De andrè non era fascista

Fausto Rossi, cantautore poco noto, qualche giorno fa in un'intervista ha sparato a zero su diversi musicisti, probabilmente sfogandosi per l'oblio a cui è condannato. Tra gli altri, ha accusato De Andrè di essere «un borghese fascista camuffato da anarchico».
Eh no, Fausto, ti sbagli. Non basta che tu riconosca il valore de "La domenica delle salme". Come puoi dire che "i testi erano delle stupidate"? E ancora, "musicalmente non è valso niente". Peccato che Faber per melodie e arrangiamenti avesse lavorato con De Gregori, Fossati, Jannacci, Mauro Pagani, Nicola Piovani, Massimo Bubola... Vorresti dire che tutti costoro di musica non ne capiscono un cazzo? Quanto ai testi, oltre alle collaborazioni con gente come Villaggio, Bentivoglio, Dané, chi metterebbe in discussione il tenore poetico di quelle liriche?
Decenni fa sono venuto a vederti, Fausto. In una landa sperduta dove vacche e suini erano più numerosi degli umani. Mi eri piaciuto, anche per via di un sacco di birre, ma certo non sei all'altezza di De Andrè. E non sei neanche Burroughs, per quanto sia nobile che tu te lo porti con te.
C'è un fatto poi che la dice lunga sull'impegno politico di Fabrizio: il suo rapimento, di cui fu vittima anche sua moglie, Dori Ghezzi. I due rimasero prigionieri per ben quattro mesi. Un fatto poco noto e che certo non piace a nessuno ricordare è che i due rapiti furono anche violentati. Ora, quando si vuole un riscatto, si cerca naturalmente di proteggere le vittime. Al massimo, si può arrivare a menomarle per mandare un segno di esistenza in vita ai familiari. Ma stuprare è inutile. Si trattava, probabilmente, di un'azione punitiva, come quando fu fatto credere a Faber e Dori che il padre di lui non volesse pagare il riscatto. Quel rapimento insomma fu un castigo, voluto dall'alto, proprio perché da sempre lo Stato odia gli anarchici. Non a caso, De Andrè aveva composto l'anno prima "Coda di lupo", un capolavoro contro invasioni, violenze, genocidi, lavorismo, protagonismo dei cantautori, che non risparmiò neppure quel venduto di luciano lama, progenitore dei sindacalisti da marchetta. Un passo dove, guarda un po', Faber simpatizza con gli autonomi, che verranno falcidiati, qualche mese prima del rapimento, con la famigerata e antidemocratica, a detta persino di Amnesty International, operazione 7 aprile. Evidentemente, De André era stato assimilato ai "cattivi maestri", anche se la sua cattedra erano dischi e palchi.
Eh no, Fausto, non ti sei ribellato quando i discografici ti appiopparono quel nomignolo infame, Faust'o, e ora te la prendi con chi ha pagato in prima persona per la sua fede politica? Vergognati, se ci riesci, non è così che otterrai uno straccio di memoria quando non ci sarai più.

"E a un dio fatti il culo,
non credere mai".
Fabrizio De Andrè

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