Circa sei mesi fa iniziava a comparire su questo blog di periferia la pubblicità; era più una scommessa incuriosita, con molte perplessità, rinvenibili nel post di presentazione della réclame su Scacchiatore. Oggi di questa cosa posso fare un piccolo bilancio, non tanto economico, visto che sto per raggiungere i 4 euro di introiti, quanto di pensiero; il programma di Google - per chi vuole ospitare pubblicità - è Ad Sense. Tra le funzioni c'è quella di scelta di filtro degli inserzionisti ed un esempio è riportato nell'immagine sopra. La cosa interessante è che, una volta scelti gli annunci, non solo non compariranno, almeno per i siti indicati, sul blog, ma Google comunica all'inserzionista che la sua pubblicità è stata rifiutata. Con la nuova versione (Beta) di Ad Sense è possibile anche indicare una motivazione. Questo fatto per me è, nel mio piccolo, interessante e per questo motivo non rimuoverò la pubblicità da Scacchiatore. Certo, potrei ipotizzare che di un piccolo blog a grossi enti importi poco. Eppure penso che le cose siano un po' diverse e prova ne è la caparbietà con cui determinati inserzionisti ripropongono la propria réclame sotto mentite spoglie: cambiano l'Url, o lo slogan, ma sono sempre gli stessi. Sono convinto che questi tentativi di ripulirsi la faccia nascano anche dai piccoli gesti di chi comunica a questi "signori" la propria contrarietà. Faccio due esempi su tutti, esperiti qui sul blog: l'ente per il turismo israeliano e il truffaldino Istituto Cortivo, che spaccia a caro prezzo qualifiche socio-assistenziali prive di valore legale. Capita inoltre che i bersagli descritti negativamente in un articoletto vengano inseriti, per il meccanismo di analogia, proprio come pubblicità; appare un controsenso, ma il bello è poi andare a bloccare quel tipo di inserzione - come se il post fosse andato a stanare malefici zombies a cui occorre spaccare la testa. Insomma, per quanto la pubblicità sia deprecabile e abbia fatto buona parte degli incassi del nostro tramontante dittatore, forse vale la pena di cercare di agire sui suoi meccanismi. Perché, nella sua perversione, ha il suo punto debole: come accade che un messaggio di pubblicità negativa annulli anche un migliaio di messaggi positivi.
La pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti. (George Orwell)
Nessun commento:
Posta un commento