Mi sento deficiente. E in effetti, citare gli Skiantos, ci starebbe. Mi sento coglione, perché non avevo capito che Benvegnù fosse morto. Stavo cercando un suo pezzo e l'ho letto.
Vedevo i suoi Reel da Insta. Blob (Raiplay) è criptico. Non ho la tv, e poi, tu, Google, da quando usi quei cazzo di robot non vali più niente. E sì che mi avevi profilato, sui Paolo. No, scusa, i Benvegnù.
Giuro, ho pensato a uno scherzo. "Ma va' mica è morto, era sempre così picaresco, si sarà fatto uno scherzo. Avevo visto Blob, una volta tanto, live. Ed ecco che nello studio del programma "44 gatti", o "casa dei matti", boh, ti appare lui. Bello, sessantenne, autoironico, persino spaesato. Emozionato genuino. Altro che tutto il resto.
Sono anni che rimandavo, di vederlo. Anzi, rivederlo. Un blocco, per quando lo assaporavo. Un'estate. al Carroponte. O in uno sperduto posto da bovari, ma bello.
Paolo applaudiva il pubblico. O me, ma insomma, sono troppo sconvolto.
Sugli Scisma non mi esprimo. Non li sapevo. Ero uscito da certi giri.
Quando, quasi vent'anni fa, me lo fecero ascoltare la prima volta, con quell'incredibile versione di "Cosa sono le nuvole", rimasi folgorato come quando vedevo Buddha, che fosse a Rozzano o su Second Life. Pasolini, Modugno. Roba fina. Emulare il Mimmo di allora... Ma Paolo, oh cazzo, Paolo sapeva farlo.
E poi, era umile. "E noi siamo gli Statuto. E io sono Godzilla". Comico, ironico.
Si fermava, dopo i concerti, a far caciara. A suonare, cantare. Musica musica e musica. Mi dispiaceva non fermarmi. Fossi stato solo...
Mi sento così infantile ed interpretabile. Con tutto il rispetto per Faber, ora mi resta da ascoltare Paolo. Devo farlo.
Riposa in pace.