Ciao George

 Quando un giornalista scopre qualcosa di micidiale, rischia. Un giornalista vero, che infatti mette in gioco la propria vita, non un servo. Per questo George Karavaiz era noto e rispettato in Grecia. Forse, per lo stesso motivo, i suoi "colleghi" su molte testate, non solo italiane, non hanno avuto nemmeno il fegato d provare a dire perché George fosse stato condannato a morte. In questo, anche la Rete appare omertosa. Si limitano tutti a riferire che indagasse sulla criminalità, e il modo in cui i boia lo hanno ucciso.
Tsipras, parlando di democrazia ferita, accusa lo Stato greco e il governo di non aver raccolto delle denunce, anche se toccano poteri forti.
L'associazione degli agenti di Polizia dell'Attica Sud-Orientale esprime le sue condoglianze per Karavaiz, che seguiva le loro indagini e gli dava risalto. E almeno loro hanno avuto il coraggio di dire la verità: "George è stato ucciso in un attacco mafioso, a pochi metri dalla sua casa di Alimos. Nessuno merita una morte simile".

Fonte: http://www.bloko.gr/

 Ciao George
 

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