dà troppi grattacapi. Alle destre interessa governare il paese e, da noi, la Regione. Ciò non toglie squallore al comportamento dei macellai dell'umanità, i politici, ma certo un assessoraccio non viene indiziato di concorso in omicidio se le persone muoiono per strada perché non vengono aiutate decentemente. 
Un paio di appunti anche a Milano Today: usare la parola clochard è un eufemismo, forse elegante ma inutile. E, ancora peggio, mostrare i visi degli homeless è calpestarli ancora una volta, che privacy vuoi che meritino? Infatti, la foto sopra è stata sfocata con l'aiuto di Gimp, tanto per non perpetuare uno dei tanti errori che si fanno coi più poveri del mondo, che sembrano non avere diritto a niente, ma proprio niente.

Non sono mica Joker!

Dunque Gabrielli, ex capo della Polizia, è ora delegato del sindaco per la sicurezza e la coesione sociale. Alla moda 5stelle, non ciaperà un euro (è già in pensione). Non sostituisce Granelli e Bertolé (olè!), ma li affianca, cioè commissaria il primo, mentre l'altro è praticamente un fantasma di suo.
Sala benedice tutto con un sermone alla reverendo Hardwood di "The Town that Dreaded Sundown" (2014): c'è tensione dopo il Covid, i ragazzi han gli ormoni a 1000 dopo il lockdown, certo l'ingustizia sociale aumenta e i cittadini si sentono meno sicuri. Eppure, per lui, non c'è un emergenza sicurezza e Gabrielli gli fa l'eco dicendo che non siamo a Gotham City e che, se però mi cago addosso, me ne impipo delle statistiche.
I reati sono diminuit? Sì, perché sono aumentati quelli non più punibili d'ufficio ma soggetti a querela (per la riformaccia Cartabia). Milano però è la città dove si compiono più reati. Il calo poi è dovuto, davvero, al lockdown, dato che per due anni si è rimasti chiusi in casa quasi sempre, o almeno la notte. Ultimo ma non meno importante, possono esserci sfiducia in giustizia e istituzioni e paura, per cui si denuncia meno.
I reati oscuri, quelli appunto che non vengono esposti, sono un iceberg sott'acqua rispetto a quelli noti. Passi per le azioni di lieve entità (tipo furto della bici), ma se il mio vicino ha fatto il gesto di tagliarmi la gola con una bottiglia rotta, lo denuncio per poi vederlo attuare la cosa? No, e ahimè questo non è un esempio inventato.
E se ho un'attività e mi chiedono il pizzo, che faccio? "Appuntato, glielo ripeto, non so chi abbia dato fuoco alla mia azienda, sarà puro vandalismo..."
Diventa poi singolare l'accostamento tra sicurezza e coesione sociale. Avrebbe senso, perché se si aiuta a risolvere i problemi si delinque meno. Ma non è così.
Milano è diventata una città divisa in caste. Per comprare casa, devi essere uno sceicco, come vantava ultimamente renzi, dandosene pure il merito, il laido. 
L'ambiente peggiora e ormai la fanno da padroni canidi, piccioni, sorci vari e nutrie. L'inquinamento, di tutti i tipi, aumenta, a fronte di un costo della vita indecente. E i servizi? Come i trasporti: chi prende la metro o il tram, si stringe borsa e zaino al petto manco fosse un figlio. Poi, tra periferia e centro non c'è più differenza quanto a criminalità. Anzi, dove girano più soldi? E le mafie, che rimangono occulte, non sono meno pericolose della micro-delinquenza e spesso la alimentano.
Non siamo a Gotham, è vero, e lo si capiva già dai tempi di Bat-pirla. Ma già mi annoio da solo a ripetere queste lamentazioni. Quando però vado in giro, in certi orari e zone, se sono in auto mi chiudo dentro. E a piedi? Compongo il 112 sul cellulare, pronto da chiamare (no, scherzo, ma chissà...).
Mesi fa, quando il dibattito sulla sicurezza è esploso, Sala disse che il terzo settore deve fare di più. Il che è aberrante. Certo non si riferiva a quegli enti che sono dei veri business e che di caritatevole e progettuale hanno solo il nome. È inutile che mi controlli Stazione Centrale e mi lasci Garibaldi, Rogoredo e Lambrate terre di nessuno, dove ci mandi pure dei volontari non si sa bene a fare che cosa. Per dire. Il volontariato è sì una forza e in situazioni come la Sicilia spesso è più vitale della presenza dello Stato. Ma qui a Milano si è in trincea, senza spazi, risorse, se non quelle assegnate ai soliti noti, come Redo e Investire in campo di housing sociale, enti che badano più a garantire i fondi che aiutare chi è in difficoltà. O quelli nel lucroso mercato dei rifugiati, quelli che raccolgono soldi a palate e fingono di risolvere i problemi, mentre la cronicità gli assicura prosperità e futuro...
 
 Ho finito di scrivere il post. L'ho limato. Mi chiedo, come spesso, se non abbia scritto scemenze. E subito, fuori, sparano dei petardi: è arrivata la droga.

