liberi tutti

L'espressione usata dagli amministratori di turno mi colpisce sempre. Coi media proni come pappagalli a riprendere modi di dire singolarissimi, quel "ma non è un libera tutti" a proposito degli allentamenti sulle deprivazioni delle libertà costituzionali suona un po' beffardo. L'origine la conosciamo tutti, anche se la rete sui divertimenti dei bambini "analogici" latita abbastanza: il gioco di liberare tutti aveva un che di semplice, ma di eroico, il bimbo che aveva la possibilità di emancipare gli altri, manco fossero stati prigionieri della mitologica caverna di Platone, veniva incitato in modo corale, spasmodico, idolatrato come solo i capi nazifascisti potevano esserlo, usando però la violenza di Stato. Allora, una prima risonanza dell'espressione "libera tutti" ha un che di puerile, in cui l'accezione è negativa perché trattare una popolazione come degli infanti che hanno bisogno di tutele è terribilmente fascista.
Il senso poi situazionale potrebbe confermare quest'ombra nera, nerissima, "vi concedo qualche libertà, nella mia somma indulgenza, ma sappiate che la democrazia non è di questo mondo".
Per carità umana, non pretendo di contestare l'esistenza del virus, con il suo connotato di puro terrorismo, per cui mentalmente questa pandemia durerà per anni. Oggi, che non abbiamo più l'obbligo di indossare le mascherine, molti le portano lo stesso. E lo faranno a lungo. Bravi bimbi, servi dei potenti che vogliono il nostro bene...
A proposito, non è singolare che l'ultimo ad adottare l'infelice frase "ma non è un libera tutti" sia proprio chi ha venduto per finta migliaia di camici medici all'ente che governa - intascando così mezzo milione di euro. Per fortuna, c'è già Crozza a dire come e chi ci somministri bastone e carota...
PS La foto sopra in realtà è presa da un sito che parla di detenuti.

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