Carabinieri coraggiosi

I Carabinieri di Corsico sono un esempio di divise degne, degnissime, "fra i migliori d’Italia per tradizione e per meriti acquisiti", recita il Corsera. In effetti, operando in un territorio a forte presenza 'ndranghetista, i militi sembrano davvero non avere paura, come testimoniato dalla DDA per il contributo dato dalla Compagnia di Corsico nell'operazione Quadrato, o come quando hanno chiuso, giorni fa, un negozio di prodotti calabresi appartenente a una 'ndrina, o, ancora, se c'è da arrestare dei pusher, come a fine maggio, quando hanno inseguito tre uomini di origine nordafricana, rischiando la vita (uno gli ha sparato contro un intero caricatore prima di essere acciuffato).
Anche se si tratta di recuperare un ubriaco caduto in un Fontanile, loro ci sono, come successo la settimana scorsa vicino all'Auchan di Corsico. Proprio nei pressi dell'ipermercato, quasi due anni fa un cingalese in bici fu travolto e ucciso, da un'auto che andava ad almeno 140 km/h(!).
L'impatto fu talmente forte che il 42enne dello Sri Lanka fu sbalzato a cento metri di distanza (per poi morire, ormai in condizioni disperate, in ospedale) ma la Bmw era stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Si dirà, allora hanno preso subito l'investitore? No, perché l'auto era di proprietà di un cittadino romeno, che noleggia vetture di lusso a lungo termine; in un primo momento l'indagato sostiene di essere stato lui alla guida, per prendersi la colpa, ma poi no, ritratta e dichiara che l'auto gli era stata rubata. Arrestato per favoreggiamento, viene rilasciato, perché si sa, da liberi i criminali facilmente si tradiscono. I Carabinieri hanno intuito chi possa essere il loro uomo, futuro suocero del noleggiatore, il nome è famigerato ma non lo temono. Ritrovata la Bmw in un parcheggio a più di 20 km,, anche se ripulita con ammoniaca, i Carabinieri con l'aiuto dei Ris trovano tracce del Dna della vittima e di un altro individuo, su volante e parabrezza. Ma il sospettato numero uno è irreperibile dalla sera dell'incidente, a casa a Vermezzo non torna più, probabilmete fuggito all'estero. L'uomo non usa cellulari, viaggia su auto noleggiate e le intercettazioni non sono consentite per omicidio stradale. I CC però un giorno riescono a prelevare un campione del codice genetico della figlia, dal bicchiere da lei usato in un bar: il Dna corrisponde e così gli investigatori hanno finalmente la prova che l'investitore sia il padre della ragazza.
La figlia si sposa sabato 11 giugno: i Carabinieri aspettano il padre che però diserta sia le nozze che il banchetto, dando comunque una prova definitiva di colpevolezza, perché per chi viene dal Sud, e ancor di più se mafioso, non accompagnare la figlia all'altare è una mancanza terribile. Ma i militi non demordono e spiando i familiari, scoprono che l'asssassino è in arrivo a Milano: giovedì 20, al mattino, beccano alla guida di una 500, noleggiata, con la moglie a fianco, proprio vicino al carcere di S. Vittore, Carlo Zacco, narcoboss palermitano, che aveva la patente sospesa già da ben prima dell'omicidio. La plastica facciale, effettuata per le ferite dell'incidente, non lo salva e viene arrestato. Il padre, "Nino il bello", era legato alle famiglie della 'ndrangheta per lo spaccio di eroina, sua era la raffineria più grande mai trovata, nella natia Alcamo e il figlio aveva ereditato alleanze e spaccio in grande di eroina, quella che gira da Rogoredo alle piazze della Lombardia.
Mi chiedo perché storie come questa non diventino un telefilm come quelli d'oltre Oceano che infestano le nostre televisioni. Ma alle divise degne non importa, loro fanno il loro lavoro fino all'ultimo, lontano dai riflettori. Per il nostro bene.

Fonti: affaritaliani.it, giornaledeinavigli.it, ilmessaggero.it, milanotoday.it, milano.corriere.it, mi-lorenteggio.com, palermotoday.it

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