ZTM

 Zona a traffico mortale. O milanese, che è uguale. Perché a Milano si muore come niente fosse, in un sottopassaggio della Stazione, dal nome presago (Mortirolo, ma senza Carlo Magno), diventato un dormitorio, o davanti a un McDonalds (non a caso) di periferia, come mi è capitato di vedere stanotte, tornando dal lavoro.
Sarebbe da chiedere a loro, poliziotti e soccorritori, immobili nel gelido buio mortale, attoniti davanti a un corpo ghiacciato, circondato dal nastro bianco e rosso, in attesa del pm di turno, che ne pensino del sindaco, di assessori sifulott de menta, vergognosi nella finzione di lavorare "per noi". Perché Milano è come Fastweb: classista, e se paghi, hai l'assistenza plus, un disgraziato che ti deve dare retta anche se a guardare siti malevoli ti sei fottuto il pc o il fartphone - altrimenti, t'attacchi. 
Un senza dimora, dopo anni di strada, decide di provare a salvarsi. E dove finisce? Lo sbattono all'inferno del mezzanino, tanto, nei servizi comunali gli assistenti sociali sono esterni: senza potere, senza esperienza, freschi di scuola, usati come capri espiatori, pronti alle dimissioni e pazienza se l'ufficio in questione è, a esempio, il pronto intervento minori. E così, il nostro povero senza casa, o il bimbo maltrattato, vengono sballottati come pacchi. A entrambi, presto o un domani, resta solo una scelta: la strada, la devianza.
Ma a proposito di strade, è proprio di quello che Milano si preoccupa.
Va' che bella asfaltatrice. Parcheggiata in strada manco fosse una Panda. Perché a Milano si asfalta, tutto, sempre e 'sto macchinario gira più della 90-91. In nome di monopattini e olimpiadi. A Milano si asfalta, di tutto: diritti, persone, solidarietà, democrazia.

fratelli alberi

La famiglia di mio padre aveva un bel frutteto e questo gli permetteva di non patire la fame. Purtroppo, i bombardamenti della seconda guerra mondiale distrussero quel piccolo Eden. Rammento che il mio genitore parlava di quegli alberi come dei fratelli,  ricordandoli uno per uno, quasi piangendoli per la loro morte.
La foto che segue non avrebbe bisogno di commenti.
Per chiarezza, una spiegazione critica potrebbe servire.
La newsletter odierna del Comune di Milano esalta gli alberi monumentali della città. Oh, sì, che bello, meno male. 
Peccato che pochi giorni fa, la testata Milano Today se ne sia uscita con un'inchiesta atroce: la morte di decine di migliaia di alberi, piantati col progetto "ForestaMi". Tutta colpa della siccità! Davvero? Ma... Non si era derogato, nell'ordinanza "salva-acqua", proprio per gli alberi giovani? Quelli innaffiati da cittadini sensibili, e che il Comune diceva di proteggere con le autobotti? Perché le piante hanno l'eutanasia?
Il progetto in questione è stato avviato nel 2019. La verità è che il verde milanese non ha quasi alcuna manutenzione. Perché non fa guadagnare. Perché non è mica D&G!
Così, farsi belli con alberi che han resistito a guerre, cemento armato, climi torridi e giunte scriteriate, che senso ha? Gli alberi monumentali sopravvivono dall'alto della loro statura e longevità, mentre i politici passano. 
Ancora una volta, non si tratta di criticare tanto per. Gli alberi per Milano rappresentano davvero un oro verde, con i problemi di inquinamento che abbiamo.
Di nuovo, vien da dire solo una frase ai nostri baldi amministratori civici: vergognatevi.

caro Agosto

 Le polemiche di questi giorni sull'aumento del biglietto ATM mostrano due versanti molto critici della politica, lombarda e meneghina.
Il primo punto dolente è questa inveterata abitudine alla vigliaccheria, vale a dire il prendere decisioni che coinvolgono praticamente tutti in un periodo in cui la città si svuota. È davvero un atto pavido e pusillanime adottare politiche spregiudicate, in questo caso l'aumento del biglietto per spostarsi coi mezzi pubblici, contando sul fatto che nessuno protesterà. 
Sono decenni che a Milano si agisce in questo modo. Sin dallo sgombero del Centro Sociale Leoncavallo, avvenuto nel 1989, si attuano scelte spregiudicate al riparo della calura e dell’inattività generalizzata di una città che, pure in questo, mostra di essere piuttosto
provinciale.
Il frangente storico è poi dei peggiori: inflazione alle stelle, politiche basate su sussidi (i famigerati bonus) invece di disegni sostanziali e strutturali, senza contare i numerosi disagi dovuti a ritardi e cancellazioni di treni, per caldo, scioperi, presunti malati di Covid, ruote sgranocchiate dai binari nel Passante e così via. Un pessimo biglietto da visita quindi anche per i turisti, che avventurandosi a Milano in questo periodo, si domandano che razza di vivibilità abbia la città. A proposito di inflazione, l'aumento ventilato, da 10 a 30 centesimi, non solo è un dileggio, perché sembrano non sapere neanche costoro che diamine combinano, ma soprattutto significa una crescita rilevante del prezzo tra il 5 e il 15%.
L'altro aspetto critico è questo continua concorrenza tra Regione e Comune. Invece di essere buoni "vicini", destinati a cooperare così come vorrebbero Costituzione e buon senso, i due Enti pubblici si fanno la guerra, scaricandosi le responsabilità, in modo sterile perché i problemi non si affrontano ma si trova un capro espiatorio nell'altro. Fondamentalmente, un'istigazione all'odio che la dice lunga sull'etica dei macellai dell'umanità. 
In questa meschina città, in questa sventurata Regione, la vergogna è opzionale...

