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Non sono mica Joker!

Dunque Gabrielli, ex capo della Polizia, è ora delegato del sindaco per la sicurezza e la coesione sociale. Alla moda 5stelle, non ciaperà un euro (è già in pensione). Non sostituisce Granelli e Bertolé (olè!), ma li affianca, cioè commissaria il primo, mentre l'altro è praticamente un fantasma di suo.
Sala benedice tutto con un sermone alla reverendo Hardwood di "The Town that Dreaded Sundown" (2014): c'è tensione dopo il Covid, i ragazzi han gli ormoni a 1000 dopo il lockdown, certo l'ingustizia sociale aumenta e i cittadini si sentono meno sicuri. Eppure, per lui, non c'è un emergenza sicurezza e Gabrielli gli fa l'eco dicendo che non siamo a Gotham City e che, se però mi cago addosso, me ne impipo delle statistiche.
I reati sono diminuit? Sì, perché sono aumentati quelli non più punibili d'ufficio ma soggetti a querela (per la riformaccia Cartabia). Milano però è la città dove si compiono più reati. Il calo poi è dovuto, davvero, al lockdown, dato che per due anni si è rimasti chiusi in casa quasi sempre, o almeno la notte. Ultimo ma non meno importante, possono esserci sfiducia in giustizia e istituzioni e paura, per cui si denuncia meno.
I reati oscuri, quelli appunto che non vengono esposti, sono un iceberg sott'acqua rispetto a quelli noti. Passi per le azioni di lieve entità (tipo furto della bici), ma se il mio vicino ha fatto il gesto di tagliarmi la gola con una bottiglia rotta, lo denuncio per poi vederlo attuare la cosa? No, e ahimè questo non è un esempio inventato.
E se ho un'attività e mi chiedono il pizzo, che faccio? "Appuntato, glielo ripeto, non so chi abbia dato fuoco alla mia azienda, sarà puro vandalismo..."
Diventa poi singolare l'accostamento tra sicurezza e coesione sociale. Avrebbe senso, perché se si aiuta a risolvere i problemi si delinque meno. Ma non è così.
Milano è diventata una città divisa in caste. Per comprare casa, devi essere uno sceicco, come vantava ultimamente renzi, dandosene pure il merito, il laido. 
L'ambiente peggiora e ormai la fanno da padroni canidi, piccioni, sorci vari e nutrie. L'inquinamento, di tutti i tipi, aumenta, a fronte di un costo della vita indecente. E i servizi? Come i trasporti: chi prende la metro o il tram, si stringe borsa e zaino al petto manco fosse un figlio. Poi, tra periferia e centro non c'è più differenza quanto a criminalità. Anzi, dove girano più soldi? E le mafie, che rimangono occulte, non sono meno pericolose della micro-delinquenza e spesso la alimentano.
Non siamo a Gotham, è vero, e lo si capiva già dai tempi di Bat-pirla. Ma già mi annoio da solo a ripetere queste lamentazioni. Quando però vado in giro, in certi orari e zone, se sono in auto mi chiudo dentro. E a piedi? Compongo il 112 sul cellulare, pronto da chiamare (no, scherzo, ma chissà...).
Mesi fa, quando il dibattito sulla sicurezza è esploso, Sala disse che il terzo settore deve fare di più. Il che è aberrante. Certo non si riferiva a quegli enti che sono dei veri business e che di caritatevole e progettuale hanno solo il nome. È inutile che mi controlli Stazione Centrale e mi lasci Garibaldi, Rogoredo e Lambrate terre di nessuno, dove ci mandi pure dei volontari non si sa bene a fare che cosa. Per dire. Il volontariato è sì una forza e in situazioni come la Sicilia spesso è più vitale della presenza dello Stato. Ma qui a Milano si è in trincea, senza spazi, risorse, se non quelle assegnate ai soliti noti, come Redo e Investire in campo di housing sociale, enti che badano più a garantire i fondi che aiutare chi è in difficoltà. O quelli nel lucroso mercato dei rifugiati, quelli che raccolgono soldi a palate e fingono di risolvere i problemi, mentre la cronicità gli assicura prosperità e futuro...
 
 Ho finito di scrivere il post. L'ho limato. Mi chiedo, come spesso, se non abbia scritto scemenze. E subito, fuori, sparano dei petardi: è arrivata la droga.

