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Si dice che il pesce puzzi dalla testa, ma a ben vedere, anche il resto non è da meno.
Tra le pecche di Milano sicuramente c'è il fatto che sia molto sporca, soprattutto in periferia. Ma riprendendo la metafora ittica, non è tanto e solo una responsabilità istituzionale: Milano fa schifo, e perché alla fine, lo vogliono molti di coloro che ci vivono.
Si dirà, ma sai, quei cestini così belli e grandi invogliano a buttarci di tutto. Sì, proprio come qui in foto. A ben vedere, per onestà del vero, va detto che il cestino è alla fermata di un bus ma soprattutto nei pressi di un kebab, dove spesso si vedono ambulanze, non però per la poltiglia infame che vi viene servita, visto che poi ci sono anche le forze dell'ordine. Un locale che insomma, chiude tardi, in periferia, quindi la meta prediletta di personcine non proprio a modo. Tipicamente milanesi. Sì però mica alla Ligera o alla Vallanzasca, boia dé!
Ma poi, varda ti, ecco che ti inventano il cestino a prova di monnezzari! Che bello! Ancora intonso, senza tag da toy (perché chi si firma sulla spazzatura già dice tutto di sé). Bello nuovo, azzurro, con su il messaggio educativo a non fare lo sporcaccione e... Oh cavoli, ma è una mini discarica abusiva! E qui l'unico locale nei pressi è un market Coop, piuttosto piccolo e ordinato. Eh, dunque, sono i residenti a fregarsene. Con buona pace dell'addetto Amsa, che già fa un lavoraccio, con gli ispettori a culo e si ritrova a dover rimediare ai misfatti di chi non ha voglia di scendere in pattumiera, o chiamare il ritiro ingombranti e men che meno visitare una delle Riciclerie (la più vicina a questo cestino è a 6 minuti d'auto...).
Che tristezza. E pensare che a inizio mese, è stata lanciata la, lodevole direi, iniziativa dei cestoni per la differenziata nei parchi milanesi più frequentati (Sempione, Venezia, Cave...). Funzionerà?
Ed ecco l'ultima perla di un breve percorso notturno - e sconsolante.
No, questo divano e altri pezzi d'esistenza non sono stati lasciati lì per il ritiro ingombranti. Anzi, proprio quel punto è spesso oggetto di conferimento illegale, nonostante la presenza delle telecamere di una, udite udite, caserma dei Carabinieri Forestali! Se ne intravede l'ingresso in fondo, ben illuminato. Peraltro, i rifiuti giacevano lì da tempo e proprio dopo aver scattato quest'istantanea, il dì successivo si è provveduto a ripulire. Per cui, almeno a qualcosa la foto - e questo post per cui era stata presa - è servita.
No, questo divano e altri pezzi d'esistenza non sono stati lasciati lì per il ritiro ingombranti. Anzi, proprio quel punto è spesso oggetto di conferimento illegale, nonostante la presenza delle telecamere di una, udite udite, caserma dei Carabinieri Forestali! Se ne intravede l'ingresso in fondo, ben illuminato. Peraltro, i rifiuti giacevano lì da tempo e proprio dopo aver scattato quest'istantanea, il dì successivo si è provveduto a ripulire. Per cui, almeno a qualcosa la foto - e questo post per cui era stata presa - è servita.
Spesso la cronaca di comuni dell'hinterland racconta di inquinatori abusivi beccati e puniti. A Milano, certo, sarà più difficile intervenire, ma ci deve sempre essere repressione? Devono fare un cestino che ti taglia le mani se ci butti il sacco condominiale? Far appostare un cecchino alle discariche abusive?
Ma chi vuole questo, è chi la città la vive. Disagio buttato nel proprio ambiente. Come quella neonata, trovata morta nel 2023 in un cassonetto dei vestiti a Città Studi. Nata morta, da un parto clandestino. Benvenuti a Milano.
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