Bertolé, olé

 La polemica su Bertolé comparso come un Biden qualsiasi su megamanifesti in città non va a scalfire un discorso che sarebbe ben più tremendo di soldi, autocelebrazioni e campagne del PD. Il problema è se questa mossa indichi l'intenzione di puntare su costui come futuro candidato sindaco e quindi, e ancor di più, la sua inconsistenza come assessore ai servizi sociali, pardon, welfare, più figo, già.
Sull'incapacità di Bertolé converrebbero le famiglie e i bimbi dell'istituto dei Ciechi di via Vivaio, che hanno di recente protestato, perché li vogliono sloggiare dalla loro sede, prestigiosa e redditizia se affittata agli oligarchi giusti, per sbatterli in un posto non a misura di disabili, in viale D'Annunzio.
Sul Lamberto potrebbero dire la loro le persone senza dimore, perseguitate tanto da subire Daspo dal centro, oltre a essere cacciati da zone periferiche "in vista", fatti mai accaduti perfino con le giunte più destrorse.
E chissà quanti altri potrebbero lamentarsi, visto il recente congelamento di circa 50 milioni di euro destinati alle politiche sociali, col pretesto che manchino fondi (da Roma). Mai si sarebbe pensato di apprezzare la voce di Letizia Moratti, contraria alla misura, mentre il sindaco del vino difende a spada tratta il suo assessorucolo.
Sono proprio le risposte di sicurezza sociale a dare... Sicurezza, anche sulle strade, perché se indigenti, rifugiati (gli altri, che non son più di moda), periferie, devono essere sacrificati, la risposta più efficace rimane solo mettere più divise - che manco ci sono - per strada.
I trafficanti di persone prosperano, le onlus, pardon, ETS milionari si arricchiscono e tutti si gettano sul lisergico della guerra. Pazienza se giovani, donne (per inciso, in aumento a vivere in strada), lavoratori, disabili, stranieri, rifugiati, anziani, persone fragili, vengano trascurate. Servono i dané e Roma non scuce. Ma davvero senza fondi del governo non si vive? E i pacchi di milioni del PNRR? No, quelli servono alla rigenerazione urbana, alla digitalizzazione... Figo...
E tra acque (non vino?) del sindaco, censure ai dipendenti comunali per le critiche sui social, razzismi legaioli ("tutto va al Sud") col Fontana, Milano sembra un piroscafo. Lanciato nella notte. Contro un iceberg.

La pace ai ricchi

 Ieri, domenica 13 marzo, si è ufficialmente chiuso il Piano Freddo di Milano, per persone senza dimora. Le temperature sono ancora basse di notte e si attendono gelate per un'altra settimana, oltre al fatto che le minime di 6 o 7 gradi non sono comunque "sicure".
Bisogna dedicarsi alla guerra. Tra poveri, perché se ora sembra che mezzo mondo sia dalla parte dell'Ucraina (compresi i nazi reduci del battaglione Azov sparpagliati nelle istituzioni e nei partiti di colà), quando Putin e un sacco di gente sarà morta, il primo di cancro, i secondi di guerra, lo zar sarà passato alla storia ma della gente russa o ucraina importerà poco a chiunque.
Le gare della solidarietà saranno un ricordo, mentre chissà come (e se) vivranno quelli che in strada ci restano, cacciati da un posto all'altro per le prove tecniche di Olimpiadi. 
Forse il sindaco Sala dovrebbe bere di meno e essere più onesto: se lui e i suoi sgherri sono così crudeli da voler schiacciare la miseria evidente di chi non ha neanche un fottuto tetto sulla testa, dovrebbe ammetterlo: "Signori, Milano è sempre più per i ricchi. Per questo diamo il culo alle mafie per rifare piazze a costi assurdi, facendo guerra alle auto perché fa figo e chi se ne frega se poliziotti, ambulanze e pompieri non possono arrivare ovunque, chi se ne fotte se Milan e Inter non vogliono pagare troppo, noi dobbiamo mungere, mungere, tutti, milanesi, forestieri, ricchi, poveri. Chi non è d'accordo può anche andare fuori dai maroni!".
Complimenti. E complimenti ai giornalisti complici, che praticano fellatio a questa giunta criminogena, per esempio non scrivendo, almeno nel titolo, che di strada quest'anno si muore, si muore molto di più.
Ciàpa su l'arborìn e va' bèn a fèr dal pugnàt!