Milano assassina

8.000 euro all'anno per un nido privato. 7,5 euro per andare in centro in auto. Per non più di due ore di parcheggio. E un giorno, si pagherà area B, quanto, non è dato saperlo.
Intanto le vie più trafficate sono colme di biossido di azoto, 6 volte sopra il limite di legge. E cosa combina il NO2? "È un gas irritante per l'apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso" (Arpa Toscana).
D'altronde, anche vivere in una casa di riposo può essere pericoloso. 6 anziani sono morti. Per i soldi. Sì, perché a furia di risparmiare e fare cassa, si uccide.
"Poveri e intossicati", titola Milano Today. Ora ci si sta accorgendo che l'assistenza in RSA è carente, a fronte di rette altissime. E infatti, se delle persone muoiono in un incendio, qualcuno doveva pur essere lì intorno, non la custode, ma personale e qualche allarme.
Ma no, Milano è una mignotta senza cuore. Governata da una giunta di mercenari assassini perché chi pensa solo ai soldi, chi non si cura di deboli, siano essi anziani, disabili, homeless, sofferenti mentali e poveri, può essere solo tale.
È un po' come sta accadendo al parco delle Cave, dove l'Area Verde ha decretato guerra ai rovi. Perché non puoi avere frutta (le more) buona e soprattutto gratis sotto casa. La devi pagare!
Sala e i suoi assessori non si vergognano. Probabilmente era inevitabile che Milano fosse feudo di mafie, immobiliaristi, stilisti e modaioli. Che magari sono anche stupratori, figli di gente importante, tipo il "vicepresidente della Repubblica". 
Anche la guerra all'auto, con l'imposizione di una cultura della bicicletta in modo autoritario, serve solo a seminare odio. Dividi e comanda. Se usi l'auto sei un criminale. Se vai in bici, contromano, senza guardare, senza luci e insultando, sei da santificare.
Eh no, non è così che si governa. Ma che hanno di sinistra giunte che avvallano politiche di puro massacro, che regalano la città ai ricchi? Nulla.
Sala e i suoi accoliti
sono dei luridi mercenari assassini. E nemmeno si vergognano di esserlo.

picciotto fiorentino

 Ora che è morto e incenerito il Grande Puttaniere, una domanda che ci si pone al di qua di giornalismo e macellai dell'umanità è: chi avrà ora la mafia come referente politico?
Probabilmente, la questione era in essere da diverso tempo, visto che ormai il de cuius era già vetusto e decrepito.
C'è qualcuno che festeggia la non esistenza di trattative tra Stato e mafia. In nome di Napolitano - un santo, proprio. 
Qualcuno che dice che Mafia Capitale non sia mai esistita. Sì, forte di sentenze del porto delle nebbie, la Cassazione, ma perché tanto fervore? 
In un essere poi che dialogava coi condannati per mafia, i Dell'Utri, i Cuffaro. 
Un tizio i governi del quale non brillavano per la lotta alle cosche, anzi, si arrivò persino a bloccare i fondi per le vittime della criminalità organizzata. 
Un individuo che si diceva attonito quando S. Berlusconi veniva indagato per mafia. 
Uno che si batte per il 41 bis, ma solo per quello pseudo-anarchico di Cospito.
Se un politico fa da tramite alla mafia, si può solo dire che costui, è una montagna di merda.

miserabile milano

 Le classifiche possono essere discutibili, ma quella del Sole 24 Ore è abbastanza criteriata - e implacabile, su Milano. Che scende di posizione, ma soprattutto appare costosa e insicura.

Di questo chi conosce la città poteva essere sicuro, ma almeno la rilevazione ne dà una conferma senza sottostare a giochi di parrocchia politica.
Affari, archistar, atenei, moda, movida, urbanistica farebbero di Milano una città al top, come direbbe l'Imbruttito. Ma questo vale per una minoranza. Gli alloggi costano cari. 
Comprare casa, in senso dignitoso, è quasi impossibile per la maggioranza. In un contesto poi che non è sicuro: per le persone, per i fragili, per l'inquinamento, per il rischio di vittimizzazione e, non ultimo, di sprofondare nella miseria. I prezzi di tutto sono aumentati toccando punte del 30%. Ora che si può fare palestra e sport, costa troppo praticarle. Locali storici hanno chiuso, e altri lo faranno presto, ma d'altronde mangiare fuori casa è un azzardo. O si spende poco e si rischia un malanno, oppure ci si deve privare di altri piaceri.
Mobilità e parcheggi sono critici. I cantieri si susseguono senza avviso, né certezza sul fine lavori. Le aree verdi sono oggetto di sadismo dell'incuria istituzionale e della microcriminalità,  con la religione dei cani per i quali le preziose aree verdi sono solo dei gran cessi. 
A Milano tutto diventa sempre più difficile. Tranne suicidarsi.

