Buio a San Siro

Non mi ero mai reso conto di amare tanto San Siro. L'ho compreso ora vedendo com'è ridotto il quartiere. Questo cancello sbarrato ha una forte valenza simbolica: significa la chiusura del tunnel che dalle scuderie porta all'impianto del Trotto. Lo spiega il sito da cui è tratta la foto, Ippica2.0 con tutta la commozione di chi vede un settore faticare a vivere. Si potrà dire che in recessione c'è ben altro che va a fondo. Ma qui ci sono posti di lavoro, famiglie con alloggi, un comparto con lunghe tradizioni, da cui sorgeva un pronostico defunto, il totip, che arrivava a sponsorizzare Sanremo. Io che quel mondo l'ho conosciuto un po' capisco solo ora il valore, specie ambientale, che hanno gli impianti, sia di gara che di allenamento. Tra fantini, artieri e fabbri c'era un patrimonio di saperi, soprattutto storici: i ricordi del distaccamento nazista a san Siro durante la guerra, le combine nelle corse, le leggende, gli incidenti, le vitttorie, il fieno che arrivava dalla Camargue... Anche questo scompare. Dopo le zone del parco Trotter e di piazza Prealpi i cavalli a Milano erano san Siro. Ma non più. E dio solo sa che faranno ora di tutte quelle aree verdi. Verdi!
Non sarà un caso che qui ci fosse la villa Triste meneghina (via Paolo Uccello 17/19). Ora però che non c'è più il palaLido, che la viabilità è delirante, che ci sono scuole troppo colorate (via Paravia) o troppo sperimentali (via San Giusto) e quindi tradite, adesso che il Lido stesso sembra cadavere, che pure i graffiti avevano avuto un riconoscimento (viale Caprilli), che l'area dell'ex Palazzetto dello Sport intanto è sempre la stessa eco-bomba, che a Figino si costruisce di nuovo (di nuovo?! o_O) ci si deve consolare che il quartiere varrà di più con la metro. Se sopravvive, ma tutta quella terra smossa, quelle mega-trivelle, quelle gru, quei camion hanno un solo puzzo, che non si era mai sentito così bene da queste parti: quello dei soldi cruenti della 'ndrangheta.

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