piano ghiacciato

Quando un entusiasmo viene raggelato resta una grande delusione. Così, dopo aver esultato per, finalmente!, l'inizio del Piano Freddo, fa male constatare che questo "programma", previsto dal Comune di Milano, è partito ancora più tardi, vale a dire agli inizi di dicembre - l'anno scorso alla fine di novembre. Non solo, ma Covid o no, soldi o no, la previsione di posti letto aggiuntivi non arriva a 400, contando posti squallidi, ma veramente indecenti, come il mezzanino della Stazione Centrale.
Fa schifo il nuovo assessore, Bertolé, che parla di un piano di interventi sistematico e di aumento di posti letto. Niente, il solito politico, alla faccia del fatto che sarebbe uno "del sociale". Ma i macellai dell'umanità sono pupazzi pieni di dabbenaggine, non ultimo il sindaco, Sala, che ieri alla commemorazione dei morti in piazza Fontana si è messo a parlare di scioperi attuali che non c'entrano un cacchio con la strage, scatenando così le ire di alcuni presenti.
Proprio nella zona dove lavora chi scrive, a Milano sono morte nel giro di una settimana due persone senza dimora. Si potrà dire, erano alcolizzati all'ultimo stadio. Vero. Uno al massaggio cardiaco era un geyser di sangue. L'altro, aveva il sacco a pelo congelato. Comunque in dormitorio non ci sarebbero mai andati, preferivano la strada. Vero anche questo. Ma se neanche si può proporre un fottuto dormitorio - che non c'è!, perché a Milano servirebbero molti più posti letto, quel che è amaro constatare è che se non si interviene sulle cause dell'impoverimento, figuriamoci sui mezzi per aiutare chi finisce in strada. In questo le responsabilità sono anche governative e parlamentari, ma alla fine il PD è al potere sia al Comune di Milano che a Palazzo Chigi. Sotto un uomo di Craxi.
Le temperature sono e resteranno basse, soprattutto a Milano. Siamo già a tre morti, se non di più, visto anche il silenzio stampa che accompagna queste morti silenziose. E anche questo è grave: non si informa, esiste solo il fottuto Covid e urlare "Fate schifo", a politici e giornalistucoli, è inutile.
Ci saranno altri morti. Eppure i palazzi, i monopattini, le piazze Lavater, le ciclabili dipinte e le asfaltature si fanno, a suon di milioni. La vita umana non conta niente. Viva il PD.

Mi dispiace Giuseppe. Ti eri arreso ma non potevamo accettare che lo facesse un uomo come te. Umile, rispettoso, con un'impronta morale meravigliosa. 
Il vino neanche ti piaceva, e infatti quello delle "buste", in brik, come dicevi tu non è vino,  ma semplice veleno.
Quando l'altra sera ho tastato il ghiaccio sul sacco a pelo, che stava ancora sulla tua panchina, mi sono sentito male.
Avresti voluto uno straccio di casa, e un lavoro, qualsiasi. Ma niente, niente, solo niente. 
Ci mancherai e sono parole terribilmente vere. Perché di strada si muore e tu avevi scelto questo. 
         Riposa in pace Giuseppe.

cimex (lectularius)

 C'era una volta un operatore sociale che lavorava in un dormitorio. Una mattina, un ospite gli dice che ha notato nel suo letto dei piccoli insetti che lo avrebbero punto succhiandogli il sangue. I due vanno a vedere ed effettivamente sulle lenzuola ci sono delle macchioline rosse, segno dei pizzichi degli insetti. L'operatore, che aveva avuto le cimici da letto in una casa dove aveva abitato, pensa di riconoscerne i segni, per esempio le uova degli insetti, che sembrano come forfora, ringrazia l'ospite e gli assicura che segnalerà la cosa ai superiori. Così, nello scrivere le consegne sul quaderno del dormitorio, riporta quanto ha visto e sentito senza però sbilanciarsi, come se stesse scrivendo ad un Torquemada. Infatti si limita ad usare parole ipotetiche, chiedendo solo di verificare il problema. 
Al turno successivo si presenta il suo capetto, tutto impettito, che probabilmente ben istruito dai superiori lo umilia, chiedendogli ironicamente se l'operatore sia un entomologo e come faccia a sapere che si tratti proprio di cimici da letto. Annichilito, l'altro finisce a balbettare e scongiura almeno di fare qualcosa, perché comunque un'anomalia c'è e se non si interviene il problema potrebbe peggiorare. La risposta che riceve, a chiusura della piacevole conversazione, suona un po' come una frase volgare ("Fatti i c***i tuoi"). 
Quando l'operatore vede l'ospite, tutto imbarazzatino gli spiega l'accaduto. L'uomo senza casa capisce, mostra di apprezzare il tentativo e risponde che, dato che ormai non fa più tanto freddo, preferisce andare a dormire in strada, perché se deve passare le notti a grattarsi senza riuscire a dormire, tanto vale tornare ad avere il cielo stellato (sempre se non piove) come soffitto.
Al mattino l'operatore saluta l'uomo senza casa, un po' triste, ma l'altro lo rassicura, perché alla fine ha passato l'inverno al caldo, almeno prima che arrivassero quei minuscoli vampiri senza scheletro... 