suor barbara alberti

 Certe interviste sembrano far parte di quei tentativi pietosi di far parlare di sé, e basta, usando quindi sensazionalismi buttati qua e là, apparentemente a casaccio. Ma le parole di Barbara Alberti pubblicate ieri dal Corriere e riprese da varie testate elettroniche, sono davvero irritanti.
"Due vecchi corpi congiunti non evocano erotismo, ma la morte".
Sarà, intanto la scrittrice si lamenta perché due suoi arzilli vicini facevano sesso ogni giorno. E perché non avrebbero dovuto? Lena Dominelli, femminista britannica e studiosa di Servizio Sociale, anni fa osservava che quella anziana è un'età congeniale al sesso, ma questo rimane un tabù, mentre si può benissimo avere rapporti erotici, per giunta senza i fastidi della contraccezione.
Sono scelte. "Bisogna consumare tutto, cibo, moda, sesso", dice suor barbara. Ma a parte pochi ricchi, probabilmente gli anziani col cibo ci vanno cauti, della moda non gliene importa un fico e quanto al sesso, per loro probabilmente non è un bene di consumo, ma un modo per sentirsi vivi.
E però la piattezza, che forse denota un decadimento, se non una cronica superficialità, traspare nella frase "... Perché ancora oggi noi donne diventiamo matte per Cary Grant? Perché non lo abbiamo mai visto in mutande." Ora, con tutto il rispetto per l'attore, sarà stato sì un sex symbol ma quando? L'ultimo suo film risale al 1966... Inoltre, anche se dibattuta, l'omosessualità di Mr. Grant è abbastanza verosimile.
Un plauso a suor barbara va riconosciuto perché di chirurgia estetica ne fa a meno. Quanto a ergersi quale portavoce delle donne, certo sarà meglio di Meloni, ma i suoi miti se li potrebbe tenere per sé. Insieme alla firma su capolavori come "Maladolescenza", "Io sto con gli ippopotami" e "Monella"...

Adesso che finisce

 Adesso che fanno finire, FINALMENTE, l'emergenza non resta che leccarsi le ferite. 

La prima cosa che salta agli occhi è l'aumento dei crimini. Milano è la città più pericolosa d'Italia e sorprende vedere luoghi che non sono certo nelle enclavi mafiose del Sud. Dati parziali, ma che mostrano una tendenza (capito Sala?).
Secondo, quello che è cresciuto è l'egoismo più sfrenato. Da cui discendono reati e in generale mancanza delle regole. Lo si è visto alle resse alle vaccinazioni, nei dottoroni da salotto televisivo ai quali le greggi non sono state immuni, o ancora nel fondamentalismo sia dei favorevoli che contrari al vaccino, nelle persone che alla mascherina non rinunciano fino alla tomba o che piuttosto che metterne una si farebbero uccidere(!). 
La solidarietà muore, il motto meneghino è diventato "Milan col cul in man". A proposito, tra le tante brutture da non vedersi, sembra che la prostituzione sia svanita. No, si è solo spostata, al chiuso. Così ci si lava, a fa i dané senza paure, di divise, di malattie. Ma pensa te, conviviamo da decenni con virus e patogeni di ogni sorta. Però il capitale doveva far finta di preoccuparsi per noi. Così ha contato morti di ogni tipo e all'inizio, per ignoranza, per paura, i corpi non si toccavano nemmeno. Oppure li doveva portare via l'Esercito, che tanto che ci sta a fare no?
Abbiamo avuto più decessi? Sì, dice l'Istat, un 10% in più, cioè chi era più debole, oppure chi non aveva il Covid, è stato lasciato a se stesso. E molti moriranno per mancanza di diagnosi precoci, di cure. Vaccinare la sanità? Giammai, qui a Milano è un miracolo che non abbiano chiuso d'un colpo San Carlo e San Paolo. Intanto l'Inps gongola, si parla di 2 miliardi di risparmi. Aveva ragione Villaggio coi viaggi sterminio della Previdenza Sociale.
Si nasconde. Il degrado, per cui a Roma come a Milano, giunte di Sinistra presunte combattono i senza casa. Li cacciano, reprimono l'aiuto di volontari, come accaduto a Termini, ma anche a mafiopoli la Polizia Locale, che non ha forze, viene impiegata nel contrasto agli ultimi degli ultimi. Non tutti santi, ma certo non picciotti, certo non bande criminali, come quelle che sabato scorso hanno stuprato le zone della movida. Ma tanto 'so giovani...
Già, ai giovani rimane ancora poter amare. Per le generazioni dopo, dai 35 in poi, l'affetto non è più possibile. Ci siamo ammalati di diffidenza, di paura, di individualismo, di virtuale a tutti i costi. Cresce la superficialità, la banalizzazione dei sentimenti e tradire non è nulla, di fronte al pericolo che si è corso di "morire". Il piacere di mentire, altro che il sesso... Chissà se si trovano su Amazon, sesso e amore, visto che stanno per aprire un fracco di nuovi centri logistici. Scaffali robotizzati, che gioia.
Ci hanno iniettato in vena di tutto, proteine, paura, odio, distanza. 
Adesso che finisce, c'è molto che ci siamo persi. E chissà se e quando tornerà.


