c'è ancora il referendum!

Le parole di Gaber da "La chiesa si rinnova", nel testo che usava dal vivo, mi sembrano appropriate per il misterioso referendum di fine marzo, visto che la canzone parlava di salvar la società.
La consultazione è volta a ridurre il numero dei parlamentari, confermando la legge Fraccaro. Per questo motivo il referendum non richiede un quorum. Ma rimane un mistero perché, a quanto pare, i media non ne parlano, tanto che l'Agcom si è imbufalita chiedendo di divulgare la notizia.
Sarà sacrosanto il taglio alla spesa pubblica, ma quello della riduzione dei parlamentari appare come polvere negli occhi. Perché il problema principale resta negli emolumenti che i politicanti ricevono, comunque, belli alti, e nemmeno sembrano poter scongiurare una piaga ben peggiore, vale a dire la corruzione.
Quest'anno ci saranno molte elezioni, regionali, ma a inizio estate, poi ci sono le suppletive e le comunali. Senza contare che la crisi di governo, prolungata in un coma senza termine, potrebbe portare alle ennesime politiche.
Ma chi ha voglia di votare? Chi può ancora credere in un sistema politico dove chi doveva salvarci, venendo eletto dal basso, come i 5 stelle, si è mostrato fallace, accettando lo status quo se non addirittura cambiando casacca?
Così il limbo in cui è tenuto il referendum - e perciò è stato utile perdersi in virus e festival di caNzoni - ha un che di rancido.
I referendum dovrebbero essere sacrosanti, ma sono spesso un contentino, anche perché poi le decisioni vengono stravolte, come ha dimostrato, ad esempio, dover votare sul nucleare per ben due volte per poi vederselo riconfermare bellamente.
Anche per questo, non mi va più di votare.

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