Quella nel titolo non è una novità. D'Alema, poco tempo fa, ha auspicato di aprire gli archivi dei servizi ma, probabilmente, lo ha dichiarato per farsi bello.
Sono sconcertato dalla sicurezza del pm - poveretta, in molte agenzie neanche le riconoscono il sesso giusto, indicandola come maschio - del processo Cesaroni.
So che la foto di Simonetta morta è terribile, ma è una prova fondamentale e dimostra che la vita di ognuno di noi, la vita di una persona qualunque, non vale un centesimo di fronte agli intrighi dei potenti; né ha valore ottenere giustizia o, peggio, evitare che paghino degli innocenti, come l'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni. Troppo facile accanirsi su un corpo, forse già privo di vita, per simulare un delitto passionale. Infatti, com'è possibile che dopo 29 coltellate il cadavere fosse privo di sangue? Lo hanno lavato. Certo, come no... Questa tesi mi ricorda le scarpe di Tenco, che furono fatte sparire perché sporche di sabbia (il cantautore fu infatti ucciso in spiaggia, dove s'era appartato pensieroso) e le gambe infilate sotto un mobile per non mostrarne i piedi scalzi.
Su questo delitto ci sono molte ombre ma anche ricostruzioni, librarie, televisive e sulla rete. Oltre a Wikipedia, esiste un sito ildelittodiviapoma.org , aperto sulla vicenda da Gabriella Carlizzi, giornalista e supertestiomene del delitto, in quanto quel giorno accompagnò il marito a una riunione di lavoro presso uno studio situato in una delle palazzine dello stabile di via Poma 2. La Carlizzi è deceduta l'anno scorso per cancro: aveva indagato sulla vicenda tanto da chiedere di essere nuovamente interrogata dalla pm Calò, ma invano. E quello sciacallo di Mentana, annusato lo scoop, non esitò a indicare l'ex fidanzato della vittima come indiziato principale nella nuova inchiesta, perché la vecchia, condotta dal procuratore Italo Ormanni e dall’ex Sostituto Settembrino Nebbioso era arrivata vicina al vero, a persone in alto e quindi era da fermare. Secondo la Carlizzi si fermò con la perquisizione della Bnl a Roma. Nuova inchiesta dunque, prove emerse dopo decenni: mi viene in mente la riesumazione di qualche tempo fa del corpo di Tenco, per sentenziare, dopo 40 anni, che sì, si era suicidato. Il che è assolutamente falso, Tenco fu eliminato perché aveva scoperto cose che riguardavano i servizi segreti, la Dc e oscure operazioni in Argentina.
Il delitto di via Poma si porta dietro una scia di morti: una ventenne trucidata post-mortem, il teste chiave dell'inchiesta Vanacore (custode della palazzina, annegato in pochi centimetri d'acqua), persino l'editore del libro-truffa sulla vicenda, scritto dal datore di lavoro di Simonetta, (Volponi, un nome un destino), assassinato. E poi sono venuti il pascersi delle iene televisive senza la volontà di appurare un fico secco ma, maxime, l'impunità per gli uomini dei servizi segreti. (Be', uomini, non esageriamo, quelli tutt'al più sono pezzi di sterco che camminano...). E tutto, forse, per uno stramaledettissimo floppy disk.
Simonetta Cesaroni aveva scoperto qualcosa di grosso: all'epoca si parlò - penso soprattutto a quanto riferiva il quotidiano "il manifesto" - del ruolo dell'associazione degli ostelli, l'Aiag, presso cui la ragazza lavorava part-time e negli uffici della quale fu eliminata. Si trattava forse del tentativo del Sismi di reperire potenziali spie da infiltrare nei paesi arabi, attraverso il contatto di ospiti degli ostelli, provenienti proprio da quelle nazioni. Quel che è certo è che l'ufficio di via Poma era sotto copertura dei servizi segreti. Tanto è vero che l'azienda negli uffici della quale è stata spenta Simonetta non aveva indicato sul citofono "Aiag" ma "Edilmark", una società le cui partecipate fuorono seuqestrate dai Ros dei CC in quanto create per riciclaggio immobiliare di denaro ottenuto con peculato.
Gabriella Pasquali Carlizzi aveva capito molte cose sull'inconsistenza dell'ipotesi accusatoria: "L’ex fidanzato della vittima non ha mai negato di averla incontrata il giorno prima del delitto e viene naturale pensare che i due, seppure in crisi, si siano scambiati qualche effusione. Come è anche vero che le ragazze che all’epoca portavano il corpetto o reggiseno, non se lo cambiavano ogni giorno, a differenza delle mutandine, indumento più legato all’igiene intima".
Gabriella Pasquali Carlizzi aveva capito molte cose sull'inconsistenza dell'ipotesi accusatoria: "L’ex fidanzato della vittima non ha mai negato di averla incontrata il giorno prima del delitto e viene naturale pensare che i due, seppure in crisi, si siano scambiati qualche effusione. Come è anche vero che le ragazze che all’epoca portavano il corpetto o reggiseno, non se lo cambiavano ogni giorno, a differenza delle mutandine, indumento più legato all’igiene intima".