Milano crudele

Le feste hanno portato a galla la crudeltà di cui Milano si nutre, e sempre più, nonostante, o forse non a caso, una giunta di sinistra. Sì, sinistra appunto, nel senso di infausta, bieca, minacciosa. Che governicchia Milano da ormai un decennio.
La violenza in Duomo contro le donne a Capodanno può aver sorpreso un po' tutti, i carabinieri in primis, presenti e pure in assetto antisommossa, ma chissà, timorosi di fronte a decine di disperati. Egiziani. Ma non c'è nulla di sorprendente. Le periferie non si riprendono il centro, solo gli restituiscono la crudeltà, di cui si alimentano. Fatta di esclusione, sogni infranti, mica tutti possono fare i puttani come il cantante Mahmoud per poi farsi diventare famosi con una canzoncina deficiente.
I ragazzi violenti in Duomo non possono essere perdonati. Ma andrebbe compreso perché vivono in stanzette precarie, dove non c'è nulla se non montagne di vestiti, firmati, quelli che avevano addosso quei miserabili. Anche se noialtri siamo cresciuti poveri a San Siro, ma non per questo facevamo violenza alle ragazze. Vivevamo gli ultimi scampoli di etica, del compagno, del cattolico o di quello della strada ma che, in qualche modo, rispettava le donne.
Certo, le mafiette egiziane, fatte di caporalato, lavori duri, tra impresucce dedite a pulizie e edilizia, non possono far sognare e così i ragazzi imparano a odiare, quando i sogni sfigurano in incubi, vissuti ogni giorno nelle periferie più crudeli, di San Siro, Corvetto, "Nolo"... D'altronde, sarà un pregiudizio ma i primi a non fidarsi degli egiziani, sono proprio gli egiziani stessi. Divisi per credo religioso, sunniti e sciti, e la minoranza cristiana, non a caso esule in massa qui in città.
Dieci anni di sinistra a Milano e cosa abbiamo? 
Dietro alla discussione dello stadio si sta perpetrando uno stupro a un quartiere, fatto di cemento e mafie, grosse queste qua, perché dopo le scuderie di Axum-Capecelatro si sta demolendo l'Ippodromo del Trotto. Ma come? A tradimento, come gli egiziani in Duomo a CapoDanno. Senza avviso. Senza un fottuto cartello fuori, come vorrebbe la legge, ma in fondo l'ATS è emanazione del Comune. Senza che uno stramaledetto giornalista o la farneticante newsletter del Comune avvisino del fatto, e del perché, del come, del quando. Così come i lavori in piazzale Cimitero Monumentale, ripresi a tradimento, senza avviso, perché la logica degli appalti ci ha portato operai della Repubblica Ceca, economici sì, che però hanno sbagliato i lavori. Ma va bene così, vai di porfido, o di pietrisco come in piazzale Lavater, che durerà poco, basti vedere via De Castillia, a Milano, che sembra riecheggiare Sarajevo sotto i bombardamenti.
Intanto non deve fare notizia che si muoia per strada. Diverse persone senza dimora sono morte, durante questo freddo, durante l'ignavia del Comune (e dei giornalisti locali omertosi, TUTTI),  che ha previsto meno di 400 posti letto nei dormitori in quest'inferno. D'inverno. Per risparmiare. E amen se si cacciano via quelli che dormono in posti visibili, qua dobbiamo fare le Olimpiadi. Invernali. A Cortina D'Ampezzo. Ma che pena si dovrebbe prevedere per chi, per qualche soldo di merda, mette a repentaglio la vita dei più poveri?
Il massimo della pena per stupro, senza aggravanti, è dieci anni. Mentre i macellai dell'umanità, i politici, non verranno condannati, mai, pavidamente, proprio come sono loro: cagasotto che non ci diranno mai, mai, di aver dato il culo alle mafie.

ma io non voto

Non ho molto da dire. Ho deciso di non votare alle prossime amministrative (primarie giammai, almeno, queste qua, truffette da quattro soldi). Per via della delusione di Pisapia, zombie fagocitato dagli zombie del Pd, la sodomizzazione di Expo, da cui viene questo funambolo simpaticamente agghindato nella trasfigurazione del mio giudizio.
Sala assomiglia al padre maestro che avevo in seminario, ma m'inquieta per ben altro. Vincerà le primarie, comunque non le elezioni. Avremo un sindaco di destra, ancora. Certo il mio voto è uno, lo so e parlarne qui non muoverà neanche dolci fili d'erba. Ma sono esasperato e quasi mi prometterei di non votare mai più, pensando solo al maestro Franco.
Di tutte le letture, abbastanza disilluse, su questo circo di sinistra, che farà festa a Carnevale e piangerà a primavera, trovo efficace la visione del Comitato No Canal
Per quanto mi riguarda, trovo giusto astenermi. E il lavoratore sociale che è in me è d'accordo.
Un'ultima sciocchezzuola: ho sempre messo le foto nei post in modo un po' manicheo, cioè il "buono" a sinistra, il cattivo a destra e quindi Sala non potevo proprio, piazzarlo a sinistra...

