pubblicità senza bambini

Sembra che i pubblicitari, nella corsa disperata ad accalappiare attenzione, ultimamente abusino parecchio dei bambini. I piccoli non sono più parte di improbabili famiglie felici tra mulini e mutui, ma sono lasciati soli a comprare telefonini, auto e case. Certamente la pubblicità per i bimbi è un problema irrisolto (paesi come Canada e Svezia la vietano) ma usare i piccoli per catturarci cervello e tenerezza a puri fini di merce mi pare come legittimare il lavoro e la prostituzione minorili. 
La storia della pubblicità offre parecchi esempi oramai perduti, per essere elegante, pacifica e soprattutto rispettosa, come questa cremita Barzetti sepolta nel tempo.
Che continuino a usare per la réclame pallidi comici, stelle cadenti del cinema, robot o immagini 3D, ma la smettessero di far leva sul bambino che è in noi, mercificando il sentimento per l'infanzia che, coi soldi, non ci dovrebbe proprio c'entrare. E magari, sarebbe bello boicottare le marche irrispettose: come ha già detto qualcuno, i bambini non sono merce.

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