Il 9 ottobre è il censimento-day. (Entusiasmo! urlerebbero gli Skiantos). Fuor di celia, giova ricordare che, come recita il "Foglio di Famiglia" (vale a dire la prima pagina del questionario cartaceo, visibile in foto) si ha l'obbligo di risposta per il Censimento!
Il ricatto dello Stato su questa schedatura di massa viaggia su due modalità: una è la sanzione, per le persone fisiche, dai 200 ai 2000 euro circa; il d. lgs. 322/1989 parlava di lire ma quel che è certo è il suo andare in conflitto con la tutela della riservatezza dei propri dati sensibili, contravvenendo così anche al Regolamento Ce sui censimenti (n. 763/2008) che raccomanda il segreto statistico. L'Istat assicura che il segreto viene mantenuto, ma vi si può credere se, e lo so ahimé per esperienza personale, che lo spauracchio più agitato dallo Stato Italiano per costringere a fare il censimento è la minaccia della cancellazione anagrafica! In pratica, se non si risponde al questionario, indicando quindi il nominativo proprio e degli altri residenti nell'abitazione, si perde la residenza, e con essa i diritti, tutti: non si possono più fare documenti, non si può più votare perché non si appartiene più al proprio comune, ma si è indicati come cittadini senza dimora(!); un atto gravissimo, considerando che il comune è l'ente privilegiato per il rapporto col cittadino (maxime dopo la riforma del Titolo V della Costituzione) e tutto ormai passa da esso. Certo, l'aberrazione ha dei correttivi, per cui, prima di adottare la radiazione anagrafica di un povero cristo, il cittadino che è risultato irreperibile al censimento ha diritto di essere avvisato e di avere un anno di tempo prima che la cancellazione venga confermata.
L'ultimo censimento si potrà fare anche on-line, dove però non esiste una guida: arriva solo quella di carta e restano dubbi profondi su molte domande del geniale questionario: l'Istat intende la dimora abituale come residenza? E la convivenza, proprio non sta a indicare coppie more uxorio ma comunità e istituti? Per lavoro si intende anche il lavoro nero o fare l'elemosina? Il coadiuvante familiare è una nuova figura assistenziale? Uno specializzando è uno studente o no?
C'è chi ha proposto di rispondere solo ai quesiti essenziali per salvaguardare la propria riservatezza e i dubbi ora accennati sono un'ottima scusante: senza contare che alla domanda 7.1, "Si reca giornalmente al luogo abituale di studio o di lavoro?", devono rispondere anche i bambini sotto i 5 anni, pur se negativamente "No, perché non studio, non lavoro e non frequento corsi di formazione professionale". Magari potevano aggiungere "non guardo la tv, non vado al cinema non faccio sport", come cantavano i CCCP. Però mi domando, quanta parte ha messo, anche qui, Brunetta, per ammorbare persino l'Istat? E che criterio è inviare il questionario in maggioranza nella versione verde (ridotta) a chi è considerato improduttivo, cioè anziano, e a una minoranza "produttiva" quello di colore rosso, con ben 80 domande (pensa che fortuna!).
C'è chi ha proposto di rispondere solo ai quesiti essenziali per salvaguardare la propria riservatezza e i dubbi ora accennati sono un'ottima scusante: senza contare che alla domanda 7.1, "Si reca giornalmente al luogo abituale di studio o di lavoro?", devono rispondere anche i bambini sotto i 5 anni, pur se negativamente "No, perché non studio, non lavoro e non frequento corsi di formazione professionale". Magari potevano aggiungere "non guardo la tv, non vado al cinema non faccio sport", come cantavano i CCCP. Però mi domando, quanta parte ha messo, anche qui, Brunetta, per ammorbare persino l'Istat? E che criterio è inviare il questionario in maggioranza nella versione verde (ridotta) a chi è considerato improduttivo, cioè anziano, e a una minoranza "produttiva" quello di colore rosso, con ben 80 domande (pensa che fortuna!).
Comunque, il mio auspicio è che "ultimo censimento" indichi un'attribuzione solo progressiva nel tempo e non definitiva, prima di un'eventuale bancarotta (fraudolenta) del nostro disgraziato paese...
Nessun commento:
Posta un commento