Compagno bastardo

L'esperienza del centro sociale Watteau aveva dato la sensazione, a me e ad altri, che la stagione di case occupate e centri sociali fosse ormai amaramente chiusa. Quel tipo di situazioni continua, è vero, ma in modo più o meno istituzionalizzato, con giochetti di potere striscianti. Basti pensare alla fine del Bulk, lasciato dagli occupanti dietro lauto compenso, che una buonuscita sarebbe stata accordata anche per Pergola, sempre al Garibaldi.
Pure le ultime vicende che si vogliono di occupazione sanno più di marketing affaristico, dove i "mai morti" Purpura investono sul futuro (proprio), in attesa magari di nuovi ingaggi con chi in piazza è additato a nemico, ma negli uffici è prezioso datore di lavoro (tipo Penati). Ne abbiamo visti tanti fare fortuna sulle ceneri delle occupazioni, chi in politica (Farina e scagnozzi), chi nella musica (Corrado Gioia) e chi nel sociale (lo stesso Franz, nomato già più di vent'anni fa "bambino prodigio" per la promettente carriera).
Quando ci ritroviamo tra persone che al contrario non hanno mai speculato su quelle esperienze e anzi a casa abbiamo portato condanne, ferite dentro e fuori, nonché l'interesse morbosamente mai sopito della Digos, nemmeno abbiamo più voglia di rammaricarci perché i furbi vincono, sempre - e magari vengono osannati in rete come il "nuovo", i "rivoluzionari", i veri "compagni". Non dovevamo né saremmo mai stati capaci di fare lo stesso, ma che rabbia profonda, di fronte a chi si ritrova suo malgrado a occupare veramente alloggi perché altrimenti non avrebbe un tetto sulla testa, per sé e per i propri figli. Che grande delusione, ripensare all'uso che di queste persone bisognose, magari immigrate, hanno fatto gruppi come i disobbedienti, solo per propaganda, per mietere voti e mandare su i truffatori di turno,  alla Bertinotti, che di comunista hanno solo la definizione. E null'altro.
Proletario non va più di moda. E guai a dare dei radical-chic ai novelli squatters(?), muniti di Mac, Reflex e bici di lusso. I provos restano relegati al secolo, ormai, scorso. Il cerchio non è stato rotto e al suo posto, beffardo, è come se campeggiasse il simbolo del denaro.

"Questa è la radice del problema: usano contro il neocapitalismo armi che in realtà portano il suo marchio di fabbrica, e sono quindi destinate soltanto a rafforzare il suo dominio. Essi credono di spezzare il cerchio, e invece non fanno altro che rinsaldarlo."                        Pier Paolo Pasolini

Di strada si muore

Tempo fa pensavo di scrivere un decalogo sarcastico dell'automobilista,  tipo "1. Le lampadine consumano, non mettere le frecce mai e di notte vai a luci spente". Poi è stato ucciso il vigile Savarino e non me la sono sentita più.
Questi giorni siberiani hanno messo ancor più in luce quanto la strada sia pericolosa e quanto allucinati siano molti automobilisti. Di immagini come questa, ripresa  ieri sera in via Novara, se ne son viste molte con la neve. Ieri mattina, sempre nella stessa strada, un tizio forse esasperato dalla lentezza della sua fila, minacciava di speronare le auto di un'altra colonna. Non credo però che i lavori effettuati e in corso, volti a ridurre sede stradale e quindi velocità, servano; poco affidabile è il Maran. Anni fa una ricerca inglese aveva dimostrato che in prossimità degli autovelox i pedoni, la categoria più debole insieme ai ciclisti, sono quelli a maggior rischio: gli automobilisti, paventando una sanzione, in prossimità degli accertatori guardano più il tachimetro che la strada. Sinceramente non so cosa possa servire oltre alla patente a punti: il problema è culturale e servirebbero politiche specifiche, mentre il governo sembra più preso da spremere denari, così come è chiara a tutti la medesima vocazione vampiresca e affatto ecologica dell'area C (C come cazzata).
Comunque riconosco -  non certo per la nuova censura geolocalizzata di Google - che il comune a guida del Pisapia ha fatto il possibile per questa piena di maltempo, almeno qui, distinguendosi dai predecessori montati a neve, nonché da altri colleghi, sempre presunti di sinistra, i sindaci di Sesto e Settimo. Sono soprattutto grato, nel mio piccolo, per l'apertura - finalmente - del mezzanino della metro in Centrale a favore dei senza dimora. E bravo il Majorino, occuparsi degli altri richiede più concretezza che propaganda...

