un brutto film

Se quello che stiamo vivendo, in particolare in Lombardia, dove già siamo divisi in zone rosse e gialle, fosse un film, avrebbe valutazioni esaltanti. Il cinema e la narrativa si sono infatti occupati di storie simili e La7 è stata criticata per aver trasmesso "Virus Letale" l'altra sera. Eppure il virus non è una tragedia, anche se viene dipinta e vissuta come tale. I supermercati al Nord e i siti di spesa in linea presi d'assalto, l'accaparramento di prodotti sanitari con
relativi rincari, lo sciacallaggio di politicanti e media non ci fanno bene. Lo scorso sabato sera l'atmosfera era irreale, proprio da film e questa domenica è stata più smorta di quella del blocco delle auto.
Si sa che sia più facile morire per ben altri motivi: l'Istat ha rilevato negli anni una discesa del tasso di mortalità, le cui cause principali sono malattie cardiovascolari, tumori, demenze, diabete...
I provvedimenti sono utili? Davvero si rischia di morire così facilmente o come, se non meno, nel caso della più comune delle influenze, sono a rischio solo i soggetti già debilitati, sopra gli 80 anni, con patologie gravi e croniche?
L'Italia accoglie ma si vede chiudere i confini dagli altri.
Il razzismo cresce e i nazisti alla Salvini speculano. Ma i Conte dovrebbero smetterla di infestare i media, creando solo ansia, proprio mentre vuole mostrare "cura", che invece viene da chi opera silenziosamente nei servizi sanitari. Manca solo la superstizione di inquadrare questa vicenda nell'anno bisestile.
Non abbiamo bisogno di muri ma sicuramente prima che la psicosi collettiva rientri, tra qualche mese, saranno aumentati malessere mentale ed impoverimento economico.

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