il fallimento di Google Local Guides

 Il programma "Local Guides" di Google è un grande flop. Dopo essere partito nel 2015, dalle ceneri di "Mapmaker/City Experts", la recensione di luoghi e attività in tutto il mondo si è rivelata essere una miniera di falsità e spam. 
Google Local Guides & Fake Reviews | Elvin Web Marketing
Chiunque può diventare guida locale, basta avere un profilo Google e connettersi al programma. Chi scrive si è visto offrire la possibilità di aderire dopo essersi lasciato spiare da Google Maps per anni. Quando ho ricevuto la proposta mi era stata prospettata la possibilità di essere informato sulle novità del mondo Google ma, soprattutto, di ottenere sconti e omaggi.
Dopo diversi anni in cui mi sono sperticato a recensire quasi tutti i posti dove ero stato, cercando di essere onesto, mi sono reso conto che le critiche contro "Google Local Guides" sono giuste. Non solo chi posta foto, video e commenti rischia di scippare prerogative che spetterebbero a chi l'attività la gestisce, ma può scrivere cose non vere e alimentare la mostruosità basata sulla quantità di dati, a scapito della qualità delle informazioni. Ma Google tramite mail e notifiche sul telefonino incoraggia a scrivere di tutto, in cambio di punti per ottenere un badge dopo l'altro e così salire nella scala delle guide locali.
Alla fine, non solo di anteprime del mondo Google non se ne vede l'ombra, ma i tanto decantati omaggi, che magari poi sono poco necessari, tipo carte regalo per acquistare prodotti L'Oréal, non arrivano. Ci vogliono milioni di visualizzazioni e non è uno scherzo, come riporta Mike Blumenthal.
Si parla di gamifying perché un'attività che poteva essere utile è diventata un gioco. E così quello che poteva essere un servizio per consigliare turisti e cittadini è diventato un carnaio senza logica - come forse un po' tutta la rete, dove chiunque può scrivere di tutto e contare, nel magma confuso e sterminato di dati, di non essere segnalato.
Poi, quando incontri un disservizio e lo segnali, magari nella GDO, puoi andare incontro a un massacro, perché chi dirige certi punti vendita può tentare di screditarti, infangando le recensioni a caso, sperando di ottenere la tua espulsione dal programma. Tanto vale farlo da soli, no, che ci perdi? Niente!
Allora, non credere alle Guide Locali di Google. Ho visto recensioni scritte da gente che spacciava shaboo, in un italiano pessimo, solo perché i gestori del locale li avevano cacciati per non subire provvedimenti di sospensione e chiusura da parte del Questore.
Infine, un ringraziamento sentito all'Ipercoop Baggio, un posto talmente inutile che ha gli anni contati, e al Carrefour Diocleziano, dove sono stati capaci di addebitarmi la stessa spesa due volte e pur promettendo di risolvere il problema, mi hanno candidamente preso in giro ogni volta che andavo a protestare.

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