ma quale mare

Il periodo dopato della campagna elettorale produce sempre voli pindarici, come quello che annuncia trionfante l'arrivo del mare a Milano(!). Lo spara il comune e diversi siti locali hanno ripreso l'iperbole di stampo psichiatrico. 
Il mare sarebbe culturale e artistico, col recupero di un'area dismessa in zona San Siro, nei pressi del complesso popolare di via Fleming, l'ex rimessa Atinom con annessi uffici. Il sito del Comune, per magniloquenza, non risparmia entusiasmo e non poteva essere altrimenti, visto che si parla di: 2 teatri, 3 cinema, 2 ristoranti, 2 aule polivalenti, 2 studi di registrazione, 5 sale prova, 6 atelier, una foresteria, spazi espositivi, una terrazza, un bookshop. Intorno un’area di 5000 mq di verde pubblico attrezzato. Ah però!
Ora non voglio apparire un rigidone visto che si parla di cultura, arte... Ben venga la bonifica dell'amianto, presente nella copertura del capannone, il recupero dell'area degradata ma di cosa si sta parlando? Ci saranno nuove edificazioni, mentre il Trotter a fianco dello stadio e l'area del Palazzetto, del Comune, sono molto più grandi. E abbandonati.
Il verde in questione è striminzito e il vicino parco di Trenno se ne fa beffe.  
Il mare a Milano mi pare una trovata alla Veltroni e non vedrà la luce che ben dopo le elezioni. Si dirà che è un progetto innovativo, di stampo "europeo" (singolare, prima dove stavamo allora?), legato al territorio. Quanti usuali, bei proclami!
Il disastro è pure presagito dalle cartoline che gli aspiranti archistar hanno creato per l'occasione, come questa, scippata da Youmedia, con i resti del Centro e la povera Milano scomparsa, in un incubo da innalzamento dei mari. Essere seri qui è fuori moda, oramai.

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