P.S. Nei giorni successivi due persone, un nordafricano e un'ucraina, sono morte assiderate per strada: la legge sulla clandestinità fa temere a molti stranieri di aver diritto solo al dolore, al rischio di morire di gelo senza un posto dove stare. Per questo motivo Bossi, Fini, ma soprattutto Livia Turco e Giorgio Napolitano, dando luce a leggi fratricide sono a mio giudizio degli assassini.

Pisapia venduto

Anni '70, parcheggio di via Pagano.
A Milano ora ci son torrette e parcheggi per auto elettriche: vuoti, testimoni anche loro che in città è cambiata l'orchestra, ma non la musica. Quella propaganda insulsa che ha fatto perdere gli altri e vincere Pisapia, oggi è l'impalcatura del suo triste e inutile mandato.
Cl prospera, osteggiata solo da qualche valoroso magistrato. Segue, a ruota, il Pd, partito prono alla "andragatia", ambizioso di aver raccolto Milano per avere una grande legittimità politica. Sel ha come coordinatore provinciale un alcolizzato. Come sindaco, una nullità che all'ultimo consiglio comunale manco ha avuto coraggio di presentarsi (alla Moratti), mandando avanti la vicesindaco, campionessa di silenzio (a meno di bombardarla di sacrosante domande).
L'assessore ai trasporti, nominato per la sua incapacità, doveva servire a ben altro. Un giorno annunciano che prenderanno grandi decisioni contro lo smog, poi in consiglio dicono di lasciare le cose come stanno; dopo qualche ora, la genialata: fermiamo i diesel Euro 3!
Avrebbero potuto dotare il comune e le partecipate di auto elettriche e a gas; aumentare il biglietto Atm ma meno, istituendo anche un ticket di 60 minuti a un euro; togliere l'ecopass; fare delle vere ciclabili; fare campagne sul rispetto delle regole da parte di tutti, a piedi e con 2 o 4 ruote; assumere centurie di ausiliari che multando disincentivassero l'uso dell'auto, fino almeno alla circonvallazione esterna. Facendo anche cassa, magari senza accanirsi sul trasporto delle merci, non certo a diporto come chi, col Suv, per comprare due pirlate sfonda strade, polmoni e persone, a piedi o su due ruote.
La città ammala e loro non sanno cosa fare, troppi interessi in gioco. La mafia non è mai stata così bene a Milano, lo dice Benny Calsanzio (uno che se ne intende). Vivere nella merdopoli strema e chiede un conto, salatissimo. La foto sopra non è una proposta ma una provocazione: in città di gratuito restano le panchine e le fontanelle. Tutto il resto costa e troppo, per una qualità della vita scadente. Quando un politico si vende, svilisce i diritti, il bene comune, la città stessa. La primavera arancione è finita, con le consulenze d'oro, con i provvedimenti vuoti e ricchi di propaganda, alla Pierfrancesco. Non ci sono scelte coraggiose, innovative, intelligenti. C'è la codardia e il quieto vivere, atteggiamento utile con i capibastone e paradigma in ogni altra situazione.
Milano uccide, come accaduto a Ferrulli per mano della polizia, ma soprattutto con l'inquinamento, con buona pace dell'ennesimo figuro che di sinistra ha solo la parte anatomica del corpo. Pisapia ci mise un bel po' a comunicare i membri della giunta: forse doveva arrendersi, già allora, a dinamiche in cui ha abbassato la testa. Altro che Soccorso Rosso, a saper la fine che avrebbe fatto, tanto valeva che si fosse messo con Servello e Petronio, a lanciare bombe a mano per strada nel '73. Sarebbe stato più coerente.

