Che Pisapia se ne uscisse con sparate pro-bavaglio, pro-Fanfani (e suvvia, anche pro-Cl) potrà essere secondario rispetto alla sua condotta imbelle da sindaco di Milano che, anzi, conferma che costui è 'nu rafaniello, rosso di fuori e bianco nel cervello (come cantavano i 99 Posse).
Milano è ferita: da un sindaco che si è fatto eleggere promettendo cambiamento e cura della municipalità, mentre invece ogni giorno che passa conferma la più becera, classica e traditrice politica, fatta di un'immoralità che premia il vizio e punisce la virtù, con assunzioni di raccomandati e sfruttamento dei tanti precari che fanno vivere settori vitali della macchina comunale.
L'altra ferita ha, come nei doppi arcobaleni, la stessa matrice: la predominanza autoritaria, dogmatica e di stampo mafioso del Pd, un partito indegno di essere considerato di sinistra, che ha fatto salamelle dell'eredità della Resistenza, che lorda persino il tricolore italiano nel momento in cui si dice speso al bene del paese e invece è complice del suo lento morire.
In città il Partito sedicente Democratico conferma nei suoi esponenti l'ebetismo buonista, alla Pierfrancesco: "Aprite i finestrini!", "Non usate l'auto!", "Segnalate gli anziani soli!", "L'assessore è di periferia!" - ehi, questo è furto intellettuale, sono io che rivendico di essere in e di periferia anche con questo blog; solo, la differenza tra le mie passeggiate e quelle di Majolino è che lui si fa réclame veleggiando verso Montecitorio e io, solingo e incognito, verso uno sconforto sempre maggiore, mentre vedo una città che soffoca fisicamente e moralmente, dove cresce la paura del furto anche più minuscolo, visto che la miseria aumenta e il comune ne è corresponsabile, con la latitanza di vere politiche sociali e ambientali. Invece è massiccia la presenza di proclami, come da homepage del sito comunale, fermo alla propaganda di superficie e non fattuale. Molto alla Moratti, non c'è che dire.
In città il Partito sedicente Democratico conferma nei suoi esponenti l'ebetismo buonista, alla Pierfrancesco: "Aprite i finestrini!", "Non usate l'auto!", "Segnalate gli anziani soli!", "L'assessore è di periferia!" - ehi, questo è furto intellettuale, sono io che rivendico di essere in e di periferia anche con questo blog; solo, la differenza tra le mie passeggiate e quelle di Majolino è che lui si fa réclame veleggiando verso Montecitorio e io, solingo e incognito, verso uno sconforto sempre maggiore, mentre vedo una città che soffoca fisicamente e moralmente, dove cresce la paura del furto anche più minuscolo, visto che la miseria aumenta e il comune ne è corresponsabile, con la latitanza di vere politiche sociali e ambientali. Invece è massiccia la presenza di proclami, come da homepage del sito comunale, fermo alla propaganda di superficie e non fattuale. Molto alla Moratti, non c'è che dire.
Dico sempre che odio questa città, definendola merdopoli ma poi finisco per ammirare tutte le persone che si ostinano a farla vivere: chi ci abita, chi ci fa figli e li manda a scuola, chi insegna a queste piccole vittime dei gas di scarico, chi ci sopravvive precario in alloggi "fragili", chi opera con impegno nel sociale e nella sanità, chi vi è straniero schiacciato nei lavori più umili e massacranti, chi la tiene pulita esteriormente ingollando la morte dal "ruffo", chi si avvelena in un traffico di cui si vorrebbe tutore, in divisa, o boicottatore, in bici, rischiando la morte ogni giorno su due leggerissime ruote e un telaio...
Niente di nuovo sul fronte occidentale, dunque, ma non sopporto più di leggere, da prostituti/e della penna, le parole "Milano soffre" riferite solo alla truffa della Borsa e alle squadre sportive. In questi giorni si ripropone un'epidemia sconcertante di malattie respiratorie, dovute non certo a virus o alle prime avvisaglie di freddo. Grande è la colpa del sindaco e delle autorità, nel sottacere che quest'aria ammala e uccide. Mentre Pisapia si stracciava le vesti e gridava all'insussistenza di un caso Maran, intanto così ne ammetteva l'esistenza e la gravità, soprattutto nel suo ruolo gerarchico di vidimatore dell'imbroglio politico. Prima o poi verrà fuori che ci sta a fare quel mezzo imbecille in via Beccaria, anche se tutti questi personaggi hanno il sapore di "quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà".
Niente di nuovo, con assessori dal doppio stipendio (e dal doppio gioco) o prestati da una multinazionale genocida come la Nestlé o da quella grossa fetta del mondo sindacale che sta dalla parte dei padroni - come si spiegherebbe se no un'infermiera che inneggia a Craxi. Ma se sotto Albertini e Moratti il vice-sindaco era talmente in vista e attivo da far domandare quanto fosse vice, Pisapia invece ha ristabilito i ruoli. Ecco l'unico vero, cambiamento significante: il vice-sindaco rimane nell'ombra, con tanto di deleghe all'Educazione(?) e all'attuazione del programma (sì, certo, come no, e chi se lo scorda quel bel programma da "M'hai promesso mari e monti e poi m'hai portato a Monte Mario"). Così ai Servizi sociali è preposto un emerito incapace, mentre una vera assistente sociale fa rare apparizioni in favor di media e qualche bel comunicato di stampo pietista. Non bastava dovermi disilludere su gente come Pisapia, che l'unica cosa che ormai ha di sinistra è solo la parte anatomica del corpo. Dovevo anche scoprire quanto possa essere deludente una collega e pure in un ruolo prestigioso, ma mica è la prima volta, lo ammetto...
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