B. come Buscetta

Tempo fa avevo decretato l'ora del decesso di B. ma si trattava più di un foglio di via da queste pagine. Ora che pare finito un ventennio (e intanto l'imbonitore è già nella storia, psicoticamente felice per l'analogia), ora che lo spedirei a Lampedusa, lo metterei su una zattera con Schettino, spintarella verso Sud e vaffamocca, troverei invece più utile un paradosso: B. non vuole il carcere? Bene, allora si penta. Faccia come Buscetta, collabori. Faccia i nomi. Ora che l'ha scaricato pure la mafia, dica la verità, tutta. Quello che è successo dopo ciò che rivelò Buscetta, dopo il connubio Dc-mafia. Andreotti e Cossiga sono morti, resta solo lui, B. Se lui era il garante, chi era la controparte dello Stato? Tanto, ci si può aspettare più collaborazione da chi lo Stato lo guida, avendo trattato con gli assassini di Capaci e Via D'Amelio?
E' proprio dal ricatto di non dire ciò che sa che persevera la presenza di B. Finché non apre il rubinetto della verità, ha potere. Poi, non al pm, per carità, ma a qualche rotocalco potrebbe anche spifferare chi gli sta facendo le scarpe, chi ci prepara un futuro davvero alla "Blade Runner". 
Può essere finalmente ora di superare quell'incredibile fallimento, che fece provare a Buscetta, prima di morire, una delusione cocente: quella per uno Stato incapace di disintegrare Cosa Nostra.

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