Sono passati 8 anni da questo racconto. Le cimici da letto sono ormai in molti dormitori, persino in centri diurni, guardaroba e pure a casa dell'operatore sociale, che però, fumando come una locomotiva a vapore le uccide sempre, inconsapevolmente, perché anche se una cimice da letto può rimanere un anno senza sangue, e la femmina riprodursi per partenogenesi senza bisogno della fecondazione maschile, l'anidride carbonica gli è letale (proprio vero che il fumo fa male).
La città in questione non è quella di Marcovaldo ma Milano. L'Ente che vanta il maggior numero di "location" infestate è anche tra le più note e quindi, visto che il blog è già stato imputato per diffamazione, gli autori non hanno voglia di sciropparsi un altro processo.
Ci sarebbe da scrivere un libro sui senza dimora e le loro peripezie in una merdopoli come Milano. Magari qualcuno prima o poi lo farà. Intanto però l'operatore sociale ha abbandonato i dormitori e preferisce lavorare in strada, con le persone che hanno per casa l'asfalto dei marciapiedi...

il dolore di San Siro

 Da un paio di mesi le scuderie del Trotto, a San Siro, non esistono più. Abbattute in un lampo, l'area su cui sorgevano ora appare un cimitero. Probabilmente ci vorrà un po' perché vengano autorizzate le opere da costruire. Un mall, un hotel, case... E una vaga promessa di un parco sono le voci che corrono sul futuro di un pezzo di storia di San Siro. Ma certo, le puttane senza cuore del Comune di Milano autorizzeranno di tutto, d'altronde lo spazio vicino allo stadio è stato reso edificabile quando c'era ancora sindaco Pisapia, nel 2014. Gente di sinistra.... Sì, come no.
Durante l'emergenza chi deve approfittare non si ferma e la società americana, Hines, s'era già comprata la Torre Velasca, l'ex plazzo delle Poste a Cordusio, più altri "pezzi" della città e andrà avanti. Il boss della Hines Italia ha affermato che la società sarà la locomotiva del futuro (immobiliare) di Milano. Senza aggiungere però che i binari correranno a tutto vantaggio di un solo gruppo sociale: quello dei ricchi. Chissà poi chi movimenterà terra e cemento: la 'ndrangheta?
Le rogge, di cui San Siro è piena, daranno non pochi problemi, come già accaduto ai box interrati tra le vie Capecelatro e Pessano, contigui all'area delle scuderie. Ma la nemesi sarà un'altra: i rischi di investimento non sono pochi, a Milano non si è mai costruito come negli ultimi anni e la città è come se fosse stata stuprata, mentre i Maran millantano che gli oneri di urbanizzazione permettono di migliorare case popolari e servizi sociali. Davvero?
Distruggete il passato, uccidete la storia. Pensate solo ai soldi, create isole per ricchi. E un giorno, a furia di massacrare le persone con un costo e una qualità della vita insostenibili, i vostri miracoli si riveleranno essere solo degli incubi.

Piano Gelido

 Qualche giorno fa la newsletter del Comune ha annunciato baldanzosa l'avvio del Piano Freddo. Il 26 Novembre. L'anno scorso invece il PF era iniziato il 17 novembre.
Ai tempi di Majorino, duole rammentarlo, si partiva verso il 15 ottobre, all'accensione dei caloriferi, data che Sala l'anno scorso aveva definito insensata per il riscaldamento, perché non farebbe freddo.
A Milano non fa freddo. A Milano non c'è la mafia. A Milano i soldi per i dormitori si trovano quando ormai nevica, mentre già da settembre associazioni di settore (ed anche questo blog) chiedevano di aprire i rifugi per le persone senza casa.
Non è che Majorino fosse un genio nel suo lavoro, ma Rabaiotti, con la sua amara inconsistenza, lo fa davvero rimpiangere - e mai ci si sarebbe sognati accadesse.
Iniziare il 15 ottobre significava fare un lavoro lento, ottimale. Magari si presentavano e venivano accolte, tra le altre, le persone più fragili. Si evitavano così le bolge di questi giorni al Centro Aiuto e la conseguenza di dover rimandare indietro diverse persone per mancanza di posti. Letti che non bastano, perché, anche qui, come col virus, si gioca coi numeri, sciorinati sul sito del Comune. Sì perché arrivare a 2000 posti letto significa includere i già mille e più assegnati stabilmente. E se per letti intendiamo poi le brandine del mezzanino, be', provasse a dormirci una notte, l'assessore!
Rabaiotti mente quando parla di stabilità dell'accoglienza e accompagnamento sociale perché con l'arrivo del caldo buona parte dei dormitori vengono chiusi o ridotti. Come è accaduto a giugno, dopo il primo "lockdown".
A fine articolo si parla di due servizi che sono in realtà lo stesso, dato che le segnalazioni dei cittadini inviate al numero 02.88447646 sono le stesse poi evase dalle varie unità di strada serali. Segnalazioni non di rado fatte da milanesi benpensanti che sognano l'arrivo di veri spazzini dell'umanità. A proposito, la morte del senza casa settantenne davanti al Fatebenefratelli, ad opera di due mezzi Amsa, è significativa. Una tragedia, ma a Milano una persona può essere tranquillamente trattata come... un rifiuto. Umano.

