Corrosione mafiosa

Oggi il Corriere Milano era esemplare. L'articolo «’Ndrangheta, l’omertà di Milano»: le audizioni della commissione Antimafia, già sbugiardava l'Alfano dell'Expo mafia free (da quale pulpito, poi). Milano esce malridotta dall'istantanea delle forze di contrasto: 'ndrine con le mani su appalti e finanza; omertà tra imprenditori, commercianti e cittadini; banche colluse; usura, tanta ma invisibile. Per questo do ragione a chi definisce nei modi peggiori la nostra merdopoli. E non si adiri il Maroni se non lo vogliono ascoltare, sarebbe tempo perso, evidentemente.
Esemplare, il Corriere Milano cartaceo, perché nel primo trafiletto accanto all'articolo, riporta un grave atto terrorista. I vigili urbani di Buccinasco hanno trovato le maniglie delle auto di servizio cosparse di acido corrosivo. Motivo? Stanno facendo controlli nei cantieri della cittadina. L'uso di liquidi così pericolosi è quasi una firma, visti gli omicidi di bambini e donne, buttati direttamente o costretti a bere tali sostanze, a simulare suicidi inverosimili.
Tutti i cartelli contro gli infortuni sarebbero adatti ai mafiosi, alle loro case, famiglie, vetture, giacche. Perché si tratta di materiale pericoloso, mortale. Materiale sì, perché si può pensare che quegli esseri abbiano un'anima? L'hanno sciolta nell'acido mafioso e solo qualcuno la ritrova, anche se piuttosto malridotta. Come Buscetta dopo Capaci e via D'Amelio, Spatuzza dopo la neonata morta ai Georgofili, Brusca dopo aver incontrato Rita Borsellino. Anche questo aiuta a pensare che, un giorno o l'altro, troveremo l'uscita di emergenza dalla montagna di sterco che è la mafia.

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