Gabriella Carlizzi fece verbalizzare all'allora poliziotto Nicola Calipari "...di aver sentito una lite tra un uomo, la cui voce mi rimase impressa, e una donna. L’uomo chiedeva con insistenza un qualcosa che la donna non voleva dargli, sostenendo che rischiava di perdere il posto di lavoro, dunque un qualcosa che riguardava il suo lavoro. Ricordo che la lite cessò improvvisamente, ma non sentii alcun grido di aiuto, come di chi sta per essere uccisa da qualcuno armato. E ricordo anche i tre uomini che vidi entrare nello stabile poco dopo, vestiti di tutto punto, che cercavano il portiere per ritirare presso di lui qualcosa. Descrissi in particolare uno dei tre uomini, e Calipari mi disse di tenermi pronta per fare un identikit" Ma non fu mai più sentita, nemmeno quando riconobbe uno dei tre uomini, molto probabilmente appartenenti ai servizi segreti.
"Penso che Simonetta Cesaroni in via Poma stesse svolgendo al computer un lavoro di “Affari Riservati” e che la relativa documentazione dovesse interessare apparati deviati dei Servizi, per finalità altrettanto deviate. Nella ipotesi che la lite che io sentii corrispondesse veramente ad una lite tra Simonetta ed un signor X, penso che il delitto passionale sia stato simulato a seguito della morte accidentale della ragazza. Ricordo una perizia del primo medico legale che affermava che la ragazza morì per un colpo alla testa ed emorragia interna" (Corsivi tratti da ildelittodiviapoma.org)
Simonetta lavorava su un computer che era ancora acceso quando fu trovata ormai priva di vita. Ma dov'è finito? Perché non fu controllato e addirittura rimase acceso fino alla notte dopo il delitto, come riferì il capo della Mobile, Cavaliere?
Non pretendo di fare il Lucarelli de' noantri, né che la pm Calò s'imbatta in Scacchiatore e rimanga folgorata dalla verità. Ma, mi chiedo, possibile che tutte queste coincidenze non scagionino un uomo che, dopo vent'anni, ha patito e rischia infine di essere condannato perché era il fidanzatino della vittima? Mi annienta leggere il dolore della moglie di Busco, vittima a sua volta. Busco è innocente e quel vanaglorioso di D'Alema potrebbe scagionarlo. Ma non lo farà, D'Alema è talmente crudele che può far uccidere migliaia di persone e rispondere, col suo ghigno da essere senz'anima, con una delle sue frasette del menga da quasi laureato: quindi, che gliene importa a D'Alema, il distruttore della patria, della vita di una persona?
Tutti i delitti irrisolti (dal mostro di Firenze, per citarne uno all'ultimo di Roberta Ragusa) sono avvenuti per mano dei servizi segreti e potenti società segrete.
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EliminaReginadelgrall, ho rimosso il mio commento che scrissi a caldo, dopo il tuo. Alcuni approfondimenti mi hanno fatto vacillare. La tua osservazione inquieta perché appare non priva di fondamento. C'è un mondo nascosto che muove la storia, come raccontato, ad esempio, in "Hitler e il nazismo magico" di Giorgio Galli.
EliminaGrazie per il tuo intervento.
Che ci azzeccano i servizi segreti con roberta ragusa fatta scomparire dal marito?
EliminaRispetto la libertà di nick, anche se a volte (come ora) a malincuore. Alla domanda, ammesso che sia rivolta a me, posso solo rispondere: non lo so e chissà che direbbe Reginadelgraal, non fosse che il suo commento risale a quasi due anni fa.Rimane, in una vicenda nebbiosa come la notte in cui scomparve Roberta Ragusa, l'assenza del corpo della donna. Il marito, per quanto la sentenza sia criticata, è stato prosciolto. Anch'io ho l'impressione che non sappia davvero molto delle sorti della moglie. Ci sarebbero altre suggestioni, magari fuorvianti, come la particolare bellezza della donna, la vicina base di Camp Darby, una serie di articoli scomparsi dalla rete, in nome del diritto all'oblio implementato da Google... Resta comunque, in attesa delle motivazioni della sentenza di proscioglimento, un dubbio abissale sulla sorte di Roberta Ragusa e sul perché sia così difficile scoprirlo.
EliminaIo so per certo che nel delitto di garlasco ce la mano dei servizi, non nel esecuzione materiale ma nel depistaggio seguito, a Garlasco ce una casa dei servizi dove venne trovato il certificato di morte di ilaria alpi, ad alagna un altra casa dei servizi abitava un potente massone genero di francesco pazienza, inoltre a Garlasco risiedeva un contractor attivo in iraq, tale o.b. vicino ad ambienti di destra e collaboratore esterno in polizia presso la questura
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