Nucleo Inutile Ridicolo

È passato un mese da quando avevo raccontato delle prodezze del Nuir nel  riparare una buca. Bene, nella foto qui a destra puoi vedere quanto abbia tenuto la riparazione fatta. Non ho una bella fotocamera e c'era pure buio, ma come sempre puoi ingrandire l'immagine cliccandoci sopra. Be', che te ne pare? A me sembra evidente che del cemento non sia rimasto più nulla, mentre i mattoncini messi come riempitivo suonano un po' come una specie di tomba dell'efficienza meneghina. Si dirà: "Ha piovuto molto". Vero, di buche la città è piena e ogni volta che ne prendo una imploro san Pietrone, protettore del cerchione, di non farmi schiantare. Ma è una scusa legittima? Può piovere da record, eppure una strada non deve saltare in aria come se fossimo a Gaza. Se poi una buca è su delle strisce pedonali, è da record, tutte le categorie di "avventurieri" stradali sono a rischio: pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti et cetera. "Ma tanto è periferia", "Sala è un grande sindaco", "Gli assessori sono bravi": sono frasi accettabili? 
Aggiungo un'altra foto. Oh sì, i due cavalletti sono stati spostati (da qualche cittadino) e giacciono desolati sul marciapiede. Nuove, le barriere stradali costano sui 50 €, cadauna. Ma queste sono usate, perché spendere tempo e soldi per andarle a riprendere? Tanto, con quale denaro sono state acquistate? Sarebbero da portare in piazza della Scala, al prossimo consiglio comunale. Però temo che il mio avvocato non sarebbe contento di difendermi, dopo.

Area Cassa

L'Area C è di una inutilità evidente. Dà tutto il senso della pochezza politica "urbana", come gli agenti sguinzagliati in centro alle 6 del mattino a svegliare i clochard, perché fanno brutto. Per le giunte di ogni colore a partire da Pillitteri (già, chi l'ha inventato l'Ecopass se non colui?), Milano è una puttana senza cuore, che tira a lucido la cerchia dei Bastioni e se ne fotte altamente di tutto quello che c'è al di là delle mura spagnole, manco fossimo ancora ai tempi de "I Promessi Sposi". 
Improvvisamente inquinano tutti: gpl, metano, Diesel Euro 4... Certo le auto inquinano. Tanto vale abolirle, avremmo emissioni ZERO!
Un sincero ringraziamento alla Giunta per il regalo alla vigilia di San Valentino, d'altronde è difficile innamorarsi di Milano. Grazie per trasformare a breve la circonvallazione interna in una camera a gas. Grazie per trattarci come dei cretini sparando l'Area C come la soluzione ottimale all'inquinamento, quando i capisaldi restano carburanti e veicoli meno inquinanti (autobus inclusi), potenziamento del trasporto pubblico soprattutto extraurbano, e magari piccole trovate innovative come multare i taxi che di solito snobbano le preferenziali per spennare meglio il pollo cliente. Comunque, grazie per il continuare a fottervene delle periferie!

'o assessore 'ndrento a 'e roullotte

Alla notizia del rimpasto di giunta quasi mi ero commosso: "Oh, onesti assessori, voltano le spalle a chi ha tradito!". Ma, toh, i transfughi cercano poltroncine migliori. Nella parola assessore c'è il concetto di "stare seduti a fianco di qualcuno" quindi l'importante è la cadrega. Invero il Tabacci la poltrona a Roma l'aveva già, insieme a quella in giunta. Ingiustizia è fatta, il doppio stipendio smetterà di prenderlo per decorrenza. Dei termini. 
Chiarito che il "Centro Democratico" non è l'abominio edilizio al Garibaldi, il sulfureo Tabacci sembra finalmente costituirsi: un democristiano, cioè una bestemmia umana. Amen pure per la Guida, vice-sindaco all'amatriciana, così "cristiana" da volere l'accanimento terapeutico fin nel Piano di Zona, ma da non anelare alla riapertura del liceo Gandhi. Lei con la delega all'educazione e la Castellano all'edilizia pubblica hanno fatto perdere il consenso di genitori, famiglie e inquilini, tanto che di rimpasto si parlava già quest'estate. Brividi per i nomi dei successori agli assessorati: saranno comunque i galoppini della campagna elettorale, versione più nobile delle olgettine.
«Sono donna d’ordine, vado dove c’è bisogno di me», ha detto la Castellano versione Pirellone. Chissà se andrà a vedere il film "Come il vento", storia di una delle prime direttrici di carcere, Armida Miserere, che invece di poltrone, viveva di dovere, mimetica e Nazionali, morta perciò di ingiustizia, inascoltata nel denunciare i camorristi assassini del compagno, Umberto Mormile, educatore a Opera. Lo so, questo blog parla sempre di morti. Ma sono certi vivi che mi angosciano...