Due ferite nel cielo di Milano

Che Pisapia se ne uscisse con sparate pro-bavaglio, pro-Fanfani (e suvvia, anche pro-Cl) potrà essere secondario rispetto alla sua condotta imbelle da sindaco di Milano che, anzi, conferma che costui è 'nu rafaniello, rosso di fuori e bianco nel cervello (come cantavano i 99 Posse).
Milano è ferita: da un sindaco che si è fatto eleggere promettendo cambiamento e cura della municipalità, mentre invece ogni giorno che passa conferma la più becera, classica e traditrice politica, fatta di un'immoralità che premia il vizio e punisce la virtù, con assunzioni di raccomandati e sfruttamento dei tanti precari che fanno vivere settori vitali della macchina comunale. 
L'altra ferita ha, come nei doppi arcobaleni, la stessa matrice: la predominanza autoritaria, dogmatica e di stampo mafioso del Pd, un partito indegno di essere considerato di sinistra, che ha fatto salamelle dell'eredità della Resistenza, che lorda persino il tricolore italiano nel momento in cui si dice speso al bene del paese e invece è complice del suo lento morire.
In città il Partito sedicente Democratico conferma nei suoi esponenti l'ebetismo buonista, alla Pierfrancesco: "Aprite i finestrini!", "Non usate l'auto!", "Segnalate gli anziani soli!", "L'assessore è di periferia!" - ehi, questo è furto intellettuale, sono io che rivendico di essere in e di periferia anche con questo blog; solo, la differenza tra le mie passeggiate e quelle di Majolino è che lui si fa réclame veleggiando verso Montecitorio e io, solingo e incognito, verso uno sconforto sempre maggiore, mentre vedo una città che soffoca fisicamente e moralmente, dove cresce la paura del furto anche più minuscolo, visto che la miseria aumenta e il comune ne è corresponsabile, con la latitanza di vere politiche sociali e ambientali. Invece è massiccia la presenza di proclami, come da homepage del sito comunale, fermo alla propaganda di superficie e non fattuale. Molto alla Moratti, non c'è che dire.
Dico sempre che odio questa città, definendola merdopoli ma poi finisco per ammirare tutte le persone che si ostinano a farla vivere: chi ci abita, chi ci fa figli e li manda a scuola, chi insegna a queste piccole vittime dei gas di scarico, chi ci sopravvive precario in alloggi "fragili", chi opera con impegno nel sociale e nella sanità, chi vi è straniero schiacciato nei lavori più umili e massacranti, chi la tiene pulita esteriormente ingollando la morte dal "ruffo", chi si avvelena in un traffico di cui si vorrebbe tutore, in divisa, o boicottatore, in bici, rischiando la morte ogni giorno su due leggerissime ruote e un telaio...
Niente di nuovo sul fronte occidentale, dunque, ma non sopporto più di leggere, da prostituti/e della penna, le parole "Milano soffre" riferite solo alla truffa della Borsa e alle squadre sportive. In questi giorni si ripropone un'epidemia sconcertante di malattie respiratorie, dovute non certo a virus o alle prime avvisaglie di freddo. Grande è la colpa del sindaco e delle autorità, nel sottacere che quest'aria ammala e uccide. Mentre Pisapia si stracciava le vesti e gridava all'insussistenza di un caso Maran, intanto così ne ammetteva l'esistenza e la gravità, soprattutto nel suo ruolo gerarchico di vidimatore dell'imbroglio politico. Prima o poi verrà fuori che ci sta a fare quel mezzo imbecille in via Beccaria, anche se tutti questi personaggi hanno il sapore di "quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà".
Niente di nuovo, con assessori dal doppio stipendio (e dal doppio gioco) o prestati da una multinazionale genocida come la Nestlé o da quella grossa fetta del mondo sindacale che sta dalla parte dei padroni - come si spiegherebbe se no un'infermiera che inneggia a Craxi. Ma se sotto Albertini e Moratti il vice-sindaco era talmente in vista e attivo da far domandare quanto fosse vice, Pisapia invece ha ristabilito i ruoli. Ecco l'unico vero, cambiamento significante: il vice-sindaco rimane nell'ombra, con tanto di deleghe all'Educazione(?) e all'attuazione del programma (sì, certo, come no, e chi se lo scorda quel bel programma da "M'hai promesso mari e monti e poi m'hai portato a Monte Mario"). Così ai Servizi sociali è preposto un emerito incapace, mentre una vera assistente sociale fa rare apparizioni in favor di media e qualche bel comunicato di stampo pietista. Non bastava dovermi disilludere su gente come Pisapia, che l'unica cosa che ormai ha di sinistra  è solo la parte anatomica del corpo. Dovevo anche scoprire quanto possa essere deludente una collega e pure in un ruolo prestigioso, ma mica è la prima volta, lo ammetto...

Il sangue del Leoncavallo

Iaio, ucciso in via Mancinelli  
©Archivio De Bellis
Uno degli errori di Berlinguer era quello di invocare la questione morale per tutti, tranne che per il suo partito. Il tabu permane nel Pd, ma anche altri ambienti di "sinistra" ne sono partecipi. E se li si critica, proprio da sinistra, si viene additati come destrorsi, se non fascisti.
In questi giorni il comune di Milano si sta occupando della regolarizzazione del Leoncavallo. Un bel marchio per fare soldi, ma, se i centri sociali spesso prendevano il nome  dalla via dove si trovavano, allora quello spazio andrebbe chiamato "Watteau", sin dalla sua nascita, nel 1994, l'anno in cui il centro sociale venne svenduto da chi lo aveva egemonizzato, vale a dire Daniele Farina e i suoi accoliti, in cambio di una sede più grande, in via Salomone, precedente a quella attuale di Greco.
In un post su Usenet, c'è una descrizione fuori dal coro di come andarono le cose al vecchio Leo. "This must be the place" voleva Farina come capo e così, un figlio della borghesia infarcito di stalinismo, si fece bello del sangue altrui: quello di Fausto e Iaio, uccisi in via Mancinelli probabilmente per conto dei servizi segreti, con moventi politici senza ancora una completa chiarezza.
Di sangue ne è scorso parecchio, in via Leoncavallo, dalla rissa del luglio 1988 con cui fu cacciata la vecchia guardia, a quello di Andrea, accoltellato da dei nazi-skin davanti al centro sociale. E poi c'è tanto altro sangue, di chi non era d'accordo e di chi invece non era "autorizzato" a spacciare lì. 
Di sangue ne viene ancora versato: un altro esempio di come vadano le cose, ancora oggi, al "Watteau" è in un post su Indymedia che invita al boicottaggio di quello spazio. Che quello non sia più un centro sociale è un fatto chiaro e condiviso da anni; costoro sono stati addirittura estromessi, sin dagli albori, dal torneo di calcio dei centri sociali, che si tiene annualmente al Paolo Pini. Un esempio banale, certo, ma in via Watteau accade un po' come alle feste del Pd: per farle funzionare, molta gente bisogna pagarla.
Tra tutto quello che verrebbe da dire sulla vicenda "Leoncavallo", trovo esecrabile che la giunta si occupi di una situazione che mira al vantaggio di poche persone (qualcuna addirittura da Sert, a sentire i racconti che girano non soltanto su Indymedia): ma Daniele Farina è il coordinatore provinciale di Sel, il partito del sindaco. Se non bastava il Pd dei Penati, dei Pierfranceschi e dei sì-Tav, ora è ancora più chiaro che, anche a sinistra, vale tantissimo l'espressione "amici degli amici".

Napolitano pusillus animus

Purtroppo questo non è un simpatico (?) vecchietto ma il presidente della Repubblica. Dovrei scrivere il "nostro", il "mio" presidente ma non mi riesce di farlo. Ieri costui si è presentato a Milano per la Festa della Liberazione. Che io sappia, gli unici in città che possono onorare la ricorrenza un giorno in anticipo sono i Niguardesi (e così accade colà con varie iniziative tra cui la tradizionale biciclettata) visto che in quel quartiere la Liberazione avvenne  il 24 aprile. Il motivo invero di questa toccata e fuga alla Scala è la vigliaccheria: il corteo nazionale del 25 aprile poteva rappresentare un  momento di forte contestazione per una carica, non solo simbolica, che oramai viene ricoperta nel modo più lubrico da questo residuato della destra del Pci. Egli firma ogni turpitudine gli venga presentata e se ogni tanto non lo fa è per far credere  di essere super partes. Invece è un complice. Ma deve vivere in un flou dorato e così oggi, quando i lavoratori della Scala hanno appeso uno striscione, di protesta per il recente decreto taglia-fondi allo spettacolo, sono stati caricati a freddo e uno di loro è finito all'ospedale, con la beffa dei successivi titoli che riportavano di violenti scontri tra le maestranze scaligere e le forze dell'ordine. La digos ha sequestrato uno striscione e un megafono, in puro stile ventennio. I media hanno registrato gli applausi al presidente di Bananaland  ma non i malumori della piazza, dove anche il povero Leonardo era blindato militarmente - chissà, quel suo sguardo torvo poteva magari intimorire l'ultraottagenuario ometto. Mi resta una grande amarezza, non tanto per i soliti gesti da pirla goleador di Formigoni di fronte a bordate di fischi e insulti, quanto perché ancora una volta s'è mostrato il volto totalitario e censorio di ogni dissenso da parte di una classe politica che della Resistenza non ha nemmeno l'ombra: lo stesso Napolitano vi avrebbe partecipato - dopo essere stato fascista - soltanto scrivendo articoli, ma questo lo faccio anche io qui e non mi sembra poi di combinare chissà che cosa.
Al Quirinale siede un presidente proditorio. Quando verrà il momento per il suo "Dies Irae" non verserò una lacrima, anzi...