chi rimane in strada


Nel momento in cui lo Stato obbliga tutti a rimanere in casa, chi un tetto non ce l'ha rimane in strada.
Finalmente anche i media ne parlano, aveva iniziato RaiNews col programma "Cammina Italia",  il 29 febbraio, dedicando una parte dello speciale ai senza dimora milanesi - venendo a intervistare anche il presidente della Fondazione dove lavoro.
Adnkronos ha parlato oggi della situazione di Roma, mentre Milano Today ha pubblicato un video dell'uscita di venerdì sera con la Croce Rossa in centro. La foto sopra è un'istantanea di quel filmato. Sconsolante, l'uomo intervistato dice di non aver paura di morire. Ma il servizio può apparire agghiacciante, perché rivela un grande dramma: anche i servizi per i senza dimora sono ridotti all'osso, è rimasto il mezzanino, sotto la metropolitana in Centrale, che non è altro che un lungo corridoio con decine di persone a dormire. Che sono un'unghia dei circa 5000 (numero stimato) di individui che vivono in strada a Milano.
Poche le mense rimaste aperte, che distribuiscono sacchetti di alimentari, utilissimi, ma insufficienti. Dormitori, guardaroba, docce, sportelli, sono per lo più chiusi.
Quanto alle unità di strada, siamo rimasti in pochi ad uscire. Portiamo cibo e... Orecchio, Perché, come dice il buon Davide di CRI nel video, il problema per chi ha l'asfalto per pavimento è "non avere persone da salutare, non avere persone con cui arrabbiarsi".
Anche se tra le inadempienze di Stato e Comune di Milano in un'emergenza è annoverabile la mancanza di attenzione a chi è ai margini estremi, non affondo polemico. A volte ho pensato di non fare un lavoro vitale. In queste ultime settimane invece, ringrazio di poterlo svolgere e, in cuor mio, ogni giorno prego che non mi venga detto "Mi spiace, ma uscire è troppo pericoloso, smettiamo".
Per questo, anche se non amo i "cancelletti", ne conierei uno, contro l'indifferenza totalitaria: #manoiusciamo!

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