Boeri non sfottere

Bosco(?) verticale in costruzione
Milano avrà 8 nuove intitolazioni di vie a personaggi meneghini illustri o "significativi", come la compianta Camilla Cederna. Ma questi aggiustamenti toponomastici sono spesso beffardi, perché ritagliati in angolini raffazzonati in centro o straperiferici, destinati quindi a rimanere misconosciuti - e poi perché incuranti di personaggi che la municipalità sembra ostinarsi a non voler ricordare: Pasolini, le partigiane Gina Galeotti Bianchi e Norina Pesce Brambilla, la poetessa Alda Merini, tanto per fare qualche nome.
Ora che comincia a fare veramente freddo, ora che quindi molti milanesi si decidono a usare con terrore scaldabagni, riscaldamenti e stufette (a volte letali), mentre i meno fortunati si ritrovano il boyscout senza cuore Majolino a sfruttarli per il suo cammino verso Montecitorio, trovo che le parole pronunciate per l'occasione  da Boeri siano un insulto vergognoso: "tutti da oggi siamo più ricchi". Oh, certo, come no, peccato però che noi non abbiamo offerto le terga a Ligresti per anni o alla mafia con l'affare del G8 alla Maddalena. Boeri ci ha già provato tante volte a rifarsi una verginità, ma chi crede di infinocchiare? Sono gli architetti come lui a far detestare la categoria, con le idee geniali tipo il "bosco verticale", che di sicuro rende verticali soprattutto i conti in banca di una delle diverse manovalanze intellettuali delle mafie.
Boeri di sinistra ha la parte anatomica del corpo, come tutti; quanto alla cultura, dovrebbe far rivivere, ad esempio, le biblioteche, senza orari puzzle e con le aperture serali com'era ai tempi dell'Aniasi che tanto ci decanta, magari mandando al diavolo la moda, che invece tiranneggia in città, col suo seguito di crimini vari (apologia dell'anoressia, evasione fiscale, prostituzione...). Non siamo più ricchi, nemmeno culturalmente, per qualche nuova targa di marmo in città. Perciò Boeri, non sfottere, resti uno dei tanti sepolcri imbiancati che ammorbano quella che è sempre più una merdopoli. Anche per colpa tua.

Alla Pierfrancesco


Alla Pierfrancesco per me indica uno stile politico da giunta progressista solo a parole. Certo, Maran non è Majorino e per quanto i due perdano molto tempo su Facebook, nel caso dell'assessorino (foraggiato da Penati per fini loschi) si è di fronte a una vera dipendenza, quindi patologica, tanto che i collaboratori più stretti pensano che per fargli fare una riunione e averlo presente anche di testa, al Maran si debba strappar via il suo bel Ipad. Neanche gli si dà la colpa del mancato avvio della linea 5, le redazioni locali tempo fa lo definivano "commissariato". Ce lo si tiene così, fino a fine mandato, incantato sul tablet d'ordinanza nel suo ufficetto dorato.

Ma la gran comunanza tra i due Pierfrancesco è l'arrivismo più sfrenato a fronte di una assoluta incompetenza. Do atto a Majolino di aver studiato un po' (Maran invece continua a non capire e a non voler imparare un fico secco di trasporti e mobilità), anche se la lezioncina non gli è bastata. Il piano antisolitudine è già di definizione una boiata pazzesca. Non che si possa negare il rischio emarginazione per gli anziani (e poi solo loro?) ma l'ottica mi sembra avere il fiato corto. Pure il manifesto della campagna ha un che di stupido e beffardo, alla Pierfranci: il ragazzo incerottato col bordo bianco ricorda la famosa prima campagna contro l'Aids - anzi, tutti quei pixel della cornice forse indicano che il poveretto sarà anche positivo a Epatiti e altre MTS. "Cucire i rapporti" è altrettanto inopportuno, con quel suono di forzatura, di stravolgimento inutile di una frase di senso popolare. E in più, cavolo significa "cittadini fattivi"? Potenziali clienti dei Sert? Sarebbe poi bello vederli i vigili di quartiere.
L'assessore di periferia sbaglia a perseverare nella logica delle etichette. Vero che i servizi sono divisi per aree e lo prevede la 328 (che manco sa cosa sia), ma si potrebbe tentare qualcosa di innovativo sostanzialmente, che superasse steccati stantii: però forse l'assessorucolo non vede mai mamme anziane spingere carrozzine con figli piccini o disabili, rischiando l'incolumità in quartieri, come il Giambellino, dove gli scivoli dei marciapiedi latitano. Non ci arriverà mai il Pierfrancesco, a concepire servizi che coinvolgano davvero e non sulla carta (igienica della propaganda), che non facciano dire di Milano che è una merdopoli. Sotto sotto questa ennesima cialtronata resta il solito piano anti-caldo, inutile, pseudoemergenziale e dannatamente assistenziale. 
Il fatto di essere del Pd mi pare la colpa più grave dei Pierfrancesco, servi di un partito che aumenta la povertà e dà il culo alle mafie. Quando un anziano o una persona con problemi seri rinuncia a comprare il pane, si fa rapinare da un bottegaio che emette 1 scontrino su 10, aspetta la mesata per riparare la lavatrice, abdica a scaldarsi perché costa troppo anche se fuori il termometro è sottozero, il problema non è la solitudine: è la povertà, una soglia che coi suoi vestitini alla Sick Boy il majorino non conoscerà mai. Continui pure nell'ipocrisia di mettere la famiglia anzitutto, mentre intanto si trastulla con la piccola Sarfatti. Di sociale difatti non capirà mai nulla, perché gli mancherà sempre una cosa: il cuore, zavorra inutile quando si corre per la carriera...

Togliendo la speranza dagli occhi

Il titolo è il negativo di quello del libro, di recente uscita, scritto da Pierfrancesco Majorino; è questa infatti la sensazione che provo dopo essermi sciroppato una sconcertante ora di intervista al neoassessore alle politiche sociali.
Majorino dice di non essere intollerante sia verso il lavoro svolto precedentemente  che verso i membri di Cl: mi chiedo, allora significa "viva la Moioli" e "viva i dirigenti", incluso quel Salvato lì con uno dei famosi sitpendi d'oro coi quali la Moratti ripagò la Cricca Laida dei voti ricevuti?
Giova ricordare, visto che non sembra averglielo tributato correttamente il Majorino, che finora sono stati gli operatori dei servizi sociali a occuparsi di dare assistenza a persone in stato di bisogno, per quanto possibile tra tagli e dirigenti incapaci: gli stessi con cui va a braccetto l'assessore perché lui dialoga con chi è di Cl(!).  
Deo gratias, l'esponente del Pd dice che innoverà l'accoglienza agli immigrati, si curerà di famiglie, disabili, anziani e promuoverà l'assegnazione di case e sussidi anche alle coppie gay. Nonostante la sua vocazione intellettuale (ma anché lì, è una graziosa fanciulla, la ghost-writer che scrive drammi e romanzi per lui) al tristanzuolo va benissimo l'idea di famiglia alla Ruini, mentre tutti sanno che ormai l'istituzione è quanto mai liquida: parlare di famiglie in questo senso è un crimine verso i nuclei monogenitoriali (dove il genitore è quasi sempre una donna), le convivenze, le condivisoni, i puzzle che questo schifo di vita costringe a creare per avere un tetto e un letto. Quanto a disabili e anziani, parlarne genericamente è da politico del menga, senza un briciolo di accenno a servizi esistenti o da proporre. Il Majorino sembra un bravo boy-scout: sciura, ghe pensi mi! Sì ma, testina, fai il professionista, oppure dimettiti che i Servizi Sociali non ti devono servire da trampolino per i tuoi sporchi giochetti...
Esagero? Il nuovo capoccia di largo Treves, parlando dell'operato pregresso in assessorato difende, tra l'altro, il bonus bebé, una mera pratica assistenzialista: non un servizio, né un diritto, ma un contentino occasionale, in denaro, dettato da calcolo elettorale e compassione. Sussidi che sanno di elemosine. Dice il neoassessore che da fuori lui non capiva simili misure: allora in commissione politiche sociali del comune cosa ci stava a fare? Quando nel 2009 quella commissione, Majorino compreso, visitò il dormitorio pubblico di Milano in viale Ortles e i giornali riportarono il giudizio evidente che due assistenti sociali fossero pochi per quasi 600 utenti, dopo non cambiò nulla. Lavoravo per la cooperativa in supporto al personale comunale di Ortles e avevo sperato in uno spiraglio. Ma l'unico che ho visto, alla fine di quel periodo, è nella foto che apre il blog (che purtroppo non è presente nella versione per smartphone): uno spiraglio che dà sul mare d'Istria, raggiunto dopo essermi licenziato. E Majorino naturalmente si dimenticò di Ortles...
Mi chiedo se ora il neoassessore avrà mantenuto i 3 addetti stampa che aveva la Moioli. Per carità, una era bravissima: ma che ci azzeccano 3 addetti stampa coi servizi sociali? E poi indaffarato com'è, Majorino ora ha il portaborse, a 5000 euro al mese... Prove tecniche di Montecitorio.
L'assessore dei temporali esalta il piano anticaldo, una vetrina politica inutile:  accenna al pre-esistente elenco di anziani fragili (alcune migliaia, mentre la popolazione senile è ormai di un milanese su 4) e al fatto di aver smembrato il pranzo di ferragosto, sì da averlo derubricato da passerella elettorale: benissimo, ma guarda caso Majorino ammette che andrà in vacanza il 16 agosto.
Quel che più mi sconcerta, visti i proclami del baffetto per combattere il precariato, è che per il piano anticaldo anche quest'anno il comune di Milano ha assunto assistenti sociali in somministrazione con un livello più basso di quello di legge. Non si tratta tanto di soldi (capirai che risparmio per le casse civiche, qualche centinaia di euro): l'art. 44 del codice deontologico della professione stabilisce che "L’assistente sociale deve esigere il rispetto del suo profilo professionale, la tutela  anche giuridica nell’esercizio delle sue funzioni professionali...".  Come scrissi in un post, l'anno scorso accettai quel livello C, da amministrativo nel contratto Enti Locali, pur battendomi per ottenere un briciolo di giustizia. Invano. Ma c'era la Moratti. E ora, cos'è cambiato? Però c'è chi mi sputa i semini d'anguria addosso perché faccio la fame e da bravo don Quijote (in milanese si traduce pirla) ho preferito non accettare l'offerta di lavorare per il piano anticaldo 2011. Ho osservato la deontologia professionale. Anche se sono stanco di fare l'assistente sociale disoccupato. Tanto vale fare il disoccupato e basta.
Quando ho saputo che ai Servizi Sociali avrebbero messo Majorino, ho avuto i brividi: passi per la mia - e non solo - cronica disoccupazione, ma che ne sarà del sistema dei servizi, già bombardato duramente dal duo letale Moratti-Moioli?
Perciò, davanti a questo avvezzo trombone (che nell'intervista fa tutto l'accorato per Filippo, dopo averlo scaricato bellamente su Facebook), non mi pento e anzi rivendico che quando, qualche mese fa, in piazza Scala si lanciavano verdure marce contro palazzo Marino, dominato ancora dalla carampana, io invece mirai solo a Majorino: una foglia di lattuga può capitare, sulla guancia di uno che si definisce "scrittore per passione", quando passa davanti a un compilatore per disperazione...