dottor Padrino

Che la penetrazione mafiosa avvenga anche nella Sanità è un dato di fatto. La legalità dubbia del sistema lombardo ha favorito anche la 'ndrangheta. Strutture amministrative dove posizionare uomini di fiducia, medici per eleggere politici compiacenti, psichiatri pronti a firmare perizie di parte e medici che fanno visite in difesa di mafiosi, tanti sono i modi in cui la salute diventa un lurido mercato per far soldi sulle malattie e sulla morte degli altri.
Ma di questo si parla poco, mentre è chiaro a tutti che tra liste d'attesa, continuità assistenziale inesistente, carenza di personale, anche motivato e capace, la Lombardia è il paradigma di un sistema malato e infettato dalle 'ndrine. Che arrivano a mettere medici col loro sangue a "lavorare".
Relativamente nuova come tipologia di investimenti, la sanità offre molte risorse e delle modalità sofisticate di profitto. Così pure farmacie, traffico illegale di medicinali, dottori e farmacisti affiliati diventano una metastasi ignobile nella cura delle persone.
Regione Lombardia spende l'80% del bilancio in Sanità e di questo, più di un quinto va ai privati. Un dato in crescita, tra l'altro, quando poi, come a Brescia, i posti letto nel privato superano quelli pubblici.
Se anni fa Asl di Pavia e Maugeri si scoprirono sotto il potere delle 'ndrine, più di recente ci sono cosche come la famiglia Romeo, che si muove tra le farmacie di Milano e Corbetta. Como, Monza, Milano e Pavia sono le zone da anni nel mirino dei mafiosi. Ad esempio. Ma se ci sono Gip che rigettano richieste di custodia cautelare, a decine, viene negata l'esistenza di un sistema mafioso lombardo, con una struttura orizzontale confederativa tra Cosa Nostra, 'ndrangheta e Camorra, buttando nel cesso 20 anni di inchieste giudiziarie.
D'altronde, proprio Bertolaso, fresco di nomina a commissario del Covid, disse che "le tangenti hanno i loro effetti sui malati".
Forse allora dovrei essere grato alla dottoressa, non a caso del Sud, che di recente mi ha elargito un consiglio prezioso: "Meglio non ammalarsi".

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