La vicenda degli accoltellamenti di lunedì 6 marzo precipita come una doccia gelata su Milano. Scatenando polemiche, ma le notizie riportate dai media sono un po' diverse da quelle delle testimonianze sul posto.
Raggela sapere che il tizio avrebbe aggredito solo donne, proprio all'indomani della festa dell'otto marzo. Misoginia religiosa? Squilibrio mentale, piuttosto. Qui si innesta infatti una notizia che sta trapelando, e cioè che il marocchino avrebbe avuto al polso un braccialetto ospedaliero. In realtà, pare che fossero due, uno bianco e l'altro azzurro. Se il primo indica, al triage, una non urgenza, il secondo invece viene - da poco - utilizzato per le fragilità e l'unica in cui rientra l'accoltellatore è quella dei pazienti psichiatrici. Significa quindi che il tizio avesse problemi mentali ma con un "invio improprio" al pronto soccorso: non sarebbe stato, perciò, considerato grave.
Inquieta pensare a un italo-marocchino che, giorni fa, proveniva a sua volta da un reparto psichiatrico e alla guida dell'auto ha ucciso due operatrici sanitarie al casello Ghisolfa. Naturalmente, il problema non è la nazionalità ma il fatto che persone con forti problemi mentali si scatenino pericolosamente, come l'italiano che a fine ottobre ha ucciso un uomo e ferito altri al Carrefour di Assago.
Per questo diventa impensabile che un aumento di poliziotti possa servire davvero in casi simili. E qui arriva una seconda precisazione, almeno secondo le testimonianze di chi era in via Doria. Per quanto il folle fosse, sì, braccato da diversi agenti, a immobilizzarlo davvero sarebbe stato un cittadino, un uomo alto e robusto, che forte della sua prestanza, non si è fatto scrupolo di fermare un pazzo pericoloso. Dopo avergli bloccato il braccio armato lo ha spinto a terra e schiacciato col suo peso, fino all'arrivo dei falchi della Polizia.
Quel che è certo è che il disinvestire sulla Sanità, perpetrato da anni, ha messo in ginocchio i servizi psichiatrici. La demolizione del welfare significa questo: un aumento della pericolosità sociale diffusa, la mancanza di aiuto e di prevenzione.
Non mi fa paura essermi visto puntare una bottiglia rotta al collo, mesi fa, da un vicino. Mi spaventa di più che il tizio lavori come collaboratore scolastico in un istituto con centinaia di minori ma, se metto in guardia da lui, mi sento liquidare la cosa come una banale litigiosità tra vicini. Ah davvero?
Alla fine, quanti saranno i sofferenti mentali, pronti a esplodere?
"Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia"
[A.T., omicida di Assago]
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