chi torna invisibile

Col ritorno delle persone a vivere la città, Milano si mette di nuovo a nascondere i meno fortunati: le persone senza dimora. Costoro possono così camuffarsi e apparire solo al buio, quando i posti dove dormono diventano nuovamente vuoti.
Il bilancio è tragico. Non tanto per il "virus", che tra gli individui senza casa non ha mietuto neanche una vittima. Anzi, l'inverno ha segnato un numero di morti tra gli homeless piuttosto basso: 4, se si conta Tudor, il romeno deceduto a giugno in XXV aprile. Se non sta andando per niente bene è per la carenza di "cura" che, se manca per molti, è davvero latitante nel caso dei senza dimora.
Gli ultimi dormitori, oltre a quelli aperti - per fortuna - tutto l'anno, hanno ormai chiuso a giugno e non ci sono posti disponibili, da nessuna parte. Si dirà: ma fa caldo. Certo, e quindi si può dormire per strada? Quando si parlava di un aiuto che andasse oltre l'inverno, superando la logica di interventi emergenziali come il piano freddo.
Non tutti i servizi per i senza dimora sono ripartiti e, complice la pausa estiva, questo significa che molte mense, docce, guardaroba, centri diurni, sportelli di ascolto e, soprattutto, unità mobili, non saranno disponibili almeno fino a settembre.
Molte onlus hanno letteralmente paura ad agire, sia che si tratti di dirigenti ed "operatori" in pianta stabile (quasi nessuno con titoli in campo sociale), che di volontari, spesso bravi sì, ma mossi da puro buonismo, non formati, guidati appunto da personale non qualificato. Così, alle croniche carenze di aiuto professionale, in nome di un mero assistenzialismo che facilita esternalità negative (persone che si fingono senza dimora per questuare, clochard con dipendenze dediti a rivendere beni ricevuti, dal cibo al vestiario), si aggiunge un fardello non indifferente per chi continui a "scendere in strada". Ci sono piccole onlus che presto chiuderanno, per mancanza di risorse umane (volontari in primis) che economiche.
Se sono tornate le elemosine, che aiutano a mondare le coscienze dei cittadini, mentre per una persona in strada possono rappresentare un aiuto ad alcolizzarsi, a drogarsi (di sostanze o gioco d'azzardo), l'onda lunga del disastro finanziario che il paese sta vivendo deve ancora arrivare. Perché se gli tsunami economici sono lenti, ancora più subdola sarà la distruzione di imprese e cittadini, con ammortizzatori sociali in ritardo o mancanti, redditi di cittadinanza inutili e l'inveterata latitanza di vere, efficaci politiche per il lavoro e la casa.
Gli operatori sociali, e non solo, si aspettano un'ecatombe a settembre, con un aumento di persone in strada. E di criminalità. E di dolore.
Vox clamantis in deserto, chiederei la testa di quel Rabaiotti che fino ad ora non si è compreso bene cosa abbia fatto su casa e politiche sociali: un assessore che dovrebbe dimettersi, ma non lo farà, nemmeno quando, a furia di innalzarsi la tensione sociale, non è detto che non ci scapperà il morto, tra qualche strenuo operatore o volontario (ma ovviamente spero di sbagliarmi).
Infine, un ringraziamento sentito alla Croce Rossa, che nella latitanza istituzionale del Comune, è rimasta sul campo ad agire, come ha potuto, con poche altre onlus, durante tutta l'emergenza, in favore delle persone senza casa.

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