Gli anni duemila non segnano grandi progressi umani. Dopo terrorismo islamico e epidemie, veniamo addomesticati con la più spaventosa delle azioni antropologiche: la guerra.
C'è un presidente che faceva il comico. Un po' come se da noi lo diventasse Lillo (oscenamente senza Greg). Ma Zelenskyy, senza alcuna esperienza politica, cercava ancora i riflettori. Come quando nell'estate del 2019 faceva rimming a Trump, che sbavava per delle prove di uno scandalo in Ucraina, ai danni del figlio del suo rivale candidato alla presidenza: Biden. Trump rischiò il primo impeachment, ma l'atteggiamento del presidente ucraino era come quello di Berlusconi con Bontade, cioè di servilismo totale. Zelenskyy diceva che Merkel e Macron se ne fregavano del suo paese e che avrebbe preferito l'aiuto degli americani per l'indipendenza energetica dell'Ucraina. Poi parlava di diventare amiconi con Donald e incontrarsi a Washington o a Kiev come niente fosse.
Zelenskyy, sopratutto, non ha mantenuto le promesse elettorali: non ha lottato per porre fine alla lunga guerra tra le forze governative e i separatisti sostenuti da Mosca nell'est dell'Ucraina. Inoltre non ha sconfitto la grande corruzione che affama il suo paese. Durante l'epidemia si sono contati 100.000 morti e alla fine solo il 30% della popolazione è stata vaccinata. Così, l'ex comico mentre fingeva di volere pace, soffiava sul fuoco della guerra, tanto da annunciarla ben prima del suo inizio - e pure ridendoci sopra. Per questo si è negato al telefono a Draghi, che dalla guerra riguadagna consenso, così come ha fatto il prezioso con Macron.
Degli ucraini, alla fine, non importa a nessuno, a partire dal loro presidente, fino a quelli europei e a quello americano, che pure aveva cercato di avvertire Zelenskyy che proprio lui stava alzando la tensione con Mosca. Per forza, il North Stream 2 è un altro passo con cui la Russia, petrolstato esportatore mondiale di energia, dimostra all'Ucraina di non averne bisogno per vendere gas agli europei. Ma Putin sembrava aver bisogno di dimostrare che non c'è solo la Cina, criminalizzata per il Covid, no, c'è anche la Russia e il suo potere nucleare.
Alla fine, poco sembrerebbe chiaro, chi fa l'hacker contro chi, chi è veramente di Anon, e c'è chi ha addirittura usato scene di videogiochi o di altri conflitti per soffiare sul fuoco. Terza guerra mondiale? Chi la vuole, se la quarta, come disse Einstein, si combatterà con bastoni e pietre. Per questo la Nato nicchia, e poi nel "club" armato del Capitale si entra mica così: basti vedere i vent'anni, come da prassi, impiegati da quello sputacchio di staterello che è la Macedonia del Nord, ultimo paese ad aver aderito all'organizzazione militare di cui le Nazioni Unite sono una caricatura.
Cosa accadrà? L'Ucraina capitola, il comico diventa una cacchina e tutti gli altri si fregano le mani, mentre noi saremo distrutti da miseria e terrore. Forse per Putin sarà un requiem, visto che già la guerra per la Crimea, nel 2014, gli è costata tasse, e quindi odio, dai pensionati russi. Ad ogni modo, ognuno sta dando il peggio di sé. E politici e pennivendoli gongolano per la nuova ondata, non di virus, ma di attenzione che ricevono, in modo immeritatamente crudele.
Ah, pare che i social tipo Tik Tok raccontino bene fatti e stati d'animo, come nell'istantanea qua sopra, dove si vede quanto gli ucraini siano un popolo solidale.
PS La foto è successiva alla data del post perché il video di TikTok che mostrava il respingimento delle persone nere dai treni ucraini è stato rimosso.

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