
Può darsi che la vicenda non interessi dinamiche mafiose. Ricordo comunque che nell'incontro tenutosi un anno fa, a Settimo, lo stesso giornale del comune riportava, tra gli altri, l'intervento di Massimo Portanova con un passaggio significativo: anche quando la mafia non uccide, essa continua ad agire con intimidazioni, minacce ed azioni dimostrative contro i beni delle persone minacciate e delle loro famiglie. Laura, la moglie dello scomparso Franco Cangini, nell'articolo di cui sopra dice: «Questo è il risultato. Anni e anni di furti e rapine, di gente
che gli ha dato fastidio, lo ha picchiato, lo ha derubato. E noi a far
denunce e non abbiamo mai concluso niente... e adesso l’hanno
ammazzato.»
Nell'intervento di apertura dell'incontro, il sindaco vantando attenzione al contrasto di certe logiche, ammetteva intanto subdole e a volte insospettate infiltrazioni mafiose persino nel nostro Comune. Giusto un anno, tre sparatorie, due gambizzazioni e due morti fa.
Vorrei attenzione e vicinanza per la popolazione di Settimo. Ventimila persone, che hanno il diritto di non avere